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Sale tensione in Georgia, Kavelashvili eletto presidente
Paolo Massimiliano Paterna
Giornalista
Bassanonet.it
Lo stomaco di ferro della Commissione europea
Gli alimenti tradizionali sono un sottoinsieme dei nuovi alimenti
Pubblicato il 30-04-2023
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La Coldiretti, Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti, è la maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell'agricoltura italiana.
Da diversi anni ha iniziato la sua battaglia contro i “novel food” e le carni sviluppate in laboratorio.
Recentemente ha proceduto con una imponente raccolta firme per una petizione per la salvaguardia del Made in Italy alimentare dall’attacco delle multinazionali, al fine accelerare il disegno di Legge Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici.
Il presidente della Coldiretti Ettore Prandini dichiara: “Le bugie sul cibo in provetta confermano che c’è una precisa strategia delle multinazionali che con abili operazioni di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione. Siamo pronti a dare battaglia contro il cibo Frankenstein che mette a rischio la stessa democrazia economica”.
Il 18 Aprile 2023 Coldiretti pubblica sul suo sito un articolo dal titolo “Salute: dalla Meloni a Bonaccini, 1/2 mln di no ai cibi sintetici” (www.coldiretti.it/salute-e-sicurezza-alimentare/salute-dalla-meloni-a-bonaccini-1-2-mln-di-no-ai-cibi-sintetici), ne leggiamo alcuni estratti:
“...Sono contrari quasi tre italiani su quattro come dimostra la recente indagine Tecne’ con ben il 72% dei cittadini che non mangerebbe la carne sintetica ottenuta in laboratorio e solo il 18% invece la proverebbe mentre il 10% non sa e necessita quindi di più informazioni. Quella della Coldiretti è dunque una mobilitazione che ha il merito di aver acceso i riflettori su un business in mano a pochi ricchi e influenti nel mondo e fino ad ora tenuto nascosto ma che può cambiare la vita delle persone e l’ambiente che ci circonda, con la positiva apertura di una discussione nel Paese, nei comuni, nelle regioni e in Parlamento che rappresenta la casa della democrazia.
Il disegno di legge del Governo sarà infatti operativo solo dopo la discussione ed approvazione del Parlamento che la raccolta di firme vuole accelerare. Un percorso istituzionale trasparente con oltre 2mila comuni che hanno deliberato a sostegno della proposta della Coldiretti spesso all’unanimità, tutte le regioni di ogni colore politico ed esponenti di ogni schieramento oltre a ministri e sottosegretari, Parlamentari nazionali ed europei, sindaci, associazioni da Federcuochi agli Scout del Masci fino al Centro Turistico Giovanile, personalità della cultura dello sport e dello spettacolo, imprenditori e numerosi vescovi.
La mobilitazione della Coldiretti insieme a Campagna Amica, World Farmers Markets Coalition, World Farmers Organization, Farm Europe e Filiera Italia è stata ispirata al principio di precauzione per una nuova tecnica con enormi rischi potenziali di fronte ad una ricerca monopolizzata da pochi gruppi e grandi finanziatori. Secondo la Fao e l’Oms, infatti “attualmente esiste una quantità limitata di informazioni e di dati sugli aspetti della sicurezza alimentare degli alimenti a base di cellule per aiutare i regolatori a prendere decisioni informate”.
Il documento Fao/Oms analizza gli “Aspetti della sicurezza alimentare del cibo a base cellulare” definizione considerata più chiara rispetto al termine “coltivato” preferito invece dalle industrie produttrici ma ritenuto essere fuorviante dalle due Autorità mondiali che ritengono anche discutibile usare per questi prodotti i termini carne, pollo o pesce. Fao e Oms individuano ben 53 rischi potenziali, dalle allergie al tumore, con la necessità di una particolare attenzione sull’uso di componenti come fattori della crescita e ormoni usati nei bioreattori ma vietati nell’attività di allevamento in Italia e si invita ad approfondire anche altri aspetti come “le questioni etiche, le considerazioni ambientali, la preferenza/accettazione dei consumatori, gli aspetti nutrizionali, i costi di produzione, i prezzi dei prodotti finali e i requisiti normativi come i meccanismi di approvazione e le regole di etichettatura”. Gli interessi nel campo del cibo sintetico sono concentrati nelle mani di diversi protagonisti del settore hi tech e della nuova finanza mondiale…”
Orbene, esiste una “nutrita” letteratura giornalistica ed opinionista che si scaglia contro la ingenuità di fondo delle dichiarazioni della Coldiretti.
