Ultimora
15 Jun 2025 12:43
Aymane morto a 16 anni, 'esempio di coraggio e umanità'
14 Jun 2025 18:31
Grande frana sulla Croda Marcora, tra San Vito e Cortina
14 Jun 2025 17:38
Il padre di Chantal, 'sono stati anni durissimi'
14 Jun 2025 17:33
Il padre di Chantal: "Sono stati anni durissimi"
14 Jun 2025 17:14
Ragazzo rischia di annegare a Jesolo, salvato dai bagnini
14 Jun 2025 16:11
A Caracalla la prima di Allevi di MM22
15 Jun 2025 17:08
Sanita', Zerocalcare e Parisi: "Presidi territoriali fondamentali"
15 Jun 2025 17:09
A 16 anni si tuffa e salva due bagnanti, poi annega
15 Jun 2025 17:00
Dal Milan al trionfo di Berlino, ecco Ringhio Gattuso
15 Jun 2025 17:03
Raid israeliani su Teheran. Allarme rientrato in Israele. Trump apre a 'Putin mediatore'
15 Jun 2025 16:32
Mondiale per club: in campo alle 18 Bayern-Aukland City LIVE
15 Jun 2025 16:24
Catherine Hardwicke presidente dell'Ischia Global Festival
Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Abbattuta la “cupola” cinese del Nordest
Maxi operazione della Guardia di Finanza: 3 arresti e 1.100 ditte coinvolte in tutta Italia in un giro di immigrazione clandestina, truffe, falsi certificati e frodi fiscali. Avviate le procedure per la chiusura di decine di bar e ristoranti
Pubblicato il 15-07-2011
Visto 3.370 volte
Si chiama “Testa di Serpente”: come gli emissari della criminalità organizzata asiatica che si occupano di penetrare in un Paese straniero e, da lì, avviare e gestire nuovi traffici illeciti.
E' il nome della maxi operazione sviluppata dalla Guardia di Finanza del Veneto con il coordinamento della Procura della Repubblica di Padova che, dalle prime luci dell’alba di ieri, sta smantellando un’estesa rete di imprenditori cinesi implicati a vario titolo nei reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, associazione a delinquere finalizzata alle frodi fiscali, sfruttamento di false certificazioni professionali e truffa ai danni dello Stato.
In Veneto, 3 persone ai vertici del sistema criminale sono state raggiunte da altrettante ordinanze di custodia cautelare in carcere e arrestate. Si tratta di 2 cinesi, un uomo e una donna, rispettivamente di 28 e 29 anni, e di un 63enne veneziano.

Allo stato, risultano coinvolte nell’inchiesta più di 1100 imprese e ditte individuali riconducibili a uomini d’affari del Paese delle lanterne rosse e distribuite sull’intero territorio nazionale. Sono oltre 1800 i militari, di 67 Reparti e a bordo di 750 mezzi, impegnati su 700 obiettivi.
Perquisizioni personali e locali, arresti, controlli, ispezioni e verifiche fiscali sono i provvedimenti tesi a ricostruire le condotte illecite realizzate da strutture societarie operanti alla stregua di vere e proprie “cabine di regia” che, dietro il paravento di attività economiche lecite, favorivano l’ingresso e la permanenza nel territorio nazionale di cittadini extracomunitari, fornendo nel contempo agli stessi una giustificazione alla loro presenza.
L’epicentro delle indagini è in un gruppo societario di Padova, gestito da cittadini asiatici, tramite il quale venivano poste in essere procedure fraudolente per consentire a connazionali di ottenere indebitamente permessi di soggiorno e/o relativi rinnovi, di false abilitazioni professionali per la gestione di esercizi atti alla somministrazione di alimenti e bevande, falsi libretti formativi e dove la contabilità di centinaia di ditte veniva gestita in modo da consentire frodi tributarie a danno dell’Erario. Due soci, entrambi di etnia cinese, sono stati raggiunti da provvedimento restrittivo della libertà personale e per loro si sono spalancate le porte del carcere.
Uno dei due è stato fermato all’aeroporto di Tessera mentre era in procinto di imbarcarsi per la Cina. Previo corrispettivo in denaro, facevano inoltre figurare come regolarmente impiegati in mansioni di colf e badanti presso italiani compiacenti (10 denunciati a piede libero), migranti asiatici desiderosi di ottenere il permesso di soggiorno e le relative, successive regolarizzazioni annuali, in spregio a qualsiasi decreto ministeriale sulle cosiddette “quote d’ingresso”.
