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Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
Un’Italia da bollino nero
Ieri sera al Castello degli Ezzelini Operaestate ha portato sul palco un inedito racconto NoStrano
Pubblicato il 08-08-2009
Visto 3.103 volte
Non si è esitato purtroppo a riconoscere questa nuova Italia da bollino nero in “L’Italia s’è desta”, catalogo NoStrano sfogliato in capitoli da Ottavia Piccolo e Luisa Cattaneo ieri sera al Castello degli Ezzelini. Non hanno stupito più di tanto la descrizione del panorama da cash&carry del territorio veneto, né la storia della rapina kamikaze dell’ultrasettantenne genovese, un uomo d’altri tempi e quindi di un’altra Italia con una pensione da fame che aveva tirato fuori il vestito del matrimonio dalla naftalina per andare a chiedere un mutuo in banca ed era stato allontanato con la scusa che non era poi proprio “uno di loro”, come recitava lo slogan dell’Istituto di credito a 5 stelle. Non hanno destato una grande meraviglia la storia della piccola biondina dell’Est data in pasto ai piraňa dal proprietario di un circo esotico, così, tanto per fare audience; né le vicende del Dottor Morte, un imprenditore della regione padana che “guardata dall’alto sembra una gigantesca fetta di prosciutto” dove la fortuna dell’economia è costruita sull’ammazzare, a turno, vitelli, polli, maiali, e qualche ignaro pakistano imbrigliatosi per sbaglio sul nastro trasportatore del macello. Forse una punta di stupore ha fatto fremere gli animi quando sono stati snocciolati con una sequela da TG i danni provocati dal massimo polo siderurgico europeo a Taranto, una città che la storia ci ha consegnato come un gioiello d’arte e cultura e si vede restituita con un fiotto di veleno, una verità dura come l’acciaio. Le storie raccolte e appuntate nel corso degli anni da Stefano Massini e restituite in versione teatrale in questo spettacolo, rappresentano in negativo, come dice l’autore, “L’alba del Terzo millennio”. I flauti di Andrea Portera, sul palco tra le due attrici, quasi dei jingles d’intervallo nel notiziario, hanno cercato di riannodare i fili di storie senza musica, stonate, che dovrebbero indignare oltre ogni limite, non provocare tiepidi applausi ma balzi sulle sedie. Resta la speranza che “L’Italia si desti”.
Ottavia Piccolo, Andrea Portera e Luisa Cattaneo
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