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Rinascimento in bianco e nero

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Rinascimento in bianco e nero

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Politica

Gossip Tour

Dietro la notizia: il pot-pourri delle voci che si sono rincorse sulle trattative per il rimpasto di giunta, sui nomi più chiacchierati per il nuovo incarico e sul cambio della guardia Amodeo-Cabion

Pubblicato il 09-07-2020
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Rinascimento in bianco e nero

Il Gossip Tour è un simpatico e innovativo modo di visitare la città di Bassano del Grappa, ideato da un team di giovani professionisti. Si scarica un'App, si clicca sullo smartphone, si mettono le cuffie e si cammina per il centro storico ascoltando la storia e le storie della città, raccontate - come spiegano gli ideatori del progetto - “con la leggerezza del qui e ora”.
Il “qui e ora” della politica bassanese è rappresentato invece dal cambio della guardia all'interno della giunta comunale, a seguito della Amodexit: fuori Stefania Amodeo, dentro Giovannella Cabion, fino allo scorso aprile vicepresidente di Volksbank. Fuori un assessore esterno e dentro un altro assessore esterno.
E anche in questo caso, anche senza smartphone e cuffie, possiamo organizzare un Gossip Tour. Perché mai come nella circostanza di questo rimpasto di giunta alle notizie ufficiali hanno fatto da contrappunto le “voci” che nelle ultime settimane, e fino all'ultimo momento, hanno accompagnato la fase delle trattative politiche per il riassetto del governo cittadino.

Le tre protagoniste dell'ultima puntata della giuntanovela: Giovannella Cabion, Elena Pavan e Stefania Amodeo (foto Alessandro Tich)

La “leggerezza del qui e ora” ha contraddistinto anche i toni della conferenza stampa con la quale, ieri mattina, il passaggio di consegne tra la Amodeo e la Cabion è stato annunciato agli organi di informazione. “Un passaggio in serenità”, come ha sottolineato per ben due volte il sindaco Pavan. L'avvicendamento in giunta è stato cioè raccontato come una cosa tranquilla, pacifica, dovuta ai cosiddetti “fattori contingenti”. Stefania Amodeo avrebbe comunicato al sindaco di avere ricevuto “una allettante proposta di lavoro” e di non poter quindi proseguire l'attività amministrativa “per motivi professionali e familiari”. Il sindaco ne avrebbe preso atto e per coprire il vuoto dei referati lasciati sguarniti dall'assessore dimissionario, aggiungendovi però anche un'insignificante bazzecola come la Cultura, dal suo cappello a cilindro è spuntato il nome delll'insegnante di materie economiche, revisore contabile ed ex dirigente bancaria di Marostica.
Il rimpasto è stato quindi presentato come un fatto casuale, fine a se stesso, generato da quelli che vengono chiamati “motivi personali”, del tutto staccato e indipendente dalla serie di incontri che si sono susseguiti in queste queste settimane a Palazzo ma anche in luoghi esterni, come la sede del consiglio di quartiere San Vito, per cercare di trovare la quadra al sofferto riassetto di giunta, di cui l'atto di successione Amodeo-Cabion è stato l'esito finale.
Il sindaco e le due dirette interessate possono benissimo raccontare che il cambio della guardia è stato un episodio accidentale che nulla c'entra col diktat politico, arrivato da alcuni quartieri alti della Lega, di rimescolare gli incarichi in seno alla giunta comunale.
Ma non la vengano a raccontare a me.

Di rimpasto di giunta si è cominciato a parlare proprio alla scadenza del primo anno di amministrazione Pavan, quando Nicola Finco, capogruppo della Lega in Regione e sponsor politico della candidatura a sindaco di Elena Pavan, aveva sottolineato sulla stampa locale la carenza di risultati positivi riferiti all'attività di alcuni esponenti del governo cittadino.
Di punto in bianco le due assessore donne in quota leghista - e in particolare l'assessore alla Sicurezza Tamara Bizzotto, che non appartiene alla corrente finchiana - si erano trovate in situazione pericolante. Mavì Zanata, assessore al Sociale, si era sentita in dovere di trasmettere un comunicato sulle “tante cose” fatte dal suo assessorato, rompendo un silenzio perdurato per tutto il primo anno di mandato amministrativo.
Tamara Bizzotto era rimasta invece in posizione più dileguata, benché fosse proprio lei il vero oggetto del contendere. Prova ne sia il fatto che il vero nodo delle trattative di Palazzo sia stato l'ingresso in giunta, al posto della Bizzotto, del consigliere di #Pavan Sindaco Claudio Mazzocco, già assessore alla Sicurezza col sindaco Gianpaolo Bizzotto, uomo di esperienza nel settore, gradito a un'ampia frangia della Polizia Locale.
Il nodo-Mazzocco era però direttamente collegato al nodo-Pietrosante. L'ingresso in giunta dell'esponente comunale di destra avrebbe infatti liberato il posto in consiglio comunale al primo dei non eletti di #Pavan Sindaco Gianluca Pietrosante, il giovane Holden della destra bassanese, iscrittosi nel frattempo a Fratelli d'Italia e proprio per questo inviso alla Lega, oltre che per la sua riconosciuta fama di “rompiscatole”. Ci sono stati anche incontri a Palazzo che lo hanno riguardato, ma non direttamente con lui, per sondare il grado di “fedeltà” dell'eventuale consigliere comunale Pietrosante alla causa dell'amministrazione Pavan.
La giunta Pavan a trazione leghista, e a sua volta a trazione Finco, si è trovata quindi tra due fuochi: aprire le acque del Mar Rosso all'ingresso di Fratelli d'Italia in consiglio comunale, dando vita a un nuovo possibile caso-Vicenza, oppure tenersi in casa Tamara Bizzotto.
Ha vinto la seconda opzione. Bizzotto “blindata” per opportunità politica, come gli altri due assessorati in quota Lega. Gli altri componenti di giunta non leghisti e portati a Palazzo dagli elettori Marin, Zonta e Scotton, che peraltro stanno lavorando bene, non si possono toccare. Per il rimpasto - che a questo punto forse non era neanche più necessario - non restava che battere la pista dell'assessore esterno, che alla fine è stato rimpiazzato da un altro assessore esterno. Una soluzione che ha accontentato qualcuno e ha scontentato tutti gli altri.

