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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
La tirata di orecchie
Restauro Ponte. Sindaco e vicesindaco sulla Vardanega: “L'attenzione loro è più a trovare i problemi che a risolverli.” Intanto il Ponte è monitorato da sei mesi e entro maggio si deve entrare in alveo
Pubblicato il 02-05-2017
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Punto primo: il Ponte di Bassano è monitorato da sei mesi in maniera costante e il monitoraggio proseguirà per tutta la durata del cantiere.
Punto secondo: terminata l'operazione di alleggerimento del tetto, dal prossimo 20 maggio - secondo cronoprogramma - deve partire l'allestimento delle “ture” a nord del manufatto (strutture idrauliche per il prosciugamento di una parte del Brenta) che permetteranno in estate di lavorare in alveo.
Sono le due principali informazioni che vengono rese note dal sindaco di Bassano Riccardo Poletto e dal vicesindaco Roberto Campagnolo nel corso di una nuova conferenza stampa dedicata al punto della situazione dell'intervento di ripristino e consolidamento statico del monumento simbolo della città.
Foto Alessandro Tich
Occasione nella quale, tuttavia, i due amministratori pubblici, senza scendere in dettagli, danno anche una tirata di orecchie alla Nico Vardanega Costruzioni Srl, ditta appaltatrice dei lavori.
“Talvolta - afferma il sindaco Poletto - si ha l'impressione che ci sia più volontà a mettere in discussione il progetto. Quel progetto è stato oggetto di una gara pubblica e quel progetto va realizzato. Ci sono possibili migliorie? Noi siamo aperti a valutarle assieme agli enti preposti alle autorizzazioni, ma le proposte vanno formalizzate e non limitate alle chiacchiere o alle dichiarazioni sulla stampa.”
“L'attenzione loro - dichiara il vicesindaco Campagnolo, riferendosi alla Vardanega - è più a trovare i problemi che a risolverli.”
“La ditta, molte settimane fa - aggiunge Campagnolo, “pungolato” al riguardo dai giornalisti presenti - ha avanzato ufficiosamente l'ipotesi di discesa in alveo in modo diverso, da sud, per lavorare sulle quattro stilate attraverso un sistema di scatolari in cemento armato. Ma è una proposta che va formalizzata subito, altrimenti non è possibile concedere le eventuali autorizzazioni da parte degli enti competenti, genio civile in primis, in sintonia con il nuovo Codice degli Appalti. Una richiesta formale, però, non è mai arrivata.”
Intanto il tempo stringe e dalla fine di questo mese, dunque, bisogna entrare in alveo predisponendo le opportune opere di “tura” dalla base operativa dell'isolotto Pusterla. Ovvero da nord, come previsto dal progetto e come autorizzato dall'ente di gestione delle acque del fiume. In linea teorica Vardanega avrebbe ancora il tempo di formalizzare la propria ipotesi alternativa in modo da poter convocare d'urgenza gli enti autorizzativi in tempo utile per poterla valutare prima della “finestra” di fine maggio, ma si tratta di una possibilità difficilmente concretizzabile.
Il rapporto tra Amministrazione e ditta appaltatrice non è dunque dei più facili, anche se il “dialogo” è costante. A riprova di ciò, Campagnolo pone come esempio la variante in corso d'opera della gru temporaneamente installata per la rimozione dei coppi dal tetto del Ponte. “La ditta - spiega - ha dimostrato che con la gru le operazioni sarebbero state più veloci, e l'abbiamo autorizzata.”
Intanto viene posto l'accento su un aspetto dell'intervento di restauro non ancora pienamente emerso all'attenzione generale: il costante monitoraggio degli spostamenti, anche minimi, del Ponte degli Alpini.
“Il 17 settembre 2014 - riferisce il vicesindaco - la prima indagine dell'Università di Padova aveva dimostrato che dall'ultimo restauro degli anni '90 la stilata 2 si era abbassata di circa 50 centimetri. Altre tre letture da maggio ad agosto 2015 avevano evidenziato un ulteriore cedimento nella stilata 2 di 14 centimetri. Il Ponte stava letteralmente andando giù. Nell'agosto 2015 abbiamo provveduto alla rimozione della massicciata. Nei due anni successivi la stilata 2 è calata di soli due millimetri. Il monitoraggio è stato fondamentale in tutto il periodo di blocco forzato dei lavori per le note vicende giudiziarie.”
“Dopo la rimozione della massicciata - continua il vice - il Ponte si è stabilizzato, ma la situazione della stilata 2 resta grave e il lavoro è urgente.”
Ora è emersa l'esigenza “di un sistema di monitoraggio che continui a funzionare anche durante i lavori del cantiere”.
Il nuovo sistema, attivo da sei mesi, misura costantemente e in tempo reale i movimenti del Ponte ed è collegato con il semaforo ai due ingressi del manufatto.
Il monitoraggio, gestito dall'USM Group, è composto da una rete di sensori di livello del fiume all'altezza di Ca' Barzizza, di sensori di staticità sul Ponte che registrano i movimenti in altezza e in rotazione della struttura e di sensori di rilevazione della temperatura e dell'umidità.
Tutti i dati sono elaborati da un server, che a sua volta sarà collegato ad un App, chiamata “Dialoga Bassano”, che sarà disponibile alla cittadinanza entro questo mese.
Scopo dell'applicazione, che sarà inizialmente attivata per i cittadini residenti nelle vicinanze del Ponte, sarà primariamente quella di comunicare eventuali stati di allarme per il Brenta (corrispondenti a una soglia di 2,50 metri di altezza ovvero 400 metri cubi al secondo di portata) con contestuale accensione della luce rossa ai due semafori di ingresso del manufatto. Si tratta di un'evoluzione della comunicazione ente-cittadini che già funziona per i residenti nelle due rive a ridosso del Ponte tramite sms, messaggi vocali o telefonate.
Ancora una novità riguarda infine la soluzione, ancora aperta, che dovrà essere scelta per la futura pavimentazione del Ponte.
“Sulla pavimentazione - rende noto il sindaco - abbiamo ricevuto una comunicazione formale dalla Sovrintendenza, che ci suggerisce di avviare un “tavolo a tre” tra Comune, Sovrintendenza stessa e CISA, Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza. Scopo del tavolo sarà quello di chiudere la questione e decidere come chiuderla. La presenza di un ente autorevole come il CISA garantirà senza dubbio la scelta migliore del tipo di pavimentazione, sotto il profilo sia storico che funzionale.”
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