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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Area di rigore

Caso Baxi-Pengo-San Lazzaro. Europa Verde Bassano lancia il monito: “Consumo di suolo, quali sarebbero i danni di un evento alluvionale come quello in atto in Emilia Romagna?”

Pubblicato il 19-05-2023
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Baxi Driver, seconda puntata.
La lettera, anticipata da Bassanonet, con la quale il direttore generale di Baxi Spa ing. Alberto Favero chiede all’amministrazione comunale di Bassano di favorire entro fine mese il procedimento per l’ampliamento dell’azienda, dovuto alle nuove esigenze imposte dal mercato del settore delle caldaie a gas che saranno presto soppiantate dalle pompe di calore, è entrata a gamba tesa nel dibattito politico e amministrativo cittadino.
E come ogni caldaia a gas che si rispetti, ha innescato una fiamma di reazioni.

L’area Pengo, confinante con la Baxi, in via Trozzetti in quartiere San Marco (foto Alessandro Tich)

La questione è nota ma ve la riassumo nei minimi termini.
Baxi ha la necessità di ampliarsi ma anche la necessità di confermare il relativo investimento, presentato alla capogruppo olandese BDR, entro il corrente mese di maggio.
L’ampliamento di Baxi verrebbe reso possibile grazie all’accordo con la confinante azienda Pengo Spa, che ha messo a disposizione la propria area (ex Iar Siltal) per l’allargamento dei vicini di fabbrica.
Ma perché ciò accada, dopo una fase provvisoria di allocazione dei propri spazi in altre sedi, Pengo ha a sua volta la necessità di trasferire il proprio capannone, costruendolo ex novo, nell’area di 140.000 metri quadrati di sua proprietà in quartiere San Lazzaro, oggetto di una richiesta di variante urbanistica che si trascina ormai da 25 anni.
Ergo: Favero sollecita il Comune ad approvare praticamente d’urgenza un atto di indirizzo politico amministrativo che consenta l’operazione, permettendo alla Baxi di ampliarsi e a Pengo di trasferirsi nell’area a sud di Bassano.
Nel caso la richiesta non venisse accolta, come avverte nella lettera il DG di Baxi, la capogruppo BDR dovrà dirottare l’investimento ad un’altra filiale europea del gruppo, con la conseguenza della perdita di non meno di 700 posti di lavoro in tre anni alla Baxi e nelle aziende del territorio ad essa collegate per le subforniture.
Fin qui il riassunto delle puntate precedenti.
Adesso si registra una presa di posizione di Europa Verde Bassano, che in merito alla questione Baxi-Pengo-San Lazzaro ha trasmesso un comunicato in redazione.
In sostanza, Europa Verde mette in guardia sui rischi di un ulteriore consumo di suolo e di una cementificazione dell’area di San Lazzaro, prendendo spunto dalle drammatiche notizie di queste ore sull’alluvione in Emilia Romagna, come dal testo che segue:

COMUNICATO - AREA SAN LAZZARO

Non abbiamo ancora finito di leggere i resoconti della lettera di Alberto Favero di Baxi all’amministrazione di Bassano che ci si presentano davanti le immagini dell’alluvione in Emilia-Romagna. Ora la maggioranza di chi legge si starà già chiedendo cosa c’entri. Ebbene, c’entra eccome! Uno dei maggiori imputati per la tragedia in corso è il consumo di suolo.

Il ragionamento di Baxi è semplice: fate costruire Pengo a San Lazzaro così io amplio e garantisco i posti di lavoro. Altrimenti picche! Questo ragionamento sta in piedi, ammesso e non concesso che lo si accetti nei modi, finché lo si affronta con logiche a breve termine, concentrate sui profitti immediati e escludendo le conseguenze nei decenni a venire.

Supponiamo che davanti allo spauracchio della perdita dei posti di lavoro si dia il nulla osta alle istanze edificatorie di Pengo a San Lazzaro, così da consentire a Baxi di rispondere ad un problema che effettivamente ha. Siamo proprio sicuri e sicure che centinaia di migliaia di metri quadri di terreno agricolo cementificato in un’area altrimenti efficacissima nel drenare le acque sarebbero ininfluenti?
Quali sarebbero i danni di un evento alluvionale tipo quello ora in atto in Emilia-Romagna? Non è che sopravanzerebbero considerevolmente i benefici goduti dalle due realtà private che oggi chiedono di intervenire a San Lazzaro?

È ovvio che non si possa rispondere con precisione a queste domande, non seduta stante per lo meno, ma è fuori di dubbio che interventi edificatori in area San Lazzaro andrebbero ad aggravare una situazione già molto compromessa per quanto riguarda la stabilità idrogeologica del bassanese.
A ciò si aggiunge il fatto, non secondario, che, nell’eventualità di un avallo da parte dell’amministrazione di Bassano a questa iniziativa, si creerebbe un precedente assai scomodo nei confronti di quelle altre realtà private a cui è stato recentemente negato il permesso di costruire in aree adiacenti.

In tutto questo vogliamo sottolineare con forza che capiamo benissimo le esigenze dei privati coinvolti. Aggiungiamo che le produzioni di Baxi, in funzione di cogliere le opportunità (e necessità) offerte dalla transizione ecologica, sono cruciali per il nostro territorio.

Due però sono le questioni che non possiamo non sollevare: l’inaccettabilità della forma dell’aut aut, velato o palese che sia, teso a parlare non all’intelligenza delle persone (e di una amministrazione), ma alla loro emotività. E il fatto che non ci possano essere altre soluzioni percorribili in un’ottica “win-win” sostenibile e responsabile.

Ci sono diverse aree nel comune di Bassano in stato di abbandono e degrado.
Aree che necessitano di un profondo risanamento. Un esempio su tutti: l’area ex Morassutti (già in proprietà di Pengo). A nostro parere ogni ragionamento di ampliamento di Pengo e Baxi non può che passare per una rigenerazione di queste aree o comunque per approcci simili. Solo in questo modo faremo gli interessi di Bassano, Pengo e Baxi incluse. E non solo di queste ultime due. E non solo nel breve periodo.

Concludiamo auspicando che anche Confindustria Vicenza si adoperi per trovare una soluzione che trovi il giusto compromesso tra le esigenze dei due privati e quelle dei bassanesi e delle bassanesi di oggi e di domani. Confindustria ha recentemente lanciato “Radici Future”, una gran bella iniziativa nella quale vengono sviscerati concetti molto interessanti con personalità di primo livello. Sarebbe significativo (ancorché auspicabile) che, in questo caso, si andasse oltre al semplice convegno e si arrivasse ad applicare concretamente i concetti che abbiamo già sentito e condiviso più volte in quella sede.

Le esigenze avanzate sono legittime, al pari del benessere e della sicurezza della collettività; le une non escludono le altre. È solo questione di (buona) volontà e lungimiranza (politica).

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