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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Torre Civico

Intervista al neo consigliere delegato al Centro Storico Riccardo Torre. “Secondo me il centro storico ha bisogno di tanto amore, nel senso di cura dei dettagli”

Pubblicato il 14-11-2020
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Torre Civico mi dà appuntamento nel suo storico negozio di dischi, oggettistica e souvenir di via Angarano all'imbocco del Ponte. Tra la merce in vendita ci sono anche i giradischi, ritornati di moda. Forse ne servirebbe comprare uno per ascoltare meglio il disco rotto del nuovo rimpasto all'interno giunta Pavan, attualmente al primo posto nella Hit Parade della politica cittadina. Comunque sia, grazie a quel rimpasto oggi Riccardo Torre, eletto in consiglio comunale con la civica #Pavan Sindaco, è stato promosso al ruolo di consigliere delegato con la delega al Centro Storico. D'ora in poi le questioni riguardanti il salotto cittadino sono di sua competenza. Un bel salto politico in avanti per questo consigliere di maggioranza che si vede aumentato il carico di responsabilità. Al punto che qualcuno, in borgo Angarano, lo ha già scherzosamente ribattezzato il “governaTorre”.

Riccardo Torre, come ha accolto questo nuovo incarico che rappresenta poi una promozione?

Il consigliere comunale Riccardo Torre

Con tantissima gioia, perché io che mi reputo un fioeo de piassa ritengo che avere l'onore di provvedere a un eventuale sviluppo del centro e di essere l'occhio dell'amministrazione per il centro sia una grande responsabilità. L'unica cosa che mi frena la soddisfazione è il periodo, perché questo periodo veramente non ci permette di gioire per tante cose. Sappiamo benissimo com'è la situazione e fra gente che sta male e gente che contemporaneamente è in difficoltà economiche molto serie, la mia gioia è un po' stoppata.

Di che cosa ha bisogno il centro storico in questo momento, secondo lei?
Il centro storico, secondo me, ha bisogno di tanto amore. Nel senso di cura dei dettagli. La nostra città è meravigliosa e questo lo sappiamo tutti, però ci sono degli interventi che vanno fatti per rendere il centro più gradevole. Ad esempio la prima cosa che mi viene in mente, e che è sotto gli occhi di tutti, sono i cassonetti delle immondizie. Questa selva di bidoni gialli, blu, verdi, dappertutto. Difatti abbiamo già lavorato con Paolo Bertuzzo dell'Etra, altro consigliere comunale, per inventarci un sistema per coprirli e lo stiamo sviluppando da un po' di tempo, ma adesso troverà il suo corso.

Oltre ai cassonetti, il centro è un salotto che ha molti elementi. Quali sono altri aspetti che dovrebbero avere maggiore attenzione?
Il centro è un salotto, però è anche un quartiere della città. È un quartiere unico perché è un quartiere di residenti, è il salotto cittadino e quindi molti bassanesi arrivano in centro per incontrarsi e avere la parte sociale e contemporaneamente è la vetrina della nostra città. Lo dico anche da commerciante, che si interfaccia per questo anche con quel fondamentale interlocutore che è la Confcommercio. Quando arrivano i turisti, si fermano nelle piazze, lungo le sponte del Brenta, sul Ponte. Allo stesso momento però è anche il posto in cui portiamo gli amici, li portiamo a far vedere quanto bella è la nostra città. La prima parte, di cui ho parlato, è quella delle immondizie che devono essere messe ssolutamente a posto. La seconda parte, secondo me fondamentale, riguarda il discorso dell'arredo urbano. Ci sono tanti cartelli che si sono sviluppati nel corso degli anni e che non hanno una logicità, si vedono stili differenti. Bisogna quindi riorganizzare tutto questo aspetto. Ci sono delle illuminazioni che sono retrò, che andrebbero uniformate. Queste sono solo alcune delle cose da fare.

Qualche altro esempio?
Vogliamo intervenire in generale sul decoro urbano, assieme all'assessore Viero, rendendo coordinati e omogenei gli elementi di arredo. Con Etra stiamo lavorando sul tema delle fioriere e dei cestini. Vanno attivati nuovi punti di informazione, non solo per i turisti ma anche per i bassanesi, dove ricevere informazioni su tutto quello che è in programma nella nostra città, valorizzando edifici attualmente chiusi ma che si prestano naturalmente a questo scopo. Contiamo inoltre di riaccendere a breve le luci del Castello degli Ezzelini, spente ormai da troppo tempo. È un passo importante per l'immagine della città perché sempre a breve dovremmo anche riacquisire il Ponte Vecchio in tutto il suo splendore.

Andiamo oltre questo periodo di emergenza e proiettiamoci in una auspicabile futura fase di ritorno alla cosiddetta normalità. Il centro avrà più bisogno di tutela, cioè di cura di questo scrigno, di questo “contenitore”, oppure avrà più bisogno di “contenuto” e cioè di frequentazione?
Tutti e due, vanno di pari passo. La prima cosa che dobbiamo fare, d'accordo con il comitato di quartiere Centro Storico e con il suo presidente che io ho già sentito, sarà quella di cercare di vedere insieme tutte le sfaccettature. Siccome Bassano è bellissima, lo ribadisco, ha bisogno quasi che le venga cucito addosso un abito sartoriale. Il “cuore” della città è già giusto, però ha bisogno di sistemazione. Mi riferisco ad esempio alle facciate da riprendere per mano. Dopo aver già mappato tutti gli edifici, sarà cura dell'amministrazione
lavorare anche con i privati per portarli a conoscenza del fatto che ci sono dei grandi incentivi. Come amministrazione avevamo già promosso il bando per le facciate. Poi sono arrivati gli incentivi dello Stato, con il bonus 110%, che è un'opportunità unica per rifare bella, praticamente gratis, casa propria. Tutto questo riguarda appunto il “contenitore”. E poi ci sono i contenuti.

E quindi?
E quindi bisognerà organizzare mille cose. Anzi: Bassano ha sempre avuto mille cose, bisognerà farne “millecinque”, farne ancora di più. Ma questo non mi spaventa perché Bassano apre le porte a tutti gli eventi, soprattutto di qualità, e contempornemente è attrattiva per tutti gli eventi perché avere una location come Bassano è una cosa meravigliosa. Noi abbiamo già rimodulato la Ztl, per consentire il passaggio. Abbiamo visto l'esperienza dei plateatici che, purtroppo in questo frangente drammatico, ha portato ad avere le piazze con tanti tavoli, vissute dalla città. Abbiamo inoltre ridiscusso i parcheggi, i parcometri e tutto quanto. Tutto un lavoro che dovrà continuare di concerto con il presidente di quartiere.

Senta, lei è anche una figura di riferimento per via Angarano. Questo discorso del centro storico comprende anche questa parte di città sull'altra riva del fiume?
Obbligatoriamente sì. Angarano è un quartiere a sé stante dal quartiere Centro Storico, però è naturalmente una parte del centro storico, perché il Ponte degli Alpini, dal mio punto di vista, è il centro della città, è l'unione tra le due rive ed è un motivo per incontrarsi. Per questa ragione abbiamo un sogno nel cassetto e stiamo lavorando assieme all'assessore Zonta per tentare di farlo piacere alla Sovrintendenza. Ci piacerebbe allestire un belvedere, un piccolo balcone completamente non invasivo - cioè in vetro -, lungo una riva del Brenta per ammirare il Ponte Vecchio, il Grappa e la Valsugana. Una finestra protesa un po' nel vuoto per ammirare lo skyline della città.

Quindi oltre al Caffè Italia avremo un altro cubo di vetro?
Non un cubo di vetro, ma una cosa che ti dà una leggerezza che ti fa immergere lungo le rive, lungo la natura e nella nostra città.

Con tutte queste cose da fare, ha ancora tempo per stare in negozio?
Per fortuna ho la famiglia che mi dà una mano e la notte è lunga. Dunque di notte si radunano le idee, si organizza tutto, e qualche volta si tralascia un po' il lavoro. Ma per fortuna sono supportato da una grande famiglia che mi aiuta sempre.

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