Tra gli “scontenti”, come abbiamo visto, ci sono due nomi importanti della maggioranza: le due capogruppo di #Pavan Sindaco Ilaria Brunelli e di Impegno per Bassano Lucia Fincato, che nel comunicato stampa trasmesso ieri hanno lamentato di “non avere avuto l'opportunità di un confronto sullo scenario che oggi si prospetta”. Il sindaco Pavan cioè, in merito alle scelte pensate per il rimpasto, non si è preventivamente confrontato con la sua stessa maggioranza. Ilaria Brunelli, che è la capogruppo nientemeno che della civica del sindaco, è stata anche uno dei nomi più chiacchierati d'ufficio sui possibili nuovi ingressi in giunta, in particolare per la casella dell'assessorato alla Cultura. Ma per la Brunelli vale lo stesso discorso di Mazzocco: fosse diventata lei assessore, in consiglio comunale sarebbe entrato nuovamente Pietrosante. Game Over. Perché una cosa sono i voti, e un'altra sono i veti. Il sindaco Pavan poteva “pescare” il nuovo assessore anche dalle altre liste di maggioranza e non necessariamente da #Pavan Sindaco. Ad esempio, come assessore alla Cultura, la capogruppo di Forza Italia-Cittadini di Bassano Chiara Tessarollo, che essendo la presidente della commissione consiliare Cultura ha già le mani in pasta sulla materia. E invece il primo cittadino ha preferito rivolgersi ancora una volta a una figura esterna. Giovannella Cabion, per le competenze del suo curriculum, ha certamente le carte in regola per gestire il referato alle Attività produttive. Riguardo invece al Turismo e soprattutto alla Cultura - per la quale erano disponibili in città diversi altri nomi esterni di spicco - sarà una partita tutta da vedere. Certo è che, a fronte dell'idilliaca serenità del passaggio di consegne, l'uscita di scena di Stefania Amodeo non è apparsa essere di quelle da inserire nella categoria “Pax et Bonum”.
Lo si è capito dall'insistenza con cui la Amodeo, nell'incontro stampa di ieri, pur con i sorrisi di circostanza ha elencato tutte le cose fatte e tutte le cose in itinere del suo assessorato, inserendole in una “visione quinquennale ben precisa” e auspicando che il suo successore continui a portarle avanti. La qual cosa è sembrata il sintomo non di una dimissione cercata, ma di un'interruzione non voluta.

L'ultimo aspetto dei rumors su questa vicenda è come dal cappello a cilindro di Elena Pavan sia spuntata proprio Giovannella Cabion, preferita a un altro “papabile” come il presidente della Fondazione Banca Popolare di Marostica-Volksbank Roberto Xausa, osteggiato però dalla Lega. La Cabion fino a ieri era conosciuta principalmente negli ambienti scolastici e bancari e non certo a livello di più ampia “collettività”.
Fonti certe riferiscono che sia un'amica del sindaco, come del resto lo è anche la Amodeo.
Il che conferma come il grado di amicizia col primo cittadino sia un requisito non secondario al fine di alcune scelte di incarico ad personam, come attesta anche il caso della super-segretaria in quota Lega Giada Scuccato.
A maggior ragione, il neo assessore che ha dichiarato che “ha tantissimo da imparare” - aggiungendosi al cospicuo novero dei neofiti dell'amministrazione - dovrà pertanto dimostrare, su tutti e quattro i fronti dei suoi impegnativi referati, di essere degna non solo della fiducia del sindaco ma anche e soprattutto delle aspettative della città. La attendiamo al varco, come tutti gli altri: la mia finestra di fronte al municipio è sempre aperta.
Infine un'annotazione sul sottile filo rosso che collega le due storie della Amodeo e della Cabion, l'exit e l'entry della politica bassanese. Stefania Amodeo, come ho già scritto, è una professionista in campo turistico ed è la marketing manager per l'Italia del gruppo alberghiero Falkensteiner Hotels & Residences, il cui CEO (amministratore delegato) è il noto imprenditore altoatesino del settore Otmar Michaeler. Quello stesso Otmar Michaeler che dall'ottobre 2010 all'aprile 2020 è stato il presidente di Volksbank, avendo al suo fianco nel CdA della banca, dall'aprile 2015 all'aprile 2020, la vicepresidente Giovannella Cabion.
L'imprenditore alberghiero e già presidente bancario ovviamente non c'entra per nulla col rimpasto di Bassano: dico solo che è il trait d'union tra le due sfere personali delle due protagoniste dell'avvicendamento in giunta, che non sono quindi così lontane dalla reciproca frequentazione, benché in settori totalmente diversi, dello stesso ambiente.
Si tratta come sempre di una pura coincidenza, ci mancherebbe altro. Tuttavia è proprio dalle coincidenze che le libere interpretazioni sulle cose che accadono, e sui nomi che emergono, traggono un fertile terreno di coltivazione.
Fine del Gossip Tour. Ogni tanto, per cercare di capire qualcosa sul mondo che ci circonda, bisogna dare voce anche alle voci.

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