Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
4-11-18 Settembre 2025
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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Pubblicato il 17-03-2011
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Rosà, uno dei Comuni più verdi del Veneto, aggiunge anche il bianco e il rosso.
E così l'Amministrazione leghista del paese ha deciso di celebrare, questa mattina davanti al Municipio in Piazza della Serenissima, la festa per i 150 anni dell'Unità Nazionale.
Assente il sindaco, on. Manuela Lanzarin - ufficialmente “fuori Rosà per altri impegni” - il compito di fare gli onori di casa è toccato al vicesindaco Natale Zonta.
Fascia tricolore e spilla di Alberto da Giussano: il vicesindaco leghista di Rosà Natale Zonta ha celebrato i 150 anni dell'Unità d'Italia
Presenti alla cerimonia i rappresentanti degli Alpini e delle altre associazioni combattentistiche e d'arma, con bandiere tricolori al seguito, e alcuni amministratori e consiglieri comunali.
Nell'occasione, il vicesindaco ha prima proposto una lettura critica dei fatti storici collegati alle elezioni e alla formazione del primo Parlamento italiano.
“Nel gennaio 1861 - ha affermato Zonta nel suo discorso - si tennero le elezioni per il primo Parlamento Unitario. Su quasi 26 milioni di abitanti, il diritto a votare fu concesso solo a 419.938 persone (circa l'1,8%), soltanto 239.538 si sono recati a votare e alla fine i voti validi si ridussero a 170.567, dei quali oltre 70.000 erano impiegati statali.
Vengono eletti 85 fra principi, duchi e marchesi, 28 ufficiali, 72 fra avvocati, medici e ingegneri”.
“Il 18 febbraio 1861 - ha ancora detto il vicesindaco - Vittorio Emanuele II, con un solenne discorso, inaugurò a Torino il nuovo Parlamento formato dai rappresentanti di tutti gli Stati e territori italiani annessi al Regno di Sardegna al fine di esaminare il progetto governativo di Unità Nazionale. Il sovrano sorvegliò la discussione per far respingere le manifestazioni di tipo democratico. Finalmente il 17 marzo 1861 Vittorio Emanuele firmò con Cavour la legge che proclamava il Regno d'Italia”.
Dai cenni storici all'Italia di oggi: “Siamo qui oggi - ha continuato Zonta - a celebrare una data, un evento storico molto importante, il 17 marzo 1861. Ricordare - per noi -, è e sarà sempre un dovere morale. Ricordare è importante, perché non si ripetano gli errori della storia e perché la storia ci sia di insegnamento per il futuro.”
“E' anche il giorno - ha proseguito l'amministratore leghista - in cui insieme riflettiamo sulle responsabilità e sui doveri che ciascuno di noi ha nei confronti di questo nostro Paese, perché possa essere veramente unito. Gli italiani sembrano non ricordare le vicende dei loro progenitori, sacrificati per farci vivere in un mondo più libero e senza guerre.”
“Oggi - è il passo centrale del discorso celebrativo - non abbiamo bisogno di un vecchio sentimento patriottico, ma di una valorizzazione di molte identità, da quella nazionale a quella locale e a quella europea, senza prevaricazioni. Sono convinto che questo si possa raggiungere solo con il federalismo e le radici del mutamento di oggi in senso federale vanno ricercate proprio nella storia di ieri, nelle dinamiche che hanno portato il Paese ad unirsi. L'unità sarà più sentita ed apprezzata quando saranno riconosciute le identità dei popoli e ci sarà il rispetto delle proprie tradizioni e delle diversità.”
“Come è giusto e doveroso - ha concluso il vicesindaco di Rosà - celebriamo questi 150 anni nel segno dell'Unità d'Italia. Li celebriamo nella Piazza più importante e significativa della nostra comunità, Piazza Serenissima, davanti al tricolore. Viva Rosà. Viva il Veneto. Viva l'Italia unita e federale”.
La fedeltà alla bandiera e all'Unità Nazionale - anche se in chiave federalista - affermata da un esponente del Carroccio è una presa di posizione che fa notizia.
Ma il vicesindaco di Rosà ci fa capire che l'appartenenza all'Italia, al di là delle polemiche e discussioni sul tricolore, è fuori discussione.
“Dal '93 siamo alla guida del Comune - dichiara Zonta a Bassanonet -. Sarebbe un feudo leghista, ma abbiamo la testa sulle spalle”.