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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Politica

Tosi nervosi

Maretta nel centrodestra per la Pedemontana. L’europarlamentare Flavio Tosi lancia l’affondo sui conti della Superstrada, gli replica la vicepresidente del Veneto Elisa De Berti: “Da Tosi una precisa volontà di mistificare la realtà”

Pubblicato il 09-07-2025
Visto 9.927 volte

Messaggi Elettorali

Elena Pavan

Oh Tosi, come siete nervosi.
C’è maretta nel centrodestra veneto per la Superstrada Pedemontana, per l’ennesima volta al centro delle cronache per i conti conseguenti al Terzo Atto Convenzionale (TAC) siglato nel 2017 dalla Regione Veneto col concessionario privato.
A lanciare un affondo sul bilancio dell’infrastruttura a pedaggio, con un comunicato stampa trasmesso oggi alle redazioni, è infatti l’europarlamentare e coordinatore regionale di Forza Italia Flavio Tosi.

Un tratto della SPV (archivio Bassanonet)

Prima di entrare nel merito della questione, vanno tuttavia evidenziate due cose.
La prima è che i conti della SPV sono già un “vecchio pallino” tosiano.
Come testimonia un nostro articolo recuperato dall’archivio di Bassanonet, ancora nel 2017 - quand’era sindaco di Verona e leader politico della lista di minoranza in Regione che portava il suo nome - Flavio Tosi aveva suscitato un autentico vespaio denunciando presunte inesattezze o falsità nella presentazione dei contenuti della manovra finanziaria della Regione correlata al rilancio della Pedemontana.
La seconda cosa è che nell’ultimo periodo Tosi ha ripreso a trasmettere comunicazioni con una certa insistenza agli organi di informazione.
E il perché è presto detto: il suo nome è infatti tra i “papabili” per la candidatura a governatore del centrodestra alle prossime elezioni regionali del Veneto, al punto che proprio nella giornata di ieri ha ricevuto pubblicamente l’appoggio del leader nazionale di Forza Italia Antonio Tajani.
Orbene: sulla SPV l’eurodeputato forzista riparte oggi all’attacco, con una nota che unisce la questione dell’infrastruttura ai problemi della sanità veneta, intitolata “Liste d’attesa nella sanità e Pedemontana, Corte dei Conti certifica i due problemi che lascia in eredità Zaia”.
Delle liste d’attesa - rispetto alle quali Tosi allega anche la relazione socio-sanitaria della Regione riferita al 2023 nella parte dei volumi delle prestazioni - qui non parlo perché il focus di questo articolo è concentrato sull’infrastruttura a pedaggio.
Vi dico solo che nel pomeriggio è arrivata la replica dell’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin intitolata “Tosi attacca gli ospedali per interesse elettorale e dimentica il suo passato. La sanità veneta è modello, lo certificano i dati, la Corte dei Conti e il Ministero”.
In che senso Tosi “dimentica il suo passato”?
“Basterebbe consultare una rassegna stampa del periodo in cui Tosi era assessore alla Sanità - dichiara Lanzarin - per capire la gestione disastrosa che ha lasciato: liste schizzate alle stelle, inchieste, circostanziate critiche dalle associazioni sindacali.”
Oh Tosi, siete sempre più nervosi.

Ma entriamo ora nel merito del nuovo attacco tosiano sulla SPV.
Nel suo comunicato odierno, Tosi fa riferimento alla relazione della Corte dei Conti sul rendiconto finanziario 2024 della Regione Veneto, sottolineando le parole del procuratore Paolo Crea sulla Pedemontana “che nel 2024 ha creato 49 milioni di disavanzo”.
Ovvero, prendendo il pallottoliere: canone annuale di 149 milioni di euro sostenuto dalla Regione, meno “le entrate che nel 2024 sono state di 100 milioni” = 49 milioni di bilancio in rosso.
“Il punto è che la Regione, modificando le linee guida del project financing, ha accollato i rischi di impresa su se stessa anziché sul concessionario. E fino al 2059 - commenta Tosi -. Risultato? Un salasso per i conti regionali che rischia di protrarsi all’infinito. La Pedemontana è un’opera fondamentale, ma Zaia ha cambiato le condizioni con il privato, firmando un contratto svantaggioso per la Regione.”
Ergo, per l’europarlamentare di Forza Italia “la Corte dei Conti purtroppo certifica e mette il timbro su quelli che si sapeva essere i due grandi problemi che lascia in eredità Zaia: la sanità, in particolare le liste d’attesa, e la Pedemontana, che crea voragini nel bilancio regionale”.
Ma ecco che, puntuale come la rata del canone di concessione dovuto dalla Regione al concessionario privato, è arrivata sempre nel pomeriggio la replica a Tosi della vicepresidente della Regione Veneto ed assessore alle Infrastrutture e Trasporti Elisa De Berti.

