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Rinascimento in bianco e nero

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Rinascimento in bianco e nero

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Ponte Vagabondo

Il 22 novembre il Raduno Triveneto dei Nomadi al PalaBruel in città. Presentazione sul Ponte degli Alpini col leader del gruppo Beppe Carletti e il cantante “penna nera” Cristiano Turato. Parte dell'incasso sarà devoluto al restauro del Ponte

Pubblicato il 15-10-2014
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Beppe Carletti scherza dicendo che si era preoccupato dopo aver letto su facebook la dichiarazione di un assessore della nostra città: “Niente più nomadi a Bassano”. Ma quelli sono nomadi con la “n” minuscola, questi invece ce l'hanno maiuscola, e a caratteri cubitali. 51 anni di storia, il secondo gruppo pop rock più longevo del mondo dopo i Rolling Stones.
Era il lontano 1963 quando Carletti e il mitico Augusto Daolio formarono il loro complesso, come si diceva allora. E lo chiamarono “Nomadi”, denominazione scelta un po' per caso ma forse anche per destino. Perché dopo oltre mezzo secolo, la storica band - con 51 lavori all'attivo, per una media di uno all'anno, fra dischi registrati in studio, live e raccolte per un totale di 15 milioni di copie vendute - continua a girovagare per l'Italia: 90 concerti all'anno in tutta la Penisola con una media annuale di un milione di spettatori che comprendono bambini, giovani, genitori e nonni.
Della formazione originaria è rimasto solo Carletti, ma lo spirito del gruppo e l'amore del “popolo nomade” (contraddistinto anche da un centinaio di fans club dal Trentino alla Calabria) sono rimasti immutati. Ce ne accorgiamo anche sul Ponte di Bassano, sede on the road della conferenza stampa per l'annuncio dell'evento che li vedrà protagonisti in città: il Raduno Triveneto dei Nomadi, in programma sabato 22 novembre al PalaBruel.

Tutti con la maglietta. Da sin: Ilario Baggio, l'assessore Giovanna Ciccotti, Beppe Carletti e Cristiano Turato (foto Alessandro Tich)

E' la terza edizione della rimpatriata dei fans del gruppo da tutto il Nordest che dopo Feltre e Padova quest'anno fa tappa in riva al Brenta. Ma non si parlerà solo veneto in mezzo al pubblico: prenotazioni stanno arrivando dall'Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Roma. E anche da Genova, impegnata in queste ore a rinascere dopo l'alluvione.
E che il “Nomadismo” sia ancora attuale come prima e come sempre, ce lo conferma come abbiamo detto l'occasione dell'incontro con la stampa: oltre ai cronisti, sul monumento-simbolo della città, si accalca infatti un nutrito gruppo di ammiratori e di curiosi, compresi anche dei turisti che non si fanno sfuggire l'incontro ravvicinato con gli highlander della scena pop italiana.
Di highlader effettivo, in realtà, c'è solo il grande Beppe. Poi, in rappresentanza del gruppo, c'è anche il cantante Cristiano Turato, padovano, entrato a far parte della formazione nel 2012. Coi suoi 41 anni Cristiano è il “bocia” della band. “Bocia” di nome e di fatto: è stato alpino da militare, e sul Ponte degli Alpini veste il suo cappello con la penna nera. E così, buona parte dell'incontro si svolge in mezzo a una miriade di foto, selfie e richieste di autografi. Come per i Nomadi, del resto, accade dovunque.
La location dell'appuntamento informativo sul manufatto palladiano non è casuale: parte del ricavato della vendita dei biglietti del concerto sarà infatti devoluto all'iniziativa “Salviamo il Ponte di Bassano”, per la raccolta fondi a supporto del restauro del nostro grande malato. Per l'occasione, alcuni cittadini e amministratori - tra questi il parrucchiere Ilario Baggio, il libraio Marco Bernardi, l'assessore Giovanna Ciccotti e l'organizzatore dell'evento del 22 Paolo Guidolin - indossano la maglietta ufficiale dell'operazione, che viene consegnata, per una serie di foto storiche, anche a Carletti e Turato.
C'è anche, ma in giacca e camicia, il vicesindaco Roberto Campagnolo che pur auto-certificandosi come “stonato” rivela pubblicamente che l'unica canzone che si mette a cantare in qualche serata in compagnia, magari dopo un paio di bicchieri di vino, è “Io Vagabondo”. Miracolo dei Nomadi. “O forse anche del vino”, scherza ancora Carletti.
“51 anni di storia dei Nomadi sono 51 anni di una filosofia - afferma Marco Bernardi, aprendo la conferenza stampa quasi in versione “Nomadi senza Censura” -. Siamo davanti allo skyline della musica, che sposa la causa dello skyline di Bassano.”
L'organizzatore Paolo Guidolin, pure con il cappello alpino, anticipa i primi dati di prevendita e vista la provenienza delle richieste dichiara: “Più che un Raduno Triveneto con i fans dei Nomadi, sarà un Raduno Nazionale.” “Ci saranno anche altri ospiti sul palco che saranno comunicati a giorni - continua - e in più una mostra su “50 anni di Nomadi”, oltre a parte del ricavato per sostenere il Ponte.”
L'assessore Ciccotti si dice “felice” per l'azione di solidarietà nei confronti del monumento mentre Giuseppe Rugolo, presidente della sezione alpina ANA Montegrappa, segnala una coincidenza storica: “Oggi sono i 142 anni delle truppe alpine, fondate il 14 ottobre 1872 (in realtà oggi è il 15, ma non sottilizziamo - NdR). Ringrazio i Nomadi a nome delle 11mila penne nere della sezione Montegrappa per l'impegno che portano avanti con il cuore. C'è similitudine tra i nostri volontari e il vostro modo di interpretare i sentimenti degli italiani.”
Il “bocia” Cristiano Turato, voce del gruppo, non può fare a meno di spiegare come mai porta nell'occasione il cappello con la penna: “Ho fatto l'alpino in Val d'Aosta. Ho fatto il Car alla Testa Fochi ad Aosta, poi sono andato a La Thuile. E' stato un anno bellissimo che mi ha formato come persona e come uomo. Questo cappello non lo vestivo da cinque anni, dopo la nascita di mio figlio. Prima andavo a tutte le Adunate. Sono orgoglioso oggi di reindossarlo.”
“Sarà una serata bellissima e aiuteremo il Ponte - continua un Turato particolarmente ispirato -. Quante persone si sono conosciute, amate, lasciate e hanno pianto anche qua. Questa è vita.”
“Porteremo a Bassano il nostro nuovo concerto - anticipa Beppe Carletti -. Ripescheremo anche canzoni del passato, oltre a quelle recenti, mai eseguite in pubblico, per chi non ha mai sentito i Nomadi o un nostro disco. Anche se “Io Vagabondo” lo sanno tutti. Non è un revival degli anni '60, come molti pensano ma non lo dicono. I Nomadi sono il secondo gruppo più longevo dopo i