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Rimane il tempo per un ultimo tango da ballare a palazzo per i parlamentari della XVIII legislatura. Tra due mesi la geografia del potere e dei numeri di Camera e Senato cambierà radicalmente. Sulla testa della prossima assemblea calerà la mannaia della riforma numerica, da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori.
Per molti di loro, in tutti i partiti, saranno i giorni amari dell’addio. Barbara Guidolin, senatrice bassanese dei 5 Stelle, rimasta grillina a “34 carati” anche in queste settimane di migrazioni dal Movimento verso il partito di Di Maio (ma non solo), ha vissuto vicino all’ex premier Giuseppe Conte i giorni della caduta del governo Draghi.
«L’ho visto lucido e consapevole di aver fatto il possibile. Nel Movimento c’era aria di serenità».

Barbara Guidolin (M5S)
Senatrice, domanda d’obbligo in questo finale caotico. E’ ancora del M5S?
«(risata dall’altra parte del telefono…) Sì, sì. Si fatica a star dietro a tutti questi cambi, ma io sono ancora orgogliosamente del Movimento 5 Stelle».
Dopo il liberi tutti fate ancora riunioni fiume?
«Sono ancora a Roma, domani rientro».
Alla fine non vi siete fatti mancare nemmeno un governo per il disbrigo degli affari correnti. Ne è passata di acqua dai tempi del Parlamento aperto come una scatoletta di tonno. Il momento più iconico di questa settimana di crisi vista da dentro il Movimento?
«Direi sicuramente la replica di Draghi: poche parole, poche righe, che mi resteranno impresse nella mente. Parole chiarificatrici, volevano farci fuori dal Governo. Alla fine Draghi è stato fatto fuori da Lega e Forza Italia».
Un aiutino glielo avete dato anche voi. In soldoni: siete contenti di aver fatto cadere il governo Draghi?
«Non era il nostro obiettivo. Noi volevano riportare l’agenda Draghi a ragionare su alcuni provvedimenti. Draghi si è fatto cadere da solo. La prima volta, nonostante un voto di fiducia, è andato comunque da Mattarella. Al secondo tentativo son venuti fuori gli altarini».
Il motivo semplice semplice spiegato ai bassanesi che hanno votato 5 Stelle?
«Il centrodestra in un momento delicato ha fatto ostruzionismo e ha voluto cacciarci dalla maggioranza. Noi con Giuseppe Conte abbiamo portato l’attenzione su 9 punti sostanziali, dalle cartelle esattoriali fino agli aiuti alle imprese. E comunque la situazione era diventata insostenibile. E poi diciamolo: nemmeno sul PNRR si erano raggiunti tutti gli obiettivi a giugno. Penso alla legge delega sull’assistenza agli anziani».
Dica la verità, Draghi non le piace…
«Riconosco l’autorevolezza, era un tentativo per mettere tutti d’accordo. Draghi sarà un bravissimo banchiere ma non mastica molta politica. Durante la crisi ha fatto un sacco di errori».
Sembrava tanto una ripicca di Conte verso Draghi. No?
«Assolutamente no. Abbiamo fatto due settimane di riunioni continue con senatori e deputati. Ha fatto sintesi con i gruppi parlamentari. Conte non si è mosso da solo. E poi i nostri gruppi parlamentari da tempo erano stanchi…».
Dello spread, PNRR, scadenze di bilancio varie, cosa diciamo?
«Ho chiara la situazione a livello di scadenze e leggi di bilancio. Anche il Covid è ancora un problema. Non era il momento di far cadere il Governo, ma noi 5 Stelle non ci riteniamo responsabili».
Il prossimo Parlamento sarà molto più light. Cosa dice e cosa teme la pattuglia parlamentare grillina?
«Ci guardiamo tra di noi… e sappiamo che su 3 parlamentari, 2 non torneranno. Viene la malinconia, dopo cinque anni assieme. Tra l’altro il taglio dei parlamentari è una nostra battaglia. C’è chi tornerà a fare il suo lavoro, non è un problema».
Cosa si immagina nel suo di futuro?
«Voglio essere molto sincera, ci tengo molto ad essere rieletta. Voglio continuare a portare la voce del settore socio-sanitario in Parlamento. Ci sono tanti problemi da risolvere e voglio continuare a seguire le novità del PNRR su questo tema».
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