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Valeva la pena allontanarsi di qualche chilometro dal bassanese per ascoltare dalla viva voce di Luigi Bisignani e Paolo Madron un po’ sano di gossip politico romano ai massimi livelli.
Tra un “tee shot” e un “putt”, nella splendida ambientazione del golf club dei Colli Berici a Brendola, riparati dai rami di un maestoso albero a bordo piscina, la coppia di autori ha presentato ai lettori vicentini il libro fresco di stampa “I potenti al tempo di Giorgia”, edizioni Chiarelettere.
Giovedì nel tardo pomeriggio, il giornalista Luigi Bisignani (ma è evidentemente riduttivo citarlo solo così, basti pensare che Silvio Berlusconi arrivò a dire qualche anno fa: “Bisignani è più potente di me”) e il direttore di Lettera43, il vicentino Paolo Madron, sollecitati da Antonio Di Lorenzo, hanno distillato più di una gustosa pillola sui retroscena del nuovo potere politico targato Meloni.

Paolo Madron, Antonio Di Lorenzo e Luigi Bisignani
Per inquadrare la biografia di Luigi Bisignani, i lettori di Bassanonet possono reperire dettagliatissime informazioni sul web, sui giornali, sui libri di cronaca politica degli ultimi 40 anni.
Personaggio controverso e discusso, c’è però un punto fermo sulla figura di Luigi Bisignani che mette tutti d’accordo: fin dalla fine degli anni Settanta, da quando occupava il ruolo di capo ufficio stampa del potente ministro del Tesoro Gaetano Stammati, è venuto a conoscenza di una incredibile quantità di notizie riservate e di retroscena dell’inestricabile retrobottega italiano che ha messo assieme politica, affari, potere, lobbyes e finanza, Vaticano, Servizi e chi più ne ha più ne metta.
Dei diversi botta e risposta a commento del libro riportiamo solo qualche flash di attualità politica:
«Giorgia Meloni è una assoluta fuoriclasse, ma ha un problema: alcuni ministri sono totalmente inadeguati. Il ministro Urso è inadeguato, Pichetto che Meloni chiama “Pochetto”, Ciriani che si fa scappare tutte le votazioni. Il vero problema di questo governo è questo governo. Per questo si arriverà ad un rimpasto», dice Bisignani. Stando a sentire l’ex giornalista dell’Ansa, la premier è destinata ad una lunga gestione del potere in Italia, in grado di superare anche la “maledizione” dei mini cicli di leadership che hanno caratterizzato la frammentazione politica degli ultimi dieci anni: prima Monti in quota tecnocrazia, poi Letta, poi Renzi, poi Grillo e i 5 Stelle e in parte anche le ambizioni di primissima linea di Matteo Salvini.
Gli italiani in pochissimo tempo si sono stufati di tutto e hanno “bruciato” in serie un leader dopo l’altro.
«Durerà dieci anni, nel 2024 dopo le Europee avrà una grande maggioranza nel Paese e chiederà le elezioni anticipate per consolidare il suo potere. Nel frattempo, diventerà la leader dei Conservatori europei e si guadagnerà il ruolo strategico di interlocutore privilegiato degli Stati Uniti».
Descritta così sembra una cavalcata verso una leadership non solo italiana ma addirittura europea, ricalcando a grandi linee la stagione di dominio assoluto che Angela Merkel si era ritagliata in Germania e poi in Europa. Per gli appassionati del genere, sono sicuramente interessanti gli aneddoti che Luigi Bisignani svela a commento degli uomini e delle donne che stanno a stretto contatto di Giorgia Meloni: il suo entourage familiare, i boiardi di Stato di sua fiducia, i militari, le forze di polizia e di sicurezza che nella logica dello spoils system governativo si stanno riposizionando nei punti chiave della stagione meloniana. Le informazioni di primissima mano, da centellinare libro dopo libro, rappresentano la forza editoriale della coppia Madron-Bisignani, ormai rodatissima dopo i successi di “L’uomo che sussurra ai potenti” e “I potenti al tempo di Renzi”.
Più di 70 fonti, tra politici e personalità di varie estrazioni, hanno contribuito a raccontare agli autori tutte le “chicche” della geografia umana della nuova destra al potere in Italia. Rispettando tuttavia una regola che non ammette eccezioni: il totale anonimato, nessuna fonte viene citata, e a riprova della bontà delle informazioni, gli autori fanno notare che non c’è mai stata alcuna smentita alle notizie contenute nei loro libri.
«La Meloni (…ndr sorride Bisignani) diceva a tutti: guai se parlate con Madron e Bisignani.
Era molto preoccupata dal nostro libro, tanto è vero che anche lei ne ha preparato uno assieme ad Alessandro Sallusti, dovrebbe uscire in questi giorni. Giorgia Meloni è una donna fortissima – prosegue Bisignani – e anche coraggiosa. Alla fine è rimasta contenta da quello che ha letto nel libro, anche perché è umanamente simpaticissima, fa delle battute fulminanti, soprattutto in romanaccio».
Marta Fascina, già compagna di Silvio Berlusconi, invece non è stata assolutamente contenta delle notizie pubblicate nel libro, come ha ricordato Paolo Madron.
«Si è arrabbiata tantissimo, ha addirittura messo il veto alla presenza di Bisignani in un paio di puntate dei talk show di Porro e della Palombelli».
Le ultime considerazioni non potevano non toccare il tema del rapporto tra Silvio Berlusconi (tra l’altro grande amico di Bisignani) con il potere in ascesa di Giorgia Meloni.
Sempre Bisignani:
«Agli inizi Berlusconi non l’aveva presa davvero sul serio. Poi quando i rapporti di forza sono cambiati, ci sono stati molti dissidi. Per esempio, sulla scelta dei ministri gli scontri sono stati fortissimi. Berlusconi voleva a tutti i costi la Casellati alla Giustizia. Da ultimo, c’è stato lo scontro sulla politica estera e sulla guerra in Ucraina».
Tra gli amarcord finali, coinvolto il pubblico presente, l’abbronzatissimo Giorgio Conte, neo consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Vicenza, nel 2006 deputato già alla seconda legislatura, ha ricordato l’inaspettata nomina di Giorgia Meloni a vicepresidente della Camera dei Deputati.
Una mossa a sorpresa dell’allora capo politico Gianfranco Fini che, per dirimere una tremenda lotta di posti tra i colonnelli di An, scelse proprio la giovanissima Meloni come vice di Palazzo Madama.
Finita la presentazione, non potevamo non chiedere due battute in esclusiva a Luigi Bisignani sul potere al tempo di Giorgia che ci interessa più da vicino, vale a dire quello in Veneto.
«La classe dirigente di Fratelli d’Italia in Veneto – spiega Bisignani – si sta ancora formando. Forza Italia, per esempio, è destinata a passare armi e bagagli in Fratelli d’Italia.
La Meloni tiene in grande considerazione Elisabetta Gardini, soprattutto per la sua grande esperienza in Europa. L’altro ufficiale di collegamento con il Veneto è Francesco Lollobrigida, che da ministro può contare sul filo diretto con l’influente mondo degli agricoltori. Per quanto riguarda il rapporto della Meloni con le imprese, mi sembra ancora molto scettica sull'argomento, nel senso che ancora non si è incontrata con i grandi imprenditori dell’economia italiana».
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