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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Attualità

Acqua in bocca

Intervento del Comitato Coordinamento Acqua Brenta e della Rete Associazioni sul richiamo a un’eventuale partecipazione privata nel nuovo statuto di Etra. “È lesivo fare questo cambiamento senza aver dibattuto alcunché nei Comuni coi cittadini”

Pubblicato il 09-12-2023
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Proprietà privata all’interno di Etra Spa?
Continua a fare rumore la notizia esplosa nei giorni scorsi, riguardante l’“apertura” ad un’eventuale partecipazione privata nella società multiutility di proprietà dei Comuni, espressa nell’articolo 10 del nuovo statuto di Etra in fase di ratifica da parte dei consigli comunali dei Comuni soci.
Il presidente del Consiglio di Gestione di Etra Flavio Frasson ha già rassicurato a mezzo stampa che “Etra è e resterà un’azienda totalmente pubblica” di cui “i proprietari sono i Comuni”. E questo perché “l’affidamento in house dei servizi da parte del bacino ad Etra crea l’impossibilità di una partecipazione dei privati nella società”.

Foto Alessandro Tich

Eppure le antenne sono ancora puntate sulle decisioni della società che accompagna la nostra vita con le sue puntuali bollette e che gestisce sul territorio di competenza il servizio idrico e il servizio rifiuti, con un ramo d’azienda dedicato anche all’energia.
Sono infatti pervenuti in redazione, con un’unica email, due distinti comunicati stampa trasmessi rispettivamente dal Comitato di Coordinamento Acqua Brenta, a firma del presidente Valter Lovato, e dalla Rete delle Associazioni attive nel territorio di Bassano del Grappa, di Marostica e del Padovano sul tema dell’“acqua bene comune”.
I due interventi - recanti osservazioni sui “punti più controversi” - sono stati trasmessi, come spiegano i mittenti, “in merito alla proposta di nuovo statuto di Etra Spa, di cui i cittadini nulla sanno e che dovrebbe invece essere stata oggetto di dibattito”.
Si rileva, tra le altre cose, che nell’articolo 10 del nuovo statuto di Etra sono presenti “poche ma chiare parole che ipotizzano la possibilità di assegnare quote di capitale sociale a soggetti privati”. “In realtà - osservano le Associazioni - tale possibilità è già citata nello statuto vigente, laddove si richiamano i decreti legislativi 50 e 175 del 2016, che esigono per le società in house il requisito dell’intero capitale pubblico, salvo che la legge non preveda o non prescriva forme di partecipazione di soggetti privati a determinate condizioni”.
Viene in tal senso citata la componente del CdA di Etra Tiziana Stella che, audita in consiglio comunale a Bassano del Grappa, ha giustificato tale clausola come “un mezzo per riservarsi in futuro la possibilità discrezionale di cogliere delle opportunità di accorpamento con soggetti privati o a capitale misto”.
Tradotto con le nostre parole: in quanto società “in house” - e cioè affidataria di servizi gestiti internamente all’organizzazione degli enti pubblici proprietari - Etra Spa deve chiudere la porta alla partecipazione dei privati.
Ma questi ultimi, nel caso di eventuali “prescrizioni di legge” riferite a “determinate condizioni” che consentano forme di “decisioni discrezionali”, potrebbero rientrare dalla finestra.
Anche se si tratterebbe in ogni caso di “partecipazioni assolutamente minoritarie” e riguardo a ciò “la minaccia di essere controllati da un soggetto privato è assolutamente lontanissima”, come ha specificato in consiglio comunale a Bassano la consigliera del CdA della società.
Comunque sia, da parte del Coordinamento Acqua Brenta viene sottolineato il fatto che il cambiamento di statuto sia in corso di approvazione “senza che nei Comuni non si sia dibattuto alcunché con i cittadini”.
Per la serie: acqua in bocca.

COMUNICATO COMITATO DI COORDINAMENTO ACQUA BRENTA

In questi giorni i Consigli Comunali soci di Etra Spa, sono chiamati a ratificare il nuovo statuto che dovrebbe rendere la società più agile nel rispondere alle esigenze del mercato e alle richieste dei cittadini.