Dal loro studio contabile, gli investigatori sono risaliti, nel corso delle indagini, ad altri quattro studi commercialistici, tra i quali: uno riconducibile anch’esso a soci cinesi, con un portafoglio clienti per centinaia di unità, ed un altro gestito da un professionista italiano. Gli studi professionali erano a loro volta, legati a filo doppio col terzo arrestato, il 63enne titolare di una società di servizi di Santa Maria di Sala, in provincia di Venezia raggiunto dai finanzieri mentre si trovava in villeggiatura nella sua casa in montagna in Trentino.
A quest’ultimo ci si poteva rivolgere per ottenere, a pagamento, i cosiddetti REC (certificati di abilitazione alla gestione di bar e ristoranti) previsti dalla legislazione regionale quale requisito necessario per somministrare in forma di attività commerciale alimenti e bevande.
Utilizzando un certificato originale - la cui emissione è subordinata alla frequenza di un corso di 120 ore - l’imprenditore veneziano scannerizzava il documento e lo compilava con i dati dell’interessato, che poteva così intraprendere l’attività lavorativa senza perdere tempo in pastoie burocratiche e/o percorsi formativi lunghi settimane.
Un commercialista italiano e due sue impiegate sono invece stati denunciati a piede libero. Costoro, assieme al terzetto finito dietro le sbarre, possono essere definiti come leve ed ingranaggi di un meccanismo di precisione assolutamente funzionale e redditizio, in cui la falsificazione e il commercio di documenti fasulli erano il core-business ed avevano assunto i contorni dell’attività organizzata su scala industriale. Le copie dei REC erano, infatti, di altissima qualità, indistinguibili dagli originali se non previa, accurata analisi.
Il commercio illegale, diffuso su tutto il territorio nazionale, fruttava mensilmente ai suoi artefici decine di migliaia di euro, se si pensa che un solo certificato poteva arrivare a costare all’utilizzatore finale 1.800 euro.
Sono già una cinquantina i bar e ristoranti del solo Triveneto presso cui sono stati rinvenuti dai finanzieri REC falsi. Nei confronti di tali esercizi pubblici sono state avviate le procedure per la chiusura.
L’attività investigativa è stata supportata anche dal Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza; in particolare grazie al software MOLECOLA, strumento di analisi operativa ideato dallo S.C.I.C.O. e dalla Procura Nazionale Antimafia per individuare ed aggredire i patrimoni illecitamente accumulati dalla criminalità, sono state messe “sotto lente" le imprese gestite da cittadini cinesi caratterizzate da rilevanti indici di incoerenza patrimoniale ed evidenziate, al contempo, le posizioni di molti soggetti che avevano già manifestato spiccata intraprendenza criminale.
Il 15 giugno
- 15-06-2024Demagonia
- 15-06-2023Campi di battaglia
- 15-06-2022Manu in alto
- 15-06-2022Un Astra fa
- 15-06-2022Notte di fuoco
- 15-06-2021Territori nell’ombra
- 15-06-2021Teatro Astra, cede il tetto
- 15-06-2020Cambio di direzione
- 15-06-2019Rapulzel
- 15-06-2019Minority Report
- 15-06-2018SOAp Opera
- 15-06-2018La questione in ballo
- 15-06-2018L'Imprevisto
- 15-06-2018E luce fu
- 15-06-2018Il messaggio dell'ex
- 15-06-2017Il Caffè shakerato
- 15-06-2017Patto Cinico
- 15-06-2017Pericolo di estinzione
- 15-06-2017Maria che risposta
- 15-06-2015Piazza degli Eroi
- 15-06-2013“Ma sio fora la sacralità non si trafora”
- 15-06-2013Non ci siamo proprio
- 15-06-2013No Slot
- 15-06-2012In giro per Bassano…un trattore senza targa
- 15-06-2011Bye-bye, gelso bianco
- 15-06-2011La piccola Ester uccisa da un meningococco
- 15-06-2010Giunta: “Generazione Italia per riavvicinare la gente alla politica”