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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Smonta e Rimonta Tour
Un'email al direttore dell'ing. Alessandro Guarnieri, dopo il nostro articolo di ieri “Il deflusso”, esprime alcune precisazioni sui “tempi” delle ture. Intanto giovedì 24 andrà in scena il consiglio comunale straordinario sul Ponte
Pubblicato il 21-05-2018
Visto 3.833 volte
L'ing. Alessandro Guarnieri, che conosco e soprattutto stimo, è uno dei professionisti bassanesi che seguono da vicino le vicissitudini del Ponte.
Le segue da vicino in senso ambivalente. Da una parte, può permettersi di analizzare e valutare le questioni tecniche del progetto di ripristino e consolidamento del manufatto con un occhio e un'esperienza professionale che va ben oltre la percezione degli accadimenti da parte dei non addetti ai lavori. E, in questo senso, ha già più volte espresso in passato il proprio pensiero attraverso il Comitato Amici del Ponte Vecchio di Bassano. Dall'altra, la vicinanza con cui segue gli sviluppi del cantiere senza inizio è tale nel senso letterale del termine: abita infatti a pochi passi dal monumento e in veste di portavoce dei residenti ed esercenti di via Volpato è pure intervenuto pubblicamente, in particolar modo con riferimento al problema del rischio di esondazioni del Brenta in piena con le ture di cantiere allestite. Oggi il professionista, che è un nostro attento e assiduo lettore, mi ha trasmesso una email con la quale, con il suo consueto tono garbato, esprime una critica relativa all'articolo “Il deflusso” che ho pubblicato ieri su Bassanonet.
Nel pezzo in questione, oltre ad altre considerazioni, avevo sottolineato le circostanze di quello che potremmo definire lo “Smonta e Rimonta Tour” (che, letto all'italiana, suona come “smonta e rimonta tura”): e cioè che nel momento in cui, verso la metà di giugno, l'attuale tura in sinistra idrografica sarà totalmente rimossa dalla Brenta Lavori, a seguito di affidamento d'urgenza del Comune, sarà già iniziata la “finestra lavorativa” estiva 2018 e pertanto la tura appena smantellata dovrebbe essere ricostruita.
La rimozione della tura, oggi (foto Alessandro Tich)
“Ma ciò significherebbe - è un passo dell'articolo - che, nel frattempo, è già stata trovata dal Comune la ditta in graduatoria disposta a subentrare nell'appalto, siglato il contratto e firmato il verbale di consegna dei lavori.”
Guarnieri, nella sua comunicazione al direttore, contesta proprio questa affermazione.
“A volte - esordisce il suo intervento di puntualizzazione - una tiratina d’orecchi fa bene: vedo che stai adattandoti alla logica social di scrivere di tutto, senza un adeguato approfondimento del tema, e questo non è da te.”
Ringrazio innanzitutto l'ingegnere per la “tiratina d'orecchi”: le nostre orecchie sono fatte per ascoltare (ed è uno dei fondamenti della mia professione) ma anche, all'occorrenza, per essere tirate. A condizione - come in questo caso - che il tiratore abbia i titoli, le competenze, la conoscenza tecnica e in definitiva l'autorevolezza per farlo.
Riguardo invece alla “logica social di scrivere di tutto, senza un adeguato approfondimento del tema” mi permetto di dissentire. Ma nello spiegare il perché del mio dissenso toglierei spazio alla lettura delle argomentazioni critiche della comunicazione ricevuta che sono invece degne di maggiore attenzione.
Lo spiegherò semmai, se ne avrò il tempo e la voglia, in un'altra occasione.
“Vengo al dunque - prosegue l'ing. Guarnieri -. Ti sei pronunciato più volte, da ultimo oggi, sulla inutilità di rimuovere le ture, visto che ci stiamo avvicinando al periodo in cui le stesse potrebbero servire. Ma a cosa ? La finestra estiva ha una durata minore, 3 mesi, rispetto a quella invernale, 4 mesi. In tre mesi non si potrebbero restaurare entrambe le stilate 1 e 2, ma soltanto una. Ed anche per lavorare su una sola si dovrebbe, per fine giugno, avere predisposto, a piè d’opera, la travatura di sollevamento, la trave reticolare di soglia, tutto il legname già lavorato. Nessuna impresa, neanche la Salini, sarebbe in grado di approntare il tutto, ricevendo adesso l’incarico.”
