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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Special report

Politica

Quel gran Genius del mio amico

Minoranze a gamba tesa su amministrazione Pavan e Genius Center dopo il parere del DIPE

Pubblicato il 18-08-2023
Visto 8.647 volte

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Quel gran Genius del mio amico, lui saprebbe cosa fare.
Peccato che l’amico sia il DIPE, il Dipartimento per la Programmazione e il Coordinamento della Politica Economica della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
E, certamente, saprebbe cosa fare: lo ha infatti scritto in una relazione di 32 pagine, trasmessa all’amministrazione comunale di Bassano.

I consiglieri di opposizione intervenuti in conferenza stampa (foto Alessandro Tich)

Parafrasando i sommi Battisti e Mogol, questa è l’estrema sintesi del caso del parere preventivo del DIPE in merito all’impianto giuridico ed economico-finanziario del PPP (partenariato pubblico-privato) per il Genius Center.
Ora scoppia la guerra della “lettura” e cioè dell’interpretazione del documento.
Come ho riportato nell’articolo precedente, il sindaco Pavan e l’assessore e vicesindaco Zonta - con dichiarazione congiunta - rifiutano la parola “bocciatura” e dichiarano che il parere del DIPE “non è un’approvazione e non è un diniego”.
Un puro parere tecnico non vincolante, rimarcano i due amministratori: “Sarà cura della struttura del Comune di Bassano proseguire l’analisi anche con l’ausilio di uno studio esterno a cui affidare la parte della disamina amministrativa e finanziaria.”
Di tutt’altro avviso, contenuti del documento alla mano, sono i consiglieri di opposizione del centrosinistra. Vale a dire Roberto Campagnolo, che ha tirato fuori il caso ottenendo il testo del parere a seguito di richiesta di accesso agli atti, & Friends.
Conferenza stampa convocata in sala Tolio, a una sola parete di distanza dal Buco col Cantiere Intorno dell’ex Polo Santa Chiara.

DIPE, che dice

Vi riferirò più avanti delle dichiarazioni politiche rese nell’occasione dalle minoranze.
Ma prima bisogna entrare nel merito del parere espresso dal Dipartimento, di cui Campagnolo - con l’ausilio di alcune slides - presenta i punti rilevanti.
Pronti per la parte “strong” dell’articolo? E allora…via!
“C’è un equivoco di fondo in questa storia - esordisce il capogruppo del Gruppo Misto -. Il partenariato pubblico-privato prevede una manifestazione di interesse da parte dei privati e l’ente pubblico deve valutarne l’utilità. Noi siamo ancora nella fase di presentazione della manifestazione di interesse. Non siamo all’anno zero, ma all’anno -1. Questo anno -1 è stato raccontato come una soluzione a un problema.”
Ed ecco i punti nodali della relazione DIPE.
Numero uno: “Le considerazioni svolte nel presente parere non assumono portata vincolante per l’Amministrazione (…), non esonerando quest’ultima dalle responsabilità connesse a tale esercizio.”
“L’amministrazione rimane responsabile - commenta Campagnolo -. Se dovesse essere elevata in futuro qualsiasi contestazione per danno erariale, questa ricade sul funzionario di turno e non sull’assessore. Se non sono iperblindati su procedure di questo genere, i funzionari non le firmeranno mai.”
Numero due: “La Pubblica Amministrazione deve valutare autonomamente se ricorrere al partenariato pubblico-privato piuttosto che a contratto di appalto tradizionale, verificando quale sia l’opzione che consente, in concreto, di perseguire l’interesse pubblico garantendo al contempo maggiori benefici.”
Campagnolo: “Manca la valutazione su cosa sia più conveniente. Il partenariato pubblico-privato è stato spacciato come unica soluzione.”
Numero tre: “Occorre dare chiara evidenza, nell’ambito della contribuzione pubblica, del valore del diritto di superficie.”
Campagnolo: “Il privato ha un vantaggio economico dall’utilizzo dell’area. Il privato deve quindi indicare all’ente pubblico il “valore di sfruttamento” per l’intero arco temporale del partenariato. Questo valore economico va calcolato, e non è stato fatto.”
Numero quattro: “Il progetto di PPP appare complesso e atipico, in quanto non risulta limitarsi al solo leasing finanziario (…) ma comprende altresì la progettazione, realizzazione, finanziamento (tramite leasing), manutenzione e gestione del Genius Center.”
Il DIPE, in questo paragrafo, certifica il costo complessivo dell’operazione per le casse comunali: 23,2 milioni di euro per l’investimento da restituire ai privati nell’arco dei vent’anni dell’accordo, più 1,8 milioni di euro per i canoni di manutenzione della struttura. Totale: fanno 25 milioni di euro, tondi tondi.
Numero cinque: “Il PEF non rispetta le condizioni di equilibrio, indicate nelle linee guida ANAC n. 9.” Dove PEF = Piano Economico Finanziario e ANAC = Autorità Nazionale Anticorruzione.
Qui la materia è davvero ostica, cercherò di fare uno sforzo di chiarezza.
Qui entra in gioco il VAN (Valore Attuale Netto). È l’indice dei flussi di cassa originati da un progetto in un arco di tempo definito. Le linee guida ANAC dicono che “l’equilibrio economico-finanziario è verificato quando (…) il valore netto dei flussi di cassa del progetto (VAN del progetto) è prossimo a zero.”
Il VAN è pari a zero quando l’attività genera un rendimento pari a quello offerto da progetti e investimenti comparabili. Il PEF del Genius Center indica invece un VAN di progetto di + 2.097.000 euro. Mi fermo qui su questo punto per non farvi venire il mal di testa. Basterà dire che portare il VAN prossimo a zero ed evitare così contestazioni dell’ANAC, i privati dovrebbero rinunciare a considerare questi margini di incasso.
Numero sei: “La sostenibilità finanziaria andrà verificata confrontando il canone pagato dall’operatore privato con i canoni di locazione che l’Amministrazione dovrà pagare alla società di leasing, individuando, se necessario, le fonti addizionali di copertura.”
Campagnolo: “Il DIPE dice al Comune: “dove tiri fuori i soldi? Me lo devi dire subito”. E come tiri fuori i soldi per pagare i 25 milioni di euro, mediamente 1.250.000 euro all’anno per vent’anni? Le strade alternative sono solamente due: o aumenti le tasse o tagli i servizi.”
Numero sette: “Il PEF presentato dal Proponente prevede l’accensione di un finanziamento iniziale di 430 mila euro e la sottoscrizione di capitale sociale per 50 mila euro, destinati prevalentemente a copertura delle perdite iniziali di esercizio.”
Campagnolo: “Andava verificata l’affidabilità dei proponenti, che hanno poco capitale proprio. Il DIPE indica una situazione di potenziale squilibrio finanziario, “attesa l’eccessiva dipendenza del proponente dal finanziamento di terzi”.”
Conclusioni del documento: “Si suggerisce di tenere adeguatamente conto della atipicità del contratto. (…) Inoltre, le premesse allo stato sembrerebbero carenti nella necessaria enunciazione dei presupposti e delle condizioni di base che determinano l’equilibrio economico finanziario del Piano Economico Finanziario da allegare al contratto.”
Ci siete, fino qui? Bene. Ancora un piccolo sforzo, dai.

