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Alessandro TichAlessandro Tich
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Quei ragazzi del 2021

Considerazioni dietro la notizia della rissa tra giovani sventata sabato scorso dalla Polizia Locale in Parco Ragazzi del '99

Pubblicato il 16-02-2021
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La notizia, resa nota nella giornata di ieri da un comunicato stampa trasmesso in redazione dalla Polizia Locale del Bassanese e già pubblicata ovviamente oggi da altri organi di informazione, è questa: nel pomeriggio di sabato scorso 13 febbraio è stata evitata una potenziale maxi-rissa tra giovani in Parco Ragazzi del '99.
È accaduto che la Polizia Locale, nell'ambito delle azioni e delle esigenze di tutela per la sicurezza urbana, abbia organizzato un dispositivo di controllo a “presidi fissi” monitorando in particolare l'accesso di viale dei Martiri, teatro di frequenti alterchi tra giovani e punto strategico di osservazione del sottostante Parco Ragazzi del '99 dove, come ricorda il comunicato del Comando di via Vittorelli, “si sono verificate risse nel corso della passata stagione estiva”. “Presidi fissi” quanto mai opportuni, dopo i movimentati fatti accaduti in città nel fine settimana precedente.
Poco dopo le 17, gli agenti hanno notato che nel parco sottostante era iniziata una colluttazione tra alcuni ragazzi, che avrebbe potuto innescare una nuova rissa, dato che in breve tempo una cinquantina di giovani si era radunata intorno ai contendenti.

Fonte immagine: warmcheaptrips.com

Concordato via radio l’intervento con le altre pattuglie, in breve tempo 6 agenti sono arrivati nel parco, mentre i ragazzi presenti si allontanavano velocemente; assieme alla Polizia Locale sono giunte anche le pattuglie della Polizia di Stato e i Carabinieri.
Grazie al presidio della zona, i numerosi ragazzi presenti su tutta l’area, in gran parte minorenni, defluivano regolarmente prima della chiusura dei cancelli.
Il peggio, dunque, è stato evitato. Ma il lavoro per gli agenti non era finito: poco più tardi, verso le 18.30, sempre la pattuglia a presidio dell'accesso di viale dei Martiri ha constatato che due minorenni avevano appena acquistato due bottiglie di birra in un locale della zona. I due ragazzi sono stati identificati e affidati ai rispettivi familiari, mentre al titolare del locale è stata contestata la violazione dell'art. 14 ter della Legge 125/2001, con sanzione amministrativa.

Fin qui la notizia di cronaca, relativa all'ennesima febbre del sabato sera che sembra contagiare alcuni comportamenti di una certa fascia di età nel weekend bassanese e che questa volta è stata prevenuta, con intervento tempestivo e coordinato, dai tutori dell'ordine. Al netto del positivo esito dell'operazione, si tratta di una notizia comunque preoccupante. Per il semplice fatto che per il secondo fine settimana consecutivo le energie degli agenti dell'Unione e dei loro colleghi della Polizia di Stato e dell'Arma si sono dovute concentrare su questo bellicoso risveglio degli ardori urbani giovanili prevalentemente under 18. Spero dunque di non poter dire che siamo appena all'inizio, nel senso che si avvicina la bella stagione e il generale “rompete le righe” che tutti si aspettano dopo un anno e passa di costrizioni anti-Covid può facilmente portare ad eccessi di comportamento, in particolare tra le componenti più problematiche della popolazione giovanile, specie se favorite da atteggiamenti trasgressivi e in particolare dal consumo di alcol. E colpisce in tal senso proprio la parte apparentemente secondaria ovvero “meno importante” della notizia sopra riportata: quella del pubblico esercizio che ha venduto due bottiglie di birra a due ragazzi minorenni.
Sicuramente quel pubblico esercizio non rappresenta la maggioranza responsabile della sua categoria e posso anche capire che coi magri tempi che corrono per i bar stritolati nell'ultimo anno da lockdown e limiti di orario vari, tutto vada bene per fare incasso.
Ma anche al tutto, come si suol dire, c'è un limite. Non si può pretendere che il motore su di giri di taluni comportamenti rimanga spento, se poi qualcuno gli vende la benzina.

Scrivo queste cose perché a Bassano il contrasto agli eccessi del weekend è il tema del momento e il rischio, nella non remota eventualità che queste cose si ripetano, è quello di stare tutti a guardare dalla finestra e attendere semplicemente che la Polizia Locale e le Forze dell'Ordine facciano il loro dovere, restando tutti gli altri idealmente seduti sul divano come se si stesse guardando un film alla Tv. Ritenere che la “prevenzione” dei disordini urbani sia appannaggio esclusivo degli uomini in divisa - e cioè quando i “fatti” stanno ormai per accadere, come sabato scorso - è un pensiero riduttivo ed è quello che non serve. Serve invece un città che faccia attivamente quadrato per fare in modo che gli eccessi del fine settimana trovino tutt'attorno del terreno bruciato.
Al di là della sua vicinanza all'area di centrosinistra, quello che ha sostenuto nei giorni scorsi sulla stampa il presidente del quartiere Centro Storico Marco Gasparotto appare pertanto una proposta sensata per riannodare i fili della città e fare fronte comune contro quella che, a lungo andare, può diventare una spiacevole devianza di ordine pubblico.
E cioè il richiamo al già esistito “patto civico” tra il Comune, gli operatori commerciali e i residenti del centro storico: un accordo finalizzato “a migliorare la convivenza in città, a coordinare i reciproci interessi e a valorizzare i comportamenti e le azioni rispettose delle condizioni ambientali e della quiete pubblica”. Così scrive ancora, alla voce dedicata, il sito istituzionale del Comune di Bassano. Quel “patto civico” contro gli eccessi della movida ha però una caratteristica: è stato ideato e messo in pratica dall'amministrazione precedente e in quanto tale è fermo da quasi due anni. Ma l'idea, a suo tempo, si è rivelata buona. Serve quindi che l'attuale amministrazione lasci da parte le contrapposizioni ideologiche e cominci a ragionare in tal senso. Velocemente, però.

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