“Se l‘appalto venisse affidato entro giugno - aggiunge il professionista -, a stento un’impresa potrebbe essere in grado di restaurare due stilate nella finestra invernale. Pertanto le attuali ture sarebbero tuttalpiù servite dopo l'autunno, sempre che si fosse accettato il rischio di lasciarle nell'alveo durante il periodo più critico di ottobre e novembre.” “La rimozione delle ture - prosegue - non è dettata, a mio avviso, da reconditi fini dovuti alla diatriba Comune-Vardanega, bensì alla presa di coscienza dei progettisti sulla effettiva estrema pericolosità del manufatto, sia per esondazioni che per danni allo stesso Ponte. Tant’è che, in futuro, si dovrà rivedere la loro consistenza, visto che la possibilità del verificarsi di una grossa piena dipende solo dal cielo e non dalle finestre di Modena.” “Ben venga dunque - sottolinea l'ingegnere - la rimozione di queste ture, ed armiamoci di pazienza nell’attesa della ripresa dei lavori.”
Dunque, ricapitolando: quand'anche venisse immediatamente ricostruita la diga di cantiere il mese prossimo, nell'ipotesi di un riaffidamento dell'appalto già avvenuto,
la medesima sarebbe comunque relegata al destino di quella precedente - anche se per tutt'altri motivi - e cioè di una tura nel deserto. Una conseguenza di cui l'Amministrazione comunale, a mio modo di vedere, era pertanto consapevole nel momento in cui ha deciso la risoluzione in danno del rapporto contrattuale con l'appaltatore.
Se le osservazioni del professionista bassanese sono oggettivamente attendibili, e non ho il motivo di dubitarne, ciò rappresenta la conferma dell'ineluttabilità del lungo Time Out - da qui al prossimo inverno, vale a dire fino a dicembre/gennaio - previsto fino all'agognata ripartenza del cantiere, che è già stato annunciato dal sindaco Poletto alla famosa riunione coi “portatori di interesse” e che sarà molto probabilmente ribadito al consiglio comunale in seduta straordinaria richiesto dalle minoranze sull'argomento “Ponte” e convocato per giovedì prossimo, 24 maggio, alle ore 19.
Non si tratta in realtà di un consiglio comunale straordinario “totalmente” dedicato al Ponte Vecchio, come da proposta delle opposizioni, ma comunque l'ordine del giorno ad oggetto “Aggiornamento periodico e sistematico del consiglio comunale in relazione alla situazione ed allo stato del cantiere dei lavori di ripristino e consolidamento del Ponte degli Alpini” sarà discusso al primo punto della seduta consiliare, prima ancora dell'approvazione dei verbali delle sedute consiliari precedenti e dell'esame delle interrogazioni e delle interpellanze.
Intanto lo Smonta e Rimonta Tour 2018, grazie alle informazioni e precisazioni dell'ingegner Guarnieri - che in questo caso si sostituisce involontariamente al latitante (sul Ponte) sito internet del Comune di Bassano -, assume contorni cronologici meglio definiti. Sulla base di alcune considerazioni critiche che “riceviamo e pubblichiamo” volentieri, proprio perché non espresse dal tuttologo da tastiera di turno, anche se l'autore della tiratina d'orecchi dubitava anticipatamente al riguardo.
“Penso che un articolo di rettifica - conclude infatti la mail dell'ing. Guarnieri - non farebbe male, anche se difficilmente un giornalista ammette di aver sbagliato ed accetta la critica: il più delle volte la rettifica si trasforma in un ulteriore affondo.”
Con Alessandro Guarnieri ci conosciamo ormai già da diversi anni, ma evidentemente lui non mi conosce ancora bene.
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