Cerchiamo di capirci qualcosa, e come sempre prendendo spunto dalle fonti ufficiali.
L'EFSA dal sito dell’EFSA (www.efsa.europa.eu/it/topics/topic/nutrition)
“L'Unione europea dispone di un insieme esauriente di politiche e leggi che contribuiscono a garantire che gli europei abbiano accesso ad alimenti sicuri e nutrienti. Di particolare rilevanza per i politici è la necessità di iniziative e regolamenti che affrontino i rischi connessi alla cattiva alimentazione. L'EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) esercita una funzione consultiva strettamente basata su dati scientifici, e fornisce pareri non vincolanti ai gestori del rischio (la Commissione europea, il Parlamento europeo e gli Stati membri dell'UE). Approntare politiche di sanità pubblica, integrare pareri scientifici nei quadri giuridici, o autorizzare prodotti o indicazioni sulla salute costituiscono attività di gestione del rischio e sono pertanto fuori dall’ambito di competenza dell'EFSA. L’attività dell’EFSA e del suo gruppo di esperti scientifici su nutrizione, nuovi prodotti alimentari e allergeni alimentari (NDA) è in gran parte dettata da esigenze della legislazione dell'UE o da specifiche richieste della Commissione europea.”
I novel food, dal sito dell’EFSA (www.efsa.europa.eu/it/topics/topic/novel-food)
“Il concetto di nuovi alimenti non è nuovo. Nel corso della storia nuovi tipi di alimenti, ingredienti alimentari o modalità di produzione alimentare hanno fatto il loro ingresso in Europa da tutti gli angoli del globo. Banane, pomodori, pasta, frutti tropicali, mais, riso, un’ampia varietà di spezie sono tutti arrivati in Europa in origine come nuovi prodotti. Tra gli ultimi arrivati ci sono i semi di chia, gli alimenti a base di alghe, il frutto del baobab e la physalis. Ai sensi della normativa UE qualsiasi cibo che non sia stato consumato "in modo rilevante" prima del maggio 1997 è da considerarsi nuovo alimento. La categoria comprende nuovi alimenti, alimenti da nuove fonti, nuove sostanze utilizzate nei prodotti alimentari nonché nuove modalità e tecnologie per la produzione di alimenti.
Tra gli esempi: gli oli ricchi di acidi grassi omega-3 derivati dal krill come nuova fonte alimentare, gli insetti commestibili, gli steroli vegetali come nuove sostanze o le nanotecnologie come nuove modalità di produzione alimentare.” Ferma, ferma, quindi una banana è concettualmente equiparata al cibo prodotto da nanotecnologie. Il concetto mi è chiarito da un video ufficiale, dalla complessità degna delle aspettative della dirigenza europea verso la sua popolazione: (youtu.be/yyySfT4_1Ss)
Ma continuiamo:
“Sin da quando il nuovo regolamento UE sui nuovi prodotti alimentari è entrato in vigore nel gennaio 2018, la procedura di valutazione scientifica dei rischi concernente l’autorizzazione di un nuovo alimento è stata centralizzata. L'EFSA esegue le valutazioni dei rischi legati alla sicurezza di un nuovo alimento su richiesta della Commissione europea. L'EFSA effettua la valutazione della sicurezza sulla base dei fascicoli documentali presentati dai richiedenti (www.efsa.europa.eu/it/applications/novel-food-traditional-food). I fascicoli devono includere dati sulla composizione e sulle caratteristiche nutrizionali, tossicologiche e allergeniche del nuovo alimento, nonché informazioni sui processi produttivi, su gli usi e livelli di utilizzo proposti. Gli alimenti tradizionali sono un sottoinsieme dei nuovi alimenti. L'EFSA, in parallelo con gli Stati membri, ne valuta la sicurezza d’uso sulla base delle informazioni fornite dal richiedente e dei dati disponibili in letteratura scientifica. Non è l'EFSA che decide se un alimento sia da considerare nuovo o tradizionale da Paese terzo; ciò spetta ai gestori UE del rischio. Parimenti i gestori del rischio decidono se un nuovo alimento o un alimento tradizionale proveniente da un Paese terzo possa essere immesso sul mercato dell'Unione europea, e quali debbano esserne le condizioni d'uso. I tipi di richieste di autorizzazione di alimenti che l'EFSA riceve si stanno evolvendo verso nuove direzioni. Per esempio c'è un maggior interesse verso gli ingredienti e le fonti di ingredienti dentro gli alimenti. I nostri esperti scientifici si stanno preparando per tali sviluppi sia mettendo a frutto l'esperienza pregressa sia mettendo in campo specialità scientifiche e dati appropriati.