Nel prendere atto di ciò, come cittadini che hanno a cuore le sorti di Etra Spa, della quale capiamo il valore, e che attraverso i sindaci è di nostra proprietà, non possiamo esimerci di puntare l’attenzione su alcune clausole, che se in un’azienda privata possono sembrare marginali, in un’azienda totalmente pubblica e di proprietà dei circa 600.000 cittadini Veneti che la utilizzano, così non è.

Le maggiori criticità rilevate sono:

1) chiediamo che nell’articolo 10 dello statuto, ove è presente un richiamo ad una eventuale partecipazione privata, sia scritto che la società è pubblica e tale rimanga salvo prescrizioni di legge.

2) il limite di spesa previsto nell’articolo 32 dello statuto, che può essere utilizzato dal Consiglio di Amministrazione pari ad un importo del 10% del patrimonio netto della società, senza nessun controllo o confronto con il Comitato di Coordinamento, è troppo elevato. Crediamo che l’1% sia sufficiente, dato che, salvo errori, in quanto non siamo fiscalisti, il dato relativo al patrimonio netto del 2022 è di quasi 237 milioni di euro.

3) Nell’articolo 39 chiediamo che gli eventuali utili non vengano divisi tra i soci ma che siano utilizzati per gli investimenti futuri.

Inoltre, abbiamo rilevato che non viene indicato quante volte si devono riunire il Comitato di Coordinamento e il Consiglio di Presidenza per espletare i propri compiti, crediamo che minimale sia 3 volte per il Comitato di Coordinamento e il Consiglio di Presidenza e 6 volte l’anno per il Consiglio di Amministrazione.

In quanto associazione ambientalista, quanto viene citato nell’oggetto sociale di Etra, ovvero che può costruire inceneritori, produrre e commercializzare acqua confezionata, avere delle partecipate, non ci trova d’accordo.

Chiediamo che le convocazioni e relativi verbali vengano resi pubblici, al fine di permettere ai cittadini di essere informati delle decisioni prese e di poter essere parte attiva nel contribuire positivamente allo sviluppo di Etra.

Fare questo cambiamento senza che nei Comuni non si sia dibattuto alcunché con i cittadini, lo riteniamo lesivo nei confronti dei cittadini; i servizi pubblici sono essenziali per la vita di tutti, non solo per il mercato.

Per il Coordinamento Acqua Brenta
Il Presidente Valter Lovato

COMUNICATO RETE ASSOCIAZIONI

ACQUA PUBBLICA e PRIVATI IN ETRA

Nel nuovo Statuto di Etra, che sta circolando per approvazione nei Consigli Comunali dei Comuni soci, sono presenti all'art. 10 (Requisito del totale capitale pubblico) poche ma chiare parole che ipotizzano la possibilità di assegnare quote di capitale sociale a soggetti privati. In realtà tale possibilità è già citata nello statuto vigente, laddove si richiamano i decreti legislativi 50 e 175 del 2016, che esigono per le società in house il requisito dell’intero capitale pubblico, salvo che la legge non preveda o non prescriva forme di partecipazione di soggetti privati a determinate condizioni.
Si evidenzia che tali prescrizioni di legge in Italia non esistono e che quindi l’affidamento in house dei servizi richiede che il capitale sociale del gestore sia al cento per cento pubblico.

Ma perché ribadire queste “aperture”? Audita dal Consiglio Comunale di Bassano del Grappa, una componente del CdA di Etra le ha giustificate come un mezzo per riservarsi in futuro la possibilità discrezionale di cogliere delle opportunità di accorpamento con soggetti privati o a capitale misto. Molto di più dell'adempimento obbligato di una prescrizione di legge che eventualmente dovesse essere varata.

Dobbiamo intendere ciò come un orientamento di Etra ad una deriva privatistica che stravolgerebbe l’essenza pubblica della Società?

Questa ipotesi ha avuto risonanza e clamore nei media locali i quali, riferendo sull’andamento del Consiglio Comunale, l’hanno rappresentata come un esito possibile (forse auspicabile) per la gestione dei servizi pubblici locali.

Vista anche la smentita a mezzo stampa da parte del Presidente di Etra, riteniamo che la consigliera del CdA di Etra debba chiarire se quanto ha espresso rappresenti un punto di vista personale, del quale si assume la responsabilità, o una prospettiva condivisa così come presentata durante l’audizione.

