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Elvio RotondoElvio Rotondo
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Bassanonet.it

Geopolitica

Sempre più stretta la cooperazione tra Haftar e Putin in Libia

La Marina russa sarebbe interessata all’utilizzo del porto di Tobruk come seconda base navale nel Mediterraneo dopo quella di Tartus (Siria)

Pubblicato il 06-07-2024
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La Libia è un paese ricco di petrolio che nonostante la crisi produce ancora 1,3 miliardi di barili al giorno. Il paese continua ad essere alle prese con molteplici sfide dal rovesciamento del governo di Muammar Gheddafi nel 2011. Da allora in Libia si sono succeduti diversi regimi di transizione che hanno cercato di creare le condizioni per arrivare ad elezioni che garantissero pace e stabilità nel Paese.
Ma si è trattato solo di buone intenzioni.
Attualmente l’equilibrio delle forze in Libia si regge grazie all’appoggio internazionale. Emirati Arabi Uniti, Egitto e Russia sostengono Haftar nella parte est del paese, mentre la Turchia, appoggia le autorità di Tripoli.

In Libia arrivano le navi russe. Haftar apre il porto di Tobruk


Notizie stampa riportano che l'incrociatore missilistico Varyag (classe Slava) e la fregata Maresciallo Shaposhnikov della Flotta russa del Pacifico hanno fatto scalo nel porto libico di Tobruk, Libia orientale, dopo una visita in Egitto, dal 10 al 14 giugno scorso. Le navi avrebbero altresì condotto esercitazioni congiunte con la controparte egiziana il 14 giugno.
Il motivo della presenza delle navi russe in Libia sarebbe quello di rafforzare la collaborazione e l'allineamento tra i due paesi nei settori della formazione, della manutenzione, del supporto tecnico e logistico, nonché di facilitare lo scambio di competenze e informazioni, e di promuovere la cooperazione nel campo della sicurezza marittima.
Alcune fonti, inoltre, fanno sapere che la Marina russa sarebbe interessata ad un utilizzo regolare del porto di Tobruk come seconda base navale nel Mediterraneo dopo quella di Tartus (Siria).

Secondo quanto riportato sul sito defensenews.com, nel mese di aprile, navi russe avrebbero scaricato migliaia di tonnellate di equipaggiamento militare nel porto libico, dopo ripetute visite del viceministro della difesa russo Yunus-Bek Yevkurov al generale Khalifa Haftar, l’uomo forte che governa la Libia orientale.
Le spedizioni, in arrivo dal porto di Tartus, in Siria, conterrebbero pezzi di artiglieria, veicoli corazzati e lanciarazzi.
Le attrezzature potrebbero essere in parte utilizzate per sostenere la crescente presenza militare russa nella Libia orientale. Il Cremlino, inoltre, sposterebbe principalmente uomini e materiali da Tartus alla Libia, utilizzando quest’ultima come testa di ponte per i rinforzi e i rifornimenti destinati all'Africa subsahariana: Niger, Mali e Burkina Faso, dove la Russia ha legami con i leader dei recenti colpi di stato.

Dal 2018, la Russia, con la crescente presenza della Wagner in Libia, impegnata nell’addestramento delle truppe della parte orientale del paese sotto il comando del generale Khalifa Haftar, leader dell’Esercito nazionale libico (LNA), si avvia verso una collaborazione più strutturata con Bengasi.
Come evidenziato in un articolo sul sito della Fondazione Nodo di Gordio, dopo la morte del fondatore della Wagner, il destino della forza paramilitare in Libia e in Africa sembrava incerto. Il comando e la responsabilità della presenza all’estero della Wagner sono stati assegnati all’intelligence militare russa (GRU), in particolare al generale Andrei Averyanov, numero 2 del servizio. Sembra che le sue disposizioni fossero di costruire una forza combattente in tutta l’Africa di circa 20.000 uomini.
Averyanov, accompagnato dal vice ministro della Difesa Yunus-Bek Yevkurov, avrebbe incontrato Haftar nel settembre dello scorso anno, in occasione di alcuni viaggi effettuati in Mali, Burkina Faso, Repubblica Centrafricana (CAR) e Niger. Dalla morte di Prigozhin, il vice ministro della Difesa russo ha visitato Haftar ripetutamente per assicurarsi che rimanga nell’orbita della Russia.
Secondo le stime attuali, si ritiene che il Corpo di spedizione Wagner abbia circa 800 contractors dispiegati in Libia, con altri 4.600 impiegati nell’Africa sub-sahariana. Oltre ai suoi caccia, il Corpo di spedizione manterrebbe tre basi aeree – una nel bacino petrolifero di Sirte, una ad al-Jufra nell’interno e una a Brak al-Shati. La strategica base aerea di al-Jufra, verrebbe utilizzata come hub di transito per le redditizie operazioni africane. I russi forniscono anche protezione personale ad Haftar.
Il Mediterraneo centrale e orientale è un’area incredibilmente importante per l’Europa e, per estensione, per la NATO. La Russia ha già un porto nel Mediterraneo a Tartus in Siria, diventato un punto di smistamento per il trasporto di armi verso il porto libico di Tobruk, a circa 700 miglia a ovest. Un porto russo in Libia, oltre a rafforzare la presenza di Mosca nel Mare Nostrum, farebbe probabilmente parte di un più ampio schema per stabilire una presenza militare duratura simile alla quella in Siria.
L’influenza di Mosca si fa sentire in Libia, soprattutto facendo leva sulla spaccatura interna del Paese tra Est e Ovest. Mosca da anni porta avanti una meticolosa opera di infiltrazione politica, economica e militare, soprattutto nelle aree sotto il controllo del generale Khalifa Haftar.
Anche in Sudan la Russia avrebbe raggiunto un accordo per una base navale russa vicino a Port Sudan, sul Mar Rosso, per poterla utilizzare come centro logistico per facilitare le attività di Mosca in Africa.
Nel frattempo, al porto italiano di Gioia Tauro, nel giro di una decina di giorni, su segnalazione dell’intelligence USA e in violazione dell’embargo ONU, sono state sequestrate armi da due portacontainer provenienti dalla Cina, destinate a Bengasi, Libia.

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