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Alessandro TichAlessandro Tich
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Attualità

Jacopo 500, il flop della presunzione

Solo 27.500 visitatori per la mostra su Jacopo Bassano al Museo Civico. Un bilancio fallimentare a confronto con le mostre di Giorgione a Castelfranco e di Cima a Conegliano. Necessario, per il Comune, un esame di coscienza

Pubblicato il 26-06-2010
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Diciamolo subito: che la mostra “Bassano da vedere - Jacopo Bassano e lo stupendo inganno dell'occhio” era partita con il piede sbagliato, lo avevamo segnalato già in tempi non sospetti. Lo avevamo detto e scritto a chiare lettere nel nostro articolo - molto letto e molto commentato - “Jacopo, se ci sei batti un colpo”, pubblicato il 3 marzo scorso ( si veda notizie.bassanonet.it/attualita/5244.html ), nel quale annotavamo con grande amarezza l'assoluta mancanza di comunicazione e di pubblicità sull'evento e la totale assenza di coinvolgimento della città alla vigilia dell'inaugurazione dell'esposizione promossa dal Comune e dal Museo Civico quale primo evento celebrativo per i 500 anni dalla nascita del nostro più grande pittore. Un intervento che constatava le varie carenze della macchina organizzativa ma con un'apertura di credito nei confronti degli organizzatori stessi: “I conti li faremo alla fine - scrivevamo ancora in conclusione di articolo - sperando sinceramente che anche il bilancio della mostra 2010 sia ampiamente positivo.”
Ora, a mostra conclusa, i conti sono arrivati: affidati ad un comunicato stampa diffuso via email alle redazioni dopo che una conferenza stampa sul bilancio della manifestazione era stata precedentemente annunciata, quindi rinviata e poi definitivamente annullata.
“L'evento - informa il comunicato stampa - ha fatto registrare 27.500 visitatori e la vendita di quasi 900 cataloghi.”

“Il primo evento del progetto celebrativo dedicato al maestro si chiude con grandi riconoscimenti” - recita ancora il comunicato. Ma il realtà - numeri alla mano - si tratta di un bilancio fallimentare, per il grande nome del pittore bassanese - che merita ben più ampie platee - e soprattutto in rapporto al costo complessivo della mostra: 530mila euro, che a casa nostra corrispondono a oltre un miliardo di lire.
La mostra di Jacopo al Museo Civico di Bassano paga lo scotto del confronto in contemporanea con le altre due grandi mostre d'arte allestite nel Veneto nello stesso periodo: quella di Giorgione a Castelfranco Veneto e la rassegna su Cima a Conegliano.
La prima ha chiuso i battenti con un bilancio di 138.886 visitatori (esclusi i circa 7mila del giorno dell'inaugurazione), con l'intervento di 1350 giornalisti e con un giro di affari al bookshop che ha registrato la vendita di oltre 4mila cataloghi e quasi 6mila biografie.
Nell'ultimo mese e mezzo, la mostra di Castelfranco ha dovuto persino allungare l'orario di apertura fino a sera inoltrata per permettere l'ingresso alle decine di migliaia di visitatori che continuavano a prenotare il biglietto.
E che dire di Cima da Conegliano? La mostra a Palazzo Sarcinelli a Conegliano Veneto, prolungata di un mese per la massa di richieste, si è conclusa con un consuntivo di 110.113 visitatori, con una media giornaliera di circa mille persone.
“Questi dati così positivi - ha commentato Andrea Brunello, amministratore delegato di Artematica, società organizzatrice della mostra su Cima - sottolineano la bontà di iniziative nate e pensate per il territorio. Quando un evento è sentito a livello locale si genera un circolo virtuoso che porta risultati ben oltre le aspettative iniziali.”
Un “sentimento locale” che a Bassano del Grappa è clamorosamente mancato. Quello di “Bassano da vedere” è stato il flop della presunzione: la presunzione di pensare che bastassero il nome di Jacopo Bassano e l'alto livello scientifico della mostra per garantirne il successo.
Il Comune di Bassano - in vista dei futuri eventi del Cinquecentenario, previsti fino al 2012 - dovrà compiere una severa analisi interna e fare soprattutto un esame di coscienza sulle modalità di gestione dei prossimi appuntamenti.
Una buona pastasciutta dipende anche da un buon condimento. E il condimento, in questo caso, era un sugo composto da ingredienti totalmente mancati: comunicazione, apertura mentale, coinvolgimento della città, eventi collaterali di richiamo per la gente e non iniziative di élite. Jacopo 500 si è rivelato invece un piatto di pasta scotta e senza sale: per questo, tristemente indigesta.


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