Nel novembre 2015 il Parlamento europeo e il Consiglio hanno adottato un nuovo regolamento che abroga il regolamento (CE) n. 258/97. Il regolamento (UE) 2015/2283 relativo ai nuovi alimenti (eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX:32015R2283) introduce la centralizzazione della procedura di valutazione e di autorizzazione, rendendo il processo più snello nel suo insieme. Dal 1 gennaio 2018 è la Commissione europea che ha il compito di autorizzare i nuovi alimentari e, nell’ambito della procedura, può chiedere all'EFSA di effettuare una valutazione scientifica dei rischi per stabilirne la sicurezza. Per la notifica di alimenti tradizionali provenienti da Paesi terzi il nuovo regolamento semplifica il processo di autorizzazione richiedendo prove della sicurezza d’impiego in almeno un Paese extraeuropeo per un periodo di 25 anni. La notifica viene inviata alla Commissione europea e poi inoltrata a tutti gli Stati membri e all'EFSA. Entro quattro mesi dal ricevimento di una notifica valida, uno Stato membro o l'EFSA stessa possono presentare obiezioni circa la sicurezza relativa all'immissione sul mercato dell'alimento tradizionale notificato.”
Ricapitoliamo, tutto ciò che non si mangiava già nel 1997 è novel food, il cibo tradizionale è un sottoinsieme della varietà infinita di materia con cui farcire il cittadino europeo. Se qualcosa si mangia o meno lo decide la Commissione Europea ed un richiedente può far passare ciò che vuole basta che abbia la documentazione che attesti che un Paese extraeuropeo abbia goduto dell’alimento per un periodo di 25 anni.
Per l’EFSA la carne da laboratorio: “non è più qualcosa di surreale, ma realtà” e “prima o poi entrerà anche nel mercato alimentare dell’Ue”.
Ad oggi la commissione europea non avrebbe ricevuto richieste di registrazione tra i novel food da parte dei produttori di cibi sintetici, ma parrebbe che paesi europei dell’Europa del nord ed i Paesi Bassi, i più avanzati nel settore, potrebbero presentare la domanda di autorizzazione e avviare la procedura di valutazione. Il 2 dicembre 2020, la Singapore Food Agency ha approvato per la vendita commerciale i bocconcini di pollo sintetici, è la prima volta un prodotto a base di carne realizzata in laboratorio supera la revisione della sicurezza da parte di un organo di controllo alimentare. Nel novembre del 2022 la Food and drug administration degli Stati Uniti ha dato un parere positivo per la sicurezza del pollo artificiale.
La carne sintetica è già autorizzata anche in Israele.
Qui è possibile leggere il Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 26 del 28 Marzo 2023 riguardo la Sicurezza Alimentare, Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici (disegno di legge), nel quale “Il Consiglio dei ministri, ha approvato, con procedura d’urgenza, un disegno di legge che introduce disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici. Le norme intendono tutelare la salute umana e il patrimonio agroalimentare attraverso il divieto di produzione e commercializzazione di alimenti sintetici. Il divieto comprende sia gli alimenti destinati al consumo umano sia i mangimi animali.” (www.governo.it/it/articolo/comunicato-stampa-del-consiglio-dei-ministri-n-26/22212).
Esistono studi ed affermazioni scientifiche che mostrano ma non dimostrano che la carne od altro alimento sintetico non sia che “visibilmente” uguale a qualcosa che nasce, cresce, vive e fa esperienza.
Nel passato i tacchini venivano uccisi nel modo dovuto, perché la carne ne risultasse più saporita di quella di tutti gli altri uccelli.
Oggi ci siamo abituati ad apprezzare ciò che un tempo era ritenuto immangiabile.
Concludo citando Elémire Zolla: “Il seme è un bisogno si luce, la verdura è quel bisogno che si appaga. Mangiando le verdure, cuocendole e distillandole nello stomaco, l’animale ne estrae l’essenza che assimila a se stesso, sicché, al colmo dell’intera cottura e distillazione, esse diventano parte dell’animale che vedeva la luce, diventano visioni di luce... La vita sulla terra è luce che ritorna luce.
Osservando da illuminati il pane che si mangia, vi si riconosce il sole che l’ha estratto dal grano, e se siamo ciò che mangiamo, siamo luce che vuol tornare se stessa, a se stessa: “lumen de lumine”.
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