Un tale esito sarebbe il contrario di quello che ha deciso nel 2011 la stragrande maggioranza degli italiani e dei cittadini del territorio Etra, con i vittoriosi referendum che espressero la ferma volontà di togliere l’acqua e i servizi pubblici locali dal mercato.

Anche recentemente le nostre Associazioni e i Comitati consultivi dei Bacini Brenta e Bacchiglione hanno inteso difendere la gestione pubblica dell’acqua, inviando una lettera al presidente Zaia e ai Sindaci per sollecitarli a vigilare sugli effetti del d.lgs 201/2022 (la norma prevede un aggravamento degli adempimenti richiesti alle società in house favorendo così le gestioni private).

Poiché il contributo della consigliera del CdA è stato offerto nella seduta consiliare di Bassano, è necessario segnalarle che un tale esito sarebbe il contrario anche di quello che il 26 novembre 2013 il Consiglio Comunale di Bassano del Grappa ha votato all’unanimità per modificare lo Statuto Comunale.
Grazie a quella iniziativa oggi lo Statuto Comunale della Città di Bassano del Grappa recita così:

“Art. 3 bis - Diritto all’acqua e principi per la gestione del servizio idrico integrato
1. Il Comune di Bassano del Grappa riconosce il diritto umano all’acqua, ossia l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene comune pubblico. Garantisce che la proprietà e la gestione della rete e degli impianti di acquedotto, distribuzione, fognatura e depurazione siano pubbliche e inalienabili, nel rispetto delle normative comunitarie e nazionali.
2. Il servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale di interesse generale. Il Comune, in attuazione della Costituzione e in armonia con i principi comunitari, per promuovere nel proprio territorio la coesione sociale e la solidarietà, garantire la protezione dell’ambiente e della salute ed assicurare l’accesso all’acqua per tutti i cittadini con pari dignità e in misura sufficiente, si impegna, nell’ambito delle competenze che gli sono riconosciute dalla legge, a far sì che la gestione del servizio idrico integrato sia effettuata da un soggetto a totale partecipazione pubblica, con le caratteristiche di seguito riportate: esclusione di qualunque forma di profitto nella gestione, che non si sostanzi nel reimpiego in via esclusiva per gli investimenti nel servizio di tutto l’eventuale utile aziendale maturato; efficienza e trasparenza nella gestione, con modalità operative che assicurino il coinvolgimento, la partecipazione e l’impegno condiviso dei cittadini.”

In una prossima seduta del Consiglio i Consiglieri Comunali di Bassano del Grappa (socio di maggioranza relativa di ETRA) saranno chiamati a riaffermare i principi del loro Statuto Comunale e quanto deciso fino ad ora dalle istituzioni e dai cittadini che rappresentano.

L’ARTICOLO 10 DEVE ESSERE MODIFICATO AFFERMANDO CHE I SOCI DI ETRA SONO E SARANNO IN FUTURO SOLO LE ISTITUZIONI PUBBLICHE, SEGNATAMENTE I COMUNI.

Le sottoscritte Associazioni, in sintonia con i cittadini attivi sul tema, chiedono a tutti i Consiglieri Comunali dei Comuni soci di ETRA di considerare con attenzione, nell'approvare lo Statuto, sia la formulazione dell’art. 10 sia altri importanti passaggi che riguardano l’esercizio del controllo analogo (strumento imprescindibile di governo della Società da parte dei Comuni soci) e la costituzione di Etra in Società benefit.

Si scrive acqua, si legge democrazia, difendiamo l’Acqua Bene Comune.

ASSOCIAZIONE ACQUA BENE COMUNE VICENZA
COORDINAMENTO ACQUA BRENTA
COMITATO ACQUA BENE COMUNE MAROSTICA
A.N.PI. SEZIONE “MARTIRI DEL GRAPPA” DI BASSANO DEL GRAPPA
CENTRO D’INIZIATIVA POLITICO-CULTURALE “ROMANO CAROTTI”
ACLI CIRCOLO “PIETRO ROVERSI” DI BASSANO DEL GRAPPA

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