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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
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Saturday Night Live
L'insostenibile leggerezza degli eccessi del weekend: incontri ravvicinati e impressioni dal vivo del vostro umile cronista nel Sabato del Villaggio bassanese
Pubblicato il 20-02-2021
Visto 3.076 volte
Aaaah, Bassano del Grappa...la città dei paesaggi pittoreschi, delle eccellenze del territorio, dell'accoglienza turistica, della convivenza tranquilla...
Nel tardo pomeriggio di oggi ho avuto la meravigliosa idea di venire qui per farmi un giro in centro, per godere la piacevole atmosfera da Sabato del Villaggio che questa città sa regalare nei suoi fine settimana che volgono verso la bella stagione.
È vero: negli ultimi due weekend ci sono stati degli episodi movimentati che hanno impegnato il tempo e le risorse delle Forze dell'Ordine, ma non saranno certo quattro mona in preda ai fumi dell'alcool (quattro si fa per dire) a vanificare il richiamo dell'ottava città del Veneto. Ho preso quindi la macchina da Solagna per arrivare nella Big City, preso dall'ardente desiderio di recarmi in centro storico, per una volta tanto, non per motivi di lavoro. Queste, almeno, erano le mie intenzioni.
Foto Alessandro Tich
Sono arrivato alla rotatoria del Generale Giardino qualche minuto prima delle 18, l'orario di chiusura dei bar. E ho capito subito di aver fatto una stupidaggine. Perché davanti a me è apparso l'ingorgo: una maxi colonna di auto che giù dal Prato continuava per tutto il viale delle Fosse, procedendo a passo d'uomo per poi fermarsi ai semafori, come da prassi. Nell'attesa di impegnare la rotatoria, ho fatto in tempo a scorgere una torma indefinita di persone all'esterno di quello che una volta veniva chiamato “Nardini Alto”, intente a godersi gli ultimi momenti di assembramento prima del coprifuoco per i pubblici esercizi, guardate a vista da una pattuglia della Polizia Locale coi lampeggianti accesi.
Per evitare di infossarmi nel viale delle Fosse ho deciso pertanto di scantonare e di scendere per parcheggiare giù in Prato, mentre in direzione opposta venivo illuminato dai fari delle decine e decine di auto in attesa di muoversi. Prato 1 ancora full. Ho trovato un buco al Prato 2, mentre il continuo viavai di gruppi di gente a piedi e su quattro ruote confermava quale sia il nostro concetto di “zona gialla”.
Mi sono quindi incamminato verso il centro e nella salita di via Margnan ho avuto il piacere di incrociare alcuni esemplari della popolazione del sabato: un gruppo di cinque-sei giovani, in evidente stato di “alterazione”, che scendevano per la via facendo uscire dalle loro bocche delle urla da primati (“primati” non intesi nel senso di “record”), frasi sconnesse e bestemmie. Uno di loro è salito in un'auto che era lì parcheggiata, accompagnato dalle battute ululanti degli altri. Si sarà fatto anche lui la colonna per salire su in viale: chissà che gioia. Non sarà partito subito però, perché ho continuato a sentire i muggiti, anzi pardon gli schiamazzi del gruppo quand'ero ormai arrivato in viale dei Martiri.
Qui, in cima alla scalinata della salita Gerhard Ott, ho scattato la foto che vedete pubblicata sopra, che immortala la striscia luminosa delle auto in incessante fila sulla salita Santa Caterina. Tutt'intorno, il saliscendi di gruppi di ragazzi, più o meno con la mascherina sopra il naso, offriva lo scenario generale della situazione in corso. Saremo anche un Paese che invecchia, ma di sabato gira una massa di giovani.
Viale dei Martiri, a quanto pare, nel weekend si trasforma in un lounge bar.
Qui sabato scorso la Polizia Locale ha beccato e identificato due minorenni che avevano appena acquistato due bottiglie di birra in un locale della zona. E oggi sempre qui, appoggiati alla ringhiera davanti ai lecci nel tratto del viale più prossimo al Caffè Italia, ho incrociato altri due giovani che si stavano beatamente scolando una bottiglia di birra a testa. Per carità: all'apparenza non erano dei minorenni, ma hanno costituito comunque un esempio del clima da Free Drink che si respira in città.
Mi sono quindi ritrovato al mio punto di partenza del girone dantesco: piazzale Giardino, quello della rotatoria, con le auto ancora e sempre tutte in fila mentre davanti all'ex “Nardini Alto” se ne erano nel frattempo andati via tutti. Transitando sempre a piedi per viale delle Fosse, il mio udito è stato nuovamente richiamato dalle frasi sconnesse che uscivano ad alta voce da un'autovettura coi finestrini aperti, ferma al semaforo.
Forse erano i primati di prima incrociati in via Margnan, chissà. “I va in auto imbriaghi”, ha commentato al volo una ragazza parlando con un'amica mentre il semaforo verde dava il via libera a quella macchina fin troppo su di giri.
In quel momento ne ho avuto abbastanza. Ho girato in centro per via da Ponte, mentre altri gruppi di vagabondi del sabato risalivano la corrente opposta alla mia come i salmoni, e la mia passeggiata senza impegni, visto che alla fine sono andato in redazione e vi ho scritto queste righe, si è trasformata in un altro weekend di lavoro.
Mentre sto ultimando questo pezzo, altre scomposte voci giovanili riecheggiano a più riprese dalla sottostante piazza Libertà, ormai svuotata dalla confusione del pomeriggio.
Sono gli ultimi schiamazzi di un Sabato del Villaggio che non mi fa vedere l'ora che venga domenica.
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