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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Borgo Zucca

Spettri in Comune: pensieri di Halloween e storie di fantasmi della città di Bassano

Pubblicato il 31-10-2022
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Borgo Zucca è un quartiere immaginario della città di Bassano del Grappa.
Non confondetelo con Borgo Zucco: quello è un quartiere reale, ubicato tra il centro storico e San Fortunato.
Borgo Zucca è invece il luogo dove una volta all’anno, quando cala il buio a Halloween, compaiono a Bassano i vari personaggi della notte delle streghe.

Foto Alessandro Tich

Tranquilli: sono tutti personaggi innocui, come quelli dei mascheramenti e dei costumi indossati per l’occasione dai bambini alla frenetica ricerca del “dolcetto o scherzetto”.
E si tratta soprattutto - in sintonia con le varie questioni aperte della città - di fantasmi.
Spiriti e spiritelli che fuoriescono dagli armadi pieni di ragnatele delle vecchie notizie di attualità, che fanno un giretto in mezzo alle altre zucche, scheletrini e mostriciattoli per poi ritornare, a mezzanotte, nei loro nascondigli.
C’è ad esempio il fantasma dell’ampliamento del Caffè Italia, che periodicamente viene evocato - ma inutilmente - dalle sedute spiritiche dei Lavori Pubblici.
Le ultime notizie sul progetto del nuovo padiglione vetrato esterno sul lato panoramico dello storico locale risalgono proprio a un anno fa: e cioè al 3 novembre 2021, quando per voce dell’assessore Andrea Zonta, incalzato dalle domande di Bassanonet, era spuntata l’ipotesi di un “ripensamento” che non escludeva l’idea “di realizzare un interrato al posto del padiglione di vetro, che verrebbe incontro ad altre esigenze e che però presenta altre problematiche”. “Altre esigenze” secondo le quali “il Caffè Italia verrebbe inteso non solo come bar, ma anche come luogo per la piccola ristorazione”.
Da allora - ed è appunto trascorso un anno - non si è sentito al riguardo più nulla.
Ma c’è un altro fantasmino, anzi fantasmone, che in questa notte a Borgo Zucca gironzola di qua e di là.
È lo spettro della futura destinazione della Scuola Mazzini.
Che “la” o “il” Mazzini sia destinata/o a non essere più una scuola, è un punto fermo più volte ribadito dalla attuale amministrazione per le note motivazioni, denatalità e calo della popolazione scolastica da qui ai prossimi anni in primis. Ciò che ancora aleggia come un ectoplasma è invece il futuro riservato allo storico edificio di piazzale Trento.
Nell’intervista di Bassanonet ad Elena Pavan dello scorso 4 agosto, il sindaco di Bassano aveva delineato per l’avvenire mazziniano varie ipotesi: uno sportello del cittadino (comprensivo di Servizi Demografici, Urp, Informagiovani eccetera) oppure una sede unificata di uffici comunali oppure anche sede di un ITS (Istituto Tecnico Superiore) oppure anche sede staccata del Conservatorio “Steffani” di Castelfranco Veneto.
A questo punto rilancio: perché non ospitare nei grandi locali della/del Mazzini anche una sala mostre, oppure un auditorium per incontri e convegni, o magari quella “Casa della musica” che si materializza a Halloween come un fantasma a sé stante, oppure anche una sede per le associazioni, oppure anche tutto quello che volete voi, compreso un piccolo supermarket “local” che manca in centro storico a Bassano come il pane?
Ovviamente sto ragionando per assurdo, ma è pienamente consentito far volare la fantasia quando per un determinato argomento vale tutto e il contrario di tutto.
Tra le apparizioni spettrali di Borgo Zucca ce n’è ancora una direttamente legata alla precedente. Ed è il fantasma dell’Hub Urbano per la Cultura e l’Innovazione, su cui abbiamo scritto brentane di inchiostro all’epoca del noto “concept progettuale” profumatamente pagato ed affidato dall’amministrazione comunale - per le rispettive competenze - alle due società Mesa Srl e Grisdainese Srl.
Di tutto quel maxi concept progettuale che ridisegnava l’intera porzione di città compresa tra l’Etna bassanese (il cratere del cantiere interrotto dell’ex Polo Museale Santa Chiara) e i Giardini Parolini, pare che entro la fine della attuale legislatura comunale dovrebbero prendere avvio solamente i lavori per la realizzazione della “piazza ipogea” al posto del grande buso del Santa Chiara.
E la collocazione del nuovo Museo Naturalistico ovvero “Museo della Natura”, parte fondamentale del progettone? E il Museo dell’Ingegno Veneto, che attende il suo trasferimento in quel di Bassano già dall’era del primo e ormai desueto Polo Museale e quindi dai tempi delle Guerre Puniche? E la Collezione Luca degli animali impagliati (pardon, tassodermizzati), donata a una città che non ha mai fatto capire di aver gradito o meno il regalo, la cui collocazione rimane per dichiarazione dello stesso sindaco Pavan “una partita dormiente”? Sono anch’essi parte della trama di Ghost.
La danza dei fantasmi di Halloween a Borgo Zucca continua con un’altra serie di spettrali evocazioni.
Tra queste: la variante urbanistica produttiva a San Lazzaro, oggetto in questo periodo di sedute spiritiche continue ma senza ancora che si faccia sentire per “battere un colpo” di certezze per i cittadini; il progetto di realizzazione della strada del Piano Mar, esempio pluriennale dei fantasmagorici rapporti tra Pubblico e Privato; la destinazione d’uso della nuova (ormai si fa per dire) Cittadella della Giustizia, scatolone costato in tutto a suo tempo 20 milioni di euro e ancora oggi ricolmo di vuoto.
E ancora - visto che non ci facciamo mancare nulla - il sospirato e mai raggiunto traguardo della fine dei lavori al Tempo Ossario. Questi ultimi, però, sono di competenza dell’Onor Caduti del Ministero, che non si sa in quale inestricabile pastoia di ritardi burocratici sia caduto.
Ma su tutto e su tutti, in questa notte di spiriti e di zucche illuminate, aleggia la madre di tutti i fantasmi bassanesi: l’acquisizione da parte del Comune del Teatro Astra.
Le ultime notizie sull’estenuante vicenda, almeno per quanto riguarda Bassanonet, risalgono allo scorso 28 febbraio, data del dissequestro dell’immobile da parte della Procura, che aveva disposto il sequestro probatorio dell’edificio a seguito del crollo di una parte del tetto avvenuto il 15 giugno dell’anno scorso.
Il 15 giugno 2022, nel primo “anniversario” del crollo parziale della copertura, già rilevavo col mio editoriale intitolato Un Astra fa che sulla trattativa di compravendita dell’immobile dell’ex cinema e teatro non si era più visto né più sentito nulla.
Eravamo rimasti fermi alla proposta avanzata al Comune dalla proprietà Zetafilm Srl di sveltire la pratica con la soluzione del partenariato Pubblico/Privato tramite la formula del “leasing in costruendo”, i cui dettagli oggi vi risparmio in conformità con il clima della festa.
Da allora, appunto, non sono più emerse notizie rilevanti su un concreto avanzamento della trattativa che secondo le voci più recenti si troverebbe nuovamente, per usare un eufemismo, in una situazione di stallo soprattutto da parte del privato.
E pensare che la strada appariva in discesa, dopo la volontà espressa da Zetafilm di accelerare i tempi del passaggio di proprietà dello stabile dell’Astra al Comune di Bassano a seguito dei lavori di ripristino e di messa in sicurezza del tetto.
Tetto o scherzetto?

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