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“Strade pubbliche a pedaggio: un insulto al Veneto!”

Pedemontana e Valsugana, pedaggiamento e project financing: riceviamo e pubblichiamo un intervento dell'ing. Giampaolo Bergamin, già consulente per le Amministrazioni locali nella fase di avvio della Pedemontana Veneta

Pubblicato il 18-06-2011
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Elena Pavan

E' stato il consulente per le Amministrazioni locali nella fase di avvio della Pedemontana Veneta, ed è un autentico archivio tecnico e storico di tutte le tematiche relative ai progetti della grande viabilità nel nostro territorio.
L'ing. Giampaolo Bergamin, di Cassola, ha trasmesso una lettera alla redazione di Bassanonet con la quale rinnova la discussione sull'argomento, con particolare riguardo alle procedure di “pedaggiamento” che, oltre alla Pedemontana, riguarderanno anche la futura variante della Supestrada Valsugana.
Pubblichiamo qui sotto integralmente il contenuto del suo intervento:


Strade pubbliche a pedaggio: un insulto al Veneto!

Gentile Direttore, si è appena concluso un serrato dibattito sull'acqua pubblica e altri servizi locali. La mobilità e le strade in divenire assumeranno sempre più un ruolo strategico e anche qui si dovrà distinguere il ruolo pubblico da quello privato.
Mi pare che esista ancora una legge che garantisce comunque un itinerario libero in alternativa reale ai tratti a pedaggiamento autostradali.
Per il Veneto e in particolare la sviluppata e ricca zona pedemontana veneta, non poter rivendicare neppure una strada di grande comunicazione aperta al libero e gratuito transito, dopo l'ingente prelievo fiscale che c'è stato, appare francamente una beffa.
E pensare che in una prima fase, nel 2001 si era riusciti a far passare il concetto superstrada pubblica e il Parlamento aveva modificato la legge istitutiva della Pedemontana, disponendo appunto la costruzione di una superstrada e provvedendo pure ad un iniziale finanziamento.
Poi l'attacco degli “autostradisti “ è ripreso, rinvigoriti dal successo berlusconiano, e neppure provando a modificare la legge statale, poiché sull'utilità di una superstrada pubblica il parere della gente era scontato, vuoi per il riutilizzo dei sedimi esistenti, vuoi per i costi dimezzati, si sono inventati la “superstrada a pedaggio” piuttosto che rivendicare ulteriori risorse a Roma. Come dire una strada che ovunque al mondo è libera e gratuita, qui nella terra ove più che altrove si rivendica da vent'anni almeno un modesto un ritorno alle tasse versate, ove si è invocato il secessionismo e ora si predica il federalismo, non si trova nulla di meglio che far pagare il transito su una strada che già per un 50% era esistente e pubblica. Per il tratto Vicentino bastava semplicemente allargare la Gasparona con una corsia per lato e in gran parte da Breganze a Thiene i terreni laterali erano già, si pensi, di proprietà pubblica.

Ma questo pare non bastare, ed ecco che improvvisamente spunta un project (progetto di finanza avanzato e finanziato in gran parte da privati che assoggetterà l'opera ad un pedaggio) anche sulla Valsugana, proprio quando sembrava che lo Stato potesse instradare un po' di risorse, come l'ex Ministro dei LLPP Di Pietro aveva assicurato.
Perché questo project e perché poco dopo che parevano ormai sbloccarsi delle risorse statali? In realtà a degli attenti Amministratori qualche ipotesi sarà pur passata per la mente? Nessuno ad esempio si è preso la briga di verificare se per esempio i perdenti gara della Pedemontana non fossero in parte i proponenti del project Valsugana?
Quasi tutti si sono fatti attrarre e depistare dalle assurde quanto impraticabili ipotesi iniziali di tracciato del progetto in destra Brenta, trascurando invece la sostanza: con questo project una strada essenziale e quasi del tutto realizzata con risorse pubbliche, per qualche chilometro d'intervento in project, diventerà una strada a gabella! Ma è questo il Veneto che vogliamo? Tasse inalterate da vent'anni, se non in aumento, e ora tassazione perpetua anche per usare le strade pubbliche attuali. Interessante connotazione del federalismo alla veneta. E mentre il Romano Sindaco Alemanno appena ha avvertito la possibile gabella sul raccordo anulare ha alzato le barricate, i nostri referenti politici alzano le mani. Chi per arrendersi chi per approvare, a seconda del ruolo istituzionale occupato. Non sarebbe meglio visto che i referenti principali sono in sintonia con il Governo chiedere risorse in maniera energica, come ad esempio hanno saputo fare i loro colleghi lombardi per la similare “pedemontana lombarda”?

Giampaolo Bergamin

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