Le dichiarazioni delle minoranze in conferenza stampa

Riccardo Poletto:
“Io non credo che questa proposta arriverà in consiglio comunale. Temo che i tecnici la bloccheranno prima. Però dico ai consiglieri di maggioranza: attenzione, pensateci molto bene. Non continuiamo in un percorso in cui il primo ente che si è espresso ha detto: “lascia stare”. Adesso per l’ex Polo Santa Chiara si è ancora in tempo per ripensare una soluzione dignitosa, sostenibile ma soprattutto utile.”
Erica Fontana:
“Anche questa vicenda dimostra come l’attuale amministrazione non fa attenzione alle esigenze della città. Questa relazione salta fuori solo perché il consigliere Campagnolo ha richiesto un accesso agli atti. Siamo purtroppo nella coerenza di un’amministrazione che con arroganza e superficialità cerca di dimostrare non si sa che cosa.”
Anna Taras:
“Stupisce la necessità di dare il supporto di un legale agli uffici comunali. È un segno dell’intenzione di mantenere la proposta senza modificarla più di tanto.”
Paola Bertoncello:
“Le minoranze sono compatte sull’idea di quella che sarà la città del futuro, mentre questa maggioranza, che sta perdendo colpi, ha poca attenzione per il coinvolgimento della città.”
Roberto Campagnolo:
“Delle tre amministrazioni che hanno seguito il cantiere del Santa Chiara, l’amministrazione Pavan ha un triste primato: non ha lavorato un minuto su questo cantiere e in compenso ha speso soldi su questo cantiere, ne spenderà ancora e rischia di arrivare a fine mandato senza nulla in mano. Questa cosa grida vendetta, non è sempre possibile dare la colpa a qualcun altro.”
Angelo Vernillo:
“Questa amministrazione non aveva parlato con la città, non ha idee su nulla e a meno di un anno dalla fine del mandato va a chiedere in prestito idee ai privati. Bisogna fermarsi, non andare avanti, pensare un progetto per riconsegnare questo spazio utile alla città, da realizzare internamente, senza indebitare la città.”
“Chi si può fidare ancora di questa amministrazione? Noi continueremo a vigilare nei prossimi dieci mesi perché non vengano fatte cose a danno della città. Non staccheremo la spina.”
“C’è una lettera di Fondazione Cariverona. Chiedeva al sindaco Pavan e all’assessore Zonta di presentare un progetto per evitare il ritiro del contributo di 5 milioni di euro per il Santa Chiara. Loro non hanno presentato nulla. È questa una responsabilità politica che non dobbiamo dimenticare. E dicono che le amministrazioni precedenti non hanno fatto niente. Che si vergognino di non aver presentato niente.”

Epilogo

Che dire, in conclusione?
Al netto della “lettura” politica del documento del DIPE, il parere del Dipartimento governativo indica oggettivamente una serie di paletti, pardon di travi all’interno delle quali l’amministrazione di Bassano dovrebbe resettare i termini dell’operazione.
In altre parole, andrebbe in gran parte riscritto l’impianto, in primis economico e finanziario, della proposta di accordo pubblico-privato che fino ad oggi ha tenuto in piedi (in linea teorica) la prospettiva del Genius Center.
Solo così - anche se per le opposizioni il Genius Center non esiste più - un residuo di speranza sulla fattibilità del progetto, riveduta e corretta in termini molto più sostenibili e assai meno faraonici, avrebbe ancora ragione di esistere.
È come se il DIPE dicesse al Comune, ritornando a Battisti e Mogol:
“E potresti ripartire. Certamente non volare, ma viaggiare.”

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