“Leggo l’ennesima dichiarazione di Flavio Tosi sulla Pedemontana con un misto di stupore e tenerezza - dichiara De Berti - Ormai delle due l’una: o ha difficoltà a comprendere l’italiano, oppure c’è dolo nelle sue parole. E, a questo punto, la recidiva fa pensare che non sia solo ignoranza, ma una precisa volontà di mistificare la realtà.”
“La Pedemontana Veneta, che oggi Tosi disprezza e definisce “un’opera piena di debiti”, è la stessa identica opera che lui ha approvato e votato da assessore regionale - aggiunge l’assessore -. Era in giunta Galan quando furono varate le delibere fondanti del progetto, da lui condivise. Se oggi gli fa così orrore, forse dovrebbe fare autocritica, non polemica.”
“Quel progetto, ereditato in condizioni critiche, è stato completamente rinegoziato dalla giunta Zaia nel 2017 con la stipula del TAC (Terzo Atto Convenzionale) - continua -. Quella rinegoziazione ha fatto risparmiare alla Regione ben 9 miliardi di euro, rispetto alla proiezione dei contratti originari approvati da chi oggi grida allo scandalo. Altro che debiti.”
E ancora:
“La Corte dei Conti - lo ricordo a chi non legge, o finge di non leggere - ha chiarito già nel 2020 che i vecchi contratti esponevano la Regione a un “potenziale ingente esborso patrimoniale”. Il TAC del 2017 ha invece garantito un equilibrio economico-finanziario sostenibile, tutelando le finanze pubbliche. La Corte l’ha approvato, dopo un importante lavoro effettuato in sinergia con la Regione Veneto.”
“L’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) ha anch’essa confermato la regolarità del procedimento e la bontà della rinegoziazione - rimarca ancora la vicepresidente del Veneto -, giudicandola conforme e migliorativa rispetto al quadro contrattuale precedente.
“Quanto al cosiddetto “rischio di impresa” - prosegue - la Corte dei Conti, anche nel giudizio di parifica approvato già nel 2020, aveva ribadito che quel rischio è sempre stato sin dall’inizio in capo alla Regione, fin dal 2006, quando proprio Tosi sedeva in Giunta e approvava - evidentemente senza comprenderli - quegli stessi atti. Forse non li ha letti nemmeno allora.”
“Sorprende - conclude Elisa De Berti - che un europarlamentare che abbiamo scoperto si candida in autonomia dalla maggioranza alla Presidenza della Regione parli senza informarsi, manipoli i dati e attacchi un’opera strategica solo per racimolare un titolo sui giornali. Ma si sa, Tosi è da sempre in campagna elettorale permanente. Peccato che i risultati, per lui, continuino ad essere disastrosi.”

L’articolo sarebbe anche finito, ma in serata è arrivata la controreplica (per fortuna breve) di Tosi alla De Berti.
“Se secondo Elisa De Berti la responsabilità per i contratti della Pedemontana ricade sulla giunta regionale del 2006 - dichiara l’eurodeputato -, forse Elisa De Berti dovrebbe dimettersi da vicepresidente, perché sta dando la colpa al suo attuale presidente, che all’epoca era il vice di Giancarlo Galan.”
Oh Tosi, siete già davvero in campagna elettorale tutti quanti.

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