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Enrico Dal Fior, adrenalina di famiglia
Incontro con il giovane pilota di Romano d'Ezzelino, campione veneto in carica di motocross. Una passione innata, ereditata da papà Ennio
Pubblicato il 12-03-2010
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“La mia prima moto da cross? L'ho avuta a 4 anni”.
Parla da veterano Enrico Dal Fior, di Romano d'Ezzelino, molto più di una promessa nel panorama del motocross regionale.
Ma il bello è che è ha solo 17 anni, e già un cospicuo curriculum alle spalle.
Enrico Dal Fior in azione sulla pista di Castellarano (Reggio Emilia)
Dal Fior è il campione regionale in carica di motocross, categoria esperti MX1.
Titolo vinto con una Yamaha 250 2 tempi, con la quale ha primeggiato battendo piloti anche più esperti di lui e in sella alle più potenti moto 450 4 tempi. Un risultato che è il frutto di una passione innata, ereditata dal padre Ennio Dal Fior: anch'egli pilota di motocross, nonché istruttore di karate, che tuttora non disdegna di correre in moto e che segue la carriera del figlio in veste di sponsor e di primo tifoso. E non è tutto, perché oltre alle imprese sportive di Enrico ci sono anche quelle, sempre nel motocross, del fratello minore Riccardo. Insomma: una vocazione all'adrenalina che è insita nel DNA di famiglia.
“Ho cominciato a correre in moto, introdotto da mio papà, prima per gioco e poi per divertimento - racconta Enrico -. Mi piacevano sempre di più le sfide e la competizione e nel 2001, a Chiuppano, ho fatto la mia prima gara che non mi dimenticherò mai.”
Il ragazzo frequenta la 4° superiore all'Einaudi di Bassano. “Devo conciliare l'impegno dello studio - ci dice - con la difficoltà ad allenarmi in moto tutto il pomeriggio.”
Un'esigenza che deve conciliare con le continue trasferte per trovare una pista adeguata dove allenarsi. Le più vicine si trovano a Crespano del Grappa e a Paese, in provincia di Treviso. Ma quando trova il tempo, soprattutto il fine settimana, va ad allenarsi vicino a Verona o in alcuni templi sacri del motocross nazionale: Asti, Mantova, Cingoli nelle Marche. Più le sedute di palestra, per tenere tonificati i muscoli e allenato il fiato.
Già, perché per correre su una moto da cross bisogna mantenere la forma adeguata.
“Non è vero, come molti pensano, che nel motocross basta accelerare - puntualizza Enrico -. Il tracciato presenta molti salti, curve e buche. Le braccia sono in continuo stress e serve un allenamento elevato dell'avambraccio. Per il 50 per cento della gara si sta poi in piedi sulla moto, per scaricare sulle gambe le sollecitazioni delle asperità. C'è poi la potenza della moto, che in accelerazione viene scaricata sugli avambracci. Tutto questo oltre allo stress della gara e alla paura di farsi male. Bisogna essere sempre vigili, basta un attimo, una variazione di traiettoria, per sbagliare e cadere. L'attenzione e la concentrazione sono massime anche perché a ogni giro, con il passaggio delle moto, c'è un cambiamento di tracciato.”
“Il motocross è uno sport completo - aggiunge - perché stressa tutti i muscoli del corpo e impegna anche la mente.”
La sua specialità è il salto, che rende le sue foto di gara molto spettacolari. E rispetto ai suoi avversari, nella MX1, non ha certo timori reverenziali. Sempre quest'anno, a Faenza, è arrivato quinto al Campionato Italiano UISP che ha visto al via 513 partecipanti.
E in quanto a corse in moto e sicurezza, ha importanti cose da dire ai suoi coetanei.
“I ragazzi che corrono in moto o in scooter sulla strada? Li capisco perché non hanno un modo per sfogarsi, per trovare l'adrenalina - afferma -. Ma basta un campo per fare un tracciato con un po' di curve, dove si può correre da soli senza rischiare e senza le macchine. Piuttosto della strada, meglio in riva al Brenta.”
Parole sagge di un giovane pilota con la testa sulle spalle. Che pensa adesso, oltre alla scuola, alla ripresa della stagione agonistica.
Domenica prossima, 14 marzo, c'è la prima gara a Cona in provincia di Venezia. Dove lo attendono l'ennesima sfida e altre foto dei suoi incredibili salti che sembrano sfidare la forza di gravità.
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