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Stoccolma, passeggiata in centro fatale per un giovane alce
Affollata e partecipe, ieri, la Sala che ha ospitato la presentazione del Social Day 2013. La sensazione è che il cammino cominciato ieri sarà entusiasmante, intenso e ricco di soddisfazioni: altro che crisi del settimo anno, il Social Day sta benissimo ed è pronto ad invadere aule, negozi, piazze e comuni per raccontare che i giovani sono il presente e che hanno tutte le carte in regola per cambiare il mondo.
Nel pomeriggio di giovedì 28 febbraio, nella cornice dell'Aula Magna dell'Istituto Graziani di Bassano del Grappa, si è inaugurato ufficialmente il cammino che porterà al 20 aprile 2013, la giornata del Social Day. Scuole elementari, medie, superiori, amministratori locali, responsabili dei progetti: trecento persone in ascolto del grande racconto del Social Day, tra passi concreti e valori fondanti. Ad aprire il pomeriggio, è salito sul palco Giovanni Zen, presidente del CTSS (Centro Territoriale Servizi Scolastici), in rappresentanza di tutte le scuole che hanno aderito al Social Day. Decisiva l'adesione delle scuole del territorio, in un percorso che su questa collaborazione ha posto le basi fin dall'inizio. In seconda battuta l'intervento di Giuseppe Pegoraro, della Fondazione Pegoraro-Romanatti, tra i principali sostenitori dell'edizione 2013 del Social Day, a testimonianza non solo della generosità ma anche della lungimiranza di chi da anni investe nel volontariato e sulle generazioni future. A chiudere i saluti, in rappresentanza di tutte le Amministrazioni che hanno creduto al progetto Social Day, l'Assessore alle Politiche Giovanili e all'Istruzione del Comune di Bassano del Grappa, Annalisa Toniolo: un modo semplice e concreto per dimostrare che, in tempi durissimi, la politica crede nei giovani e nel cambiamento.

Il racconto del Social Day, di quel che è stato – un percorso lungo, gli incontri degli staff delle scuole, la collaborazione con professori e presidi, la promozione nelle scuole e nelle classi – e di quel che sarà da oggi al 20 aprile, ha preso volto e voce dei ragazzi del Social Team, il gruppo di coordinamento degli staff delle scuole superiori. I ragazzi, coordinati quest'anno dalla ventunenne Valentina Leder, hanno presentato alla platea il “dietro le quinte” della giornata del 20 aprile. Il gruppo ha poi lasciato spazio ai quattro progetti che verranno finanziati quest'anno: “Terra, speranza e lavoro” a cura dell'Associazione Semear a vida, “Verso la terra promessa”, a cura di Macondo, il progetto storico affiliato al Social Day che riguarda il Politecnico di Njombe in Tanzania e, infine, le attività della Cooperativa “Pio La Torre” e di “Libera Terra”.
In Brasile, con Semear a vida, si prosegue il lavoro cominciato nel 2012 che sostiene un gruppo di ragazzi nelle loro idee imprenditoriali legate al turismo e alla terra. A presentarlo ieri, un volontario dell'associazione, Alessandro Pace. Gaetano Farinelli di Macondo, invece, ha illustrato il progetto in Bolivia, un percorso di sostegno scolastico e formazione professionale rivolto ai NATs (bambini e adolescenti lavoratori). In Tanzania, verrà finanziato l'acquedotto per il campus di Hagafilo, a cura del Politecnico di Njombe; ne ha parlato una giovane volontaria, Virginia, che qualche mese fa ha potuto visitare i luoghi del progetto. La Cooperativa Pio La Torre, invece, opera sulle terre del Consorzio di Comuni “Sviluppo e Legalità”, ove effettua l'inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, creando così opportunità occupazionali e ispirandosi ai principi della solidarietà e della legalità. A presentarla, è salita sul palco Martina Sartori, dell'Associazione Occhi Aperti Per Costruire Giustizia dell'altopiano di Asiago: da anni, Occhi Aperti lavora su temi ed iniziative legate a Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie.
La chiusura dell'incontro è stata affidata a Riccardo Nardelli, coordinatore provinciale del Social Day. “Oggi le responsabilità di questa crisi sociale vengono spesso affidate a scuola, giovani e politica – ha detto Nardelli – ma questa giornata ci sta dicendo tutto il contrario: i giovani, attraverso un progetto voluto e supportato da scuola e istituzioni, si sporcano la faccia per cambiare il mondo, facendo così politica”.
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