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Capolinea Covid
Europandemia: dalla Spagna lettera al direttore dell'expat e libero pensatore Francesco Celotto. “L'Europa deve davvero cambiare passo e questa è, credo, l'ultima chiamata”
Pubblicato il 28-10-2020
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In merito alla nuova emergenza in corso per la pandemia da Covid-19, riceviamo dalla Spagna e pubblichiamo la seguente lettera al direttore, trasmessa in redazione da Francesco Celotto, expat e libero pensatore come lui stesso si definisce:
http://effimera.org
LETTERA AL DIRETTORE
Egregio direttore,
le scrivo perchè vedo che l'Europa è di nuovo sprofondata in un pericoloso marasma, diretta conseguenza della mancanza di coordinamento, programmazione, capacità di visione unitaria tipica da sempre della (dis)unione europea.
Il Covid è pericoloso e lo si sa da tempo, come si sapeva che in autunno sarebbe tornato. Si sapeva anche che i nostri sistemi sanitari, nonostante la sbandierata e supposta eccellenza, non erano all'altezza di reggere una seconda forte ondata di Covid.
Che ha fatto Bruxelles in questi mesi?
Poco a mio avviso. Ha approvato il cosiddetto Recovery Fund a luglio, salvo poi bisticciare il Parlamento Europeo con la Commissione per aumentarne la dotazione, con la conseguenza di ritardare ulteriormente la erogazione dei fondi.
La UE ha affrontato con vecchi strumenti una nuova terribile emergenza.
Anziché proporre di utilizzare il MES, un'arma pericolosa con pesanti condizionalità per chi la chiede (anche se furbescamente i tedeschi dicono di no, ma così è), avrebbe dovuto creare un fondo sanitario europeo a fondo perduto.
Ricordo che se la sanità europea non naviga in buone acque è per colpa dei continui, indiscriminati tagli ai budget sanitari imposti ai vari Paesi con la scusa della austerità e del rispetto dei parametri tanto cari alla Germania. Tagli avviati già dal 2008 con la crisi finanziaria e particolarmente pesanti in Paesi come l'Italia e la Spagna, che infatti hanno un indice di terapie intensive per 1000 abitanti tra i più bassi d'Europa.
Nei mesi estivi si potevano rafforzare i sistemi sanitari, assumere nuovo personale, invece la politica come sempre ha beatamente ronfato a tutti i livelli da Bruxelles a Roma.
Ognuno ha fatto da sé e male, in maniera come al solito scoordinata. Con il risultato che i sacrifici fatti a marzo (lockdown di 2 mesi e passa) sono stati inutili.
A parte la sanità, sono totalmente mancati la implementazione di sistemi di tracciamento (vedi la app Immuni che in Veneto non è stata neppure attivata dalla Regione nonostante le chiacchere del doge Zaia) e non sono stati fatti tamponi a tappeto.
Capisco che i nostri sistemi non posso adeguarsi agli standard cinesi che, in quanto sistemi non democratici, hanno gioco facile nell'obbligare i cittadini a seguire le “indicazioni” delle autorità, ma davvero da noi ha trionfato l'anarchia più assoluta a tutti i livelli.
Credo sia importante sottolineare come il senso civico e il rispetto delle norme sia completamente venuto meno da parte dei cittadini. Io vivo in Spagna e qui in estate si sono visti bar sovrafollati, gente ammassata in piazza, poco o nulla rispetto delle distanze di sicurezza, trasporti pubblici stracolmi. Con la conseguenza che con il ritorno del freddo è tornato pure il Covid e più forte di prima.
L'Europa deve davvero cambiare passo e questa è, credo, l'ultima chiamata.
Non possiamo permetterci altri ritardi, nè palleggiamenti di responsabilità tra autorità.
Il Covid è, secondo me, la terza guerra mondiale, come ebbi già modo di dire in un precedente intervento su Bassanonet del marzo di quest'anno.
Servono interventi all'altezza per combattere questa guerra subdola e pericolosa che potrebbe fare molti morti tra le persone ma anche tra le imprese se non agiamo subito.
Serve un nuovo piano Marshall capace di aiutare le piccole e medie imprese a non sprofondare, le famiglie a stare a galla e a contenere il numero dei contagi e dei morti, tenuto conto che il vaccino non sarà disponibile prima della tarda primavera e che l'immunità sarà di breve durata con la necessità di un richiamo. Senza contare l'enorme difficoltà nel produrre milioni di dosi in tempi rapidi e i problemi logistici e di distribuzione.
Ci attendono mesi molto, molto duri e difficili e se stavolta l'Europa non saprà adeguatamente rispondere alla gigantesca sfida che la attende rischia di implodere.
Il Recovery Fund è una risposta tardiva ed insufficiente ad affrontare tali sfide.
La dotazione finanziaria di 750 milioni circa va triplicata (2,3 miliardi almeno) e va creato un fondo europeo sanitario i cui finanziamenti devono essere a fondo perduto e pari a non meno di 500/700 milioni di euro.
È tempo di abbandonare egoismi, protezionismi; è tempo di solidarietà. La sanità deve essere pubblica, efficiente e accessibile a tutti. Il Covid è una sfida gigantesca ma in futuro potremmo dover affrontare sfide anche più impegnative. La ripresa economica sarà lenta e asimmetrica e senza risposte comuni l'Europa non reggerà, neppure la Germania che si scopre improvvisamente fragile.
Dobbiamo essere lungimiranti e solidali da subito. Esigiamo questo da chi ci governa ma anche da tutti noi cittadini appartenenti a una comunità che affronta un pericolo subdolo e senza precedenti.
Francesco Celotto
expat, libero pensatore, blogger
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