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Rinascimento in bianco e nero

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Rinascimento in bianco e nero

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Duemilaquindici

Che cosa resterà, se non di memorabile, perlomeno di sufficientemente degno di ricordo di questo 2015, oramai agli sgoccioli, a Bassano del Grappa?

Pubblicato il 29-12-2015
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Rinascimento in bianco e nero

Che cosa resterà, se non di memorabile, perlomeno di sufficientemente degno di ricordo di questo 2015 - oramai agli sgoccioli - a Bassano del Grappa?
Vi do subito la mia risposta: dal punto di vista della vita pubblica cittadina, poco o quasi niente. Se pensiamo infatti che le più grandi novità nell'anno che sta per terminare sono state la riapertura parziale del Tempio Ossario per il Centenario della Grande Guerra e la AnguriarA di Andrea Rosso & C., iniziativa privata tesa a rianimare l'Isola Pusterla sul Brenta, si può ben dire che è stato un anno nel quale ad avere il sopravvento, in linea di principio, è stata la cosiddetta “ordinaria amministrazione”.
Non che i grandi temi cittadini non abbiano occupato le cronache sui media, il confronto nelle stanze della politica e le discussioni sulla piazza: ma si tratta di argomenti in divenire, che non possono pertanto trovare posto nel bilancio delle “cose fatte” di quest'anno e che troveranno probabile compimento, o un auspicabile concreto inizio, nell'anno che verrà.

Foto Alessandro Tich

In primis il Ponte degli Alpini, attualmente ingabbiato e “imbragato” per i lavori urgenti di messa in sicurezza in vista dell'atteso intervento di ripristino e di consolidamento statico del monumento simbolo della città.
Restauro che, per l'appunto, partirà nei prossimi mesi. Con la posa in opera della famosa “trave reticolare” al posto della massicciata che tanto ha fatto discutere, su impulso degli architetti e degli ingegneri contrari al metodo di intervento, nell'ultima parte dell'anno.
Per non parlare dell'autentica telenovela che - Ponte sul Brenta a parte - ha fatto scrivere nel 2015 fiumi di parole: il “big match” Polo Museale Santa Chiara versus Nuovo Teatro Civico. Vi risparmio, in questa sede, dall'aggiornarvi sulla questione: e vi rimando semmai alla lunga rassegna di articoli che potete recuperare nel nostro portale. Tutto ciò per dire che, anche per questa vicenda, è stato un anno di “preparazione”, di work in progress dell'Amministrazione comunale verso uno scenario che tuttavia - nel caso specifico sopra riportato - non è ancora totalmente definito.
E' come se qualsiasi tema cruciale della vita pubblica bassanese sia stato automaticamente coniugato al futuro: “vedremo”, “faremo”, “la soluzione è ancora aperta”. Compreso il fantomatico Tribunale della Pedemontana, riesumato da Zaia ma ancora disegnato solamente sulla carta. Compresa la grande viabilità cittadina che non riesce ad uscire dalle sabbie mobili del Piano Mar, attualmente congelato. E compreso persino il futuro dell'Ospedale, per alcuni dei cui servizi la prevista riforma delle Ulss voluta dalla Regione Veneto, e nuovamente da Zaia in primis, non fa suonare sirene proprio rassicuranti. Checché ne dica il direttore generale in scadenza dell'Ulss n.3, e uomo vicino alla Lega Nord, Fernando Antonio Compostella.
E tutto il resto? Tutto il resto è noia. Calma piatta, al punto che è bastato un albero di Natale a forma di cono con una miriade di puntini a led per smuovere le coscienze dei numerosi affiliati al partito #bassanesimaicontenti.
Uno dei pochi veri sussulti del dibattito cittadino (soprattutto sui social) analogamente a quanto scaturito sul progetto della centralina idroelettrica privata sul Brenta vicino al Ponte e sull'arrivo di un gruppo di africani spediti dalla Prefettura in un appartamento del quartiere San Vito.
A questo punto mi corre tuttavia l'obbligo di prevenire le possibili obiezioni degli iscritti all'altro partito #tichseisemprenegativo.
Perché è pur vero che Bassano è in grado di regalare momenti di positiva e partecipata convivenza collettiva: Operaestate Festival, i Mercoledì sotto le Stelle, il Mercatino di Natale con conseguente invasione del centro storico soprattutto alla domenica, eccetera eccetera. Eventi che si ripetono - fortunatamente - tutti gli anni e che però proprio in quanto tali non possono essere annoverati tra le cose nuove che questo 2015 ci ha portato.
Sotto il profilo delle iniziative culturali, inoltre, va senza dubbio menzionata la bella e importante mostra retrospettiva al Museo Civico e a Palazzo Sturm di Federico Bonaldi, uno dei grandi della ceramica del '900 che ho avuto l'onore di conoscere personalmente.
Tanto di cappello: ma non è sufficiente, nel bilancio generale, per poter dire che a Bassano abbiamo attraversato un anno indimenticabile.
In conclusione, possiamo tuttavia consolarci con i “segnali” degli ultimi giorni di questo duemilaquindici, che bisogna valutare con attenzione.
Come riportato in precedenti articoli, a Natale i ristoranti del Bassanese hanno fatto il pienone e per fine anno la maggior parte degli alberghi faranno altrettanto. A ciò si aggiunge quanto affermato dal sindaco Riccardo Poletto all'incontro per gli auguri natalizi con la stampa: “Parlando con gli imprenditori, si avverte un clima di ripresa.” Notizie e sensazioni che chi vi scrive non sentiva dal 2008. Potrebbe essere questa, in definitiva, l'eredità dell'anno vecchio da portare in cascina in quello nuovo, nell'auspicio che non si tratti di puro ottimismo fine a se stesso.
Ah, dimenticavo: a onor del vero, e per dirla tutta, un fatto di quest'anno bassanese che sarà ricordato in futuro effettivamente c'è. E sono state le riprese della fiction “Di Padre in Figlia” che l'anno prossimo racconterà al grande pubblico di RaiUno le vicissitudini di una famiglia bassanese di produttori di grappa.
Per quasi due mesi, la troupe della serie Tv diretta dal regista Riccardo Milani ha imperversato in centro storico e nelle altre location cittadine, trasformate in luoghi dei decenni passati. Raccontano i bene informati che attori, tecnici e gli altri componenti della produzione siano rimasti straordinariamente impressionati dall'accoglienza a loro rivolta dalla nostra città.
L'incontro ravvicinato tra Bassano e i set di ripresa, del resto, è quasi naturale. Perché è la stessa vita pubblica bassanese che è la metafora di un film: con i suoi registi (alcuni dei quali occulti), il suo immutabile cast di attori protagonisti, le tante comparse e una trama molto spesso prevedibile.
Accogliendo a braccia aperte la produzione della fiction, pertanto, Bassano del Grappa altro non ha fatto che confermare il suo ruolo: quello di sede staccata di Cinecittà.

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