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Quando una serie è più efficace della realtà
Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Bassano dei Momix
Incontro con John Eden e Sarah Nachbauer, componenti della più famosa compagnia di danza del mondo, protagonista di tre sere da tutto esaurito ad Operaestate. “Il pubblico di Bassano è ricettivo e acculturato”
Pubblicato il 02-08-2012
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Di sera, assieme agli altri otto componenti del corpo di ballo, si trasformano in fiori e in piante, in insetti e in uccelli, in conchiglie e in dinosauri.
Corpi che tra una scena e l'altra si tramutano in acqua oppure luce, in alberi o pietre, in una continua metamorfosi scandita da straordinari effetti visivi che fanno da contrappunto alle acrobatiche coreografie.
Incontriamo John Eden e Sarah Nachbauer all'hotel Belvedere dopo averli ammirati la sera prima, con tutto il resto della celebrata compagnia, sul palcoscenico del PalaBassano dove i Momix hanno nuovamente infiammato il cartellone di Operaestate Festival con una tre sere da tutto esaurito.

Sarah Nachbauer e John Eden, due dei dieci danzatori-illusionisti dei Momix (foto Alessandro Tich)
Ospite frequente delle kermesse estiva bassanese, la compagnia di danza più famosa del mondo ha proposto quest'anno le suggestive atmosfere di “Bothanica”, ennesima creazione del coreografo Moses Pendleton ispirata alle quattro stagioni e alle emozioni della natura.
Sembra quasi incredibile che questi due giovani artisti statunitensi, molto easy e rilassati nelle ore di pausa tra uno spettacolo e l'altro, siano le stesse persone in grado di sprigionare, una volta saliti sul palco, un impegno interpretativo e un'energia fisica che hanno dell'incredibile. E che il pubblico di Bassano del Grappa, con applausi a scena aperta e ovazione finale, ha saputo ancora una volta apprezzare.
“Il pubblico di Bassano - ci dicono i due danzatori - è molto ricettivo e acculturato. Gradisce molto i nostri spettacoli, ci ha già visto altre volte e ha l'opportunità di vedere molti altri spettacoli di danza ad alto livello. Dopo lo show siamo felici di aver trasmesso così tanta energia. Ci esibiamo dappertutto e tutto l'anno, ma qui in Italia l'accoglienza è sempre speciale. Abbiamo imparato subito la parola bravissimo.”
E' quasi impossibile, del resto, non battere le mani con forza e convinzione di fronte a questi atleti che diventano un tutt'uno con le illusioni ottiche e con i giochi di luce e di colore che ne guidano i movimenti.
“Le illusioni ottiche alla base dello spettacolo sono fisicamente molto impegnative - afferma John -. Anche perché dobbiamo unire la fisicità alla concentrazione sull'interpretazione che mette insieme gli altri elementi - luci, costumi e proiezioni video - che costruiscono la percezione dell'atmosfera.”
Ma come nasce una coreografia dei Momix e qual è il rapporto tra gli artisti della compagnia e il grande guru Moses Pendleton?
“La coreografia è un processo molto interessante - spiega Sarah -. Moses è unico, creativo, ed è un ispiratore molto collaborativo. Lo spettacolo nasce con la collaborazione dei ballerini, che elaborano pezzi e nuove idee espresse in danza.
E' successo anche con “Bothanica”, che è uno show organico dove abbiamo lavorato assieme per capire come ad esempio un fiore può muoversi e danzare. Facciamo anche delle improvvisazioni che vengono videoregistrate, e tutto questo materiale serve a creare la coreografia finale.”
Quindi cosa significa, per un artista del palcoscenico, fare parte dell'esperienza-Momix?
“Per me è vita - risponde John -. L'arte è l'espressione della vita e con Momix la vita della natura si trasforma in bellezza poetica, che abbiamo la fortuna di mostrare in tutto il mondo.”
“Per me è un onore - ribatte Sarah -. Ho la possibilità di fare realmente ciò che amo e di incontrare tante persone che apprezzano ciò che faccio. E' bello vedere che in questo particolare momento economico la gente è richiamata ancora dall'arte e viene a vedere uno spettacolo di danza.”
Insomma: saranno anche tempi difficili, ma the show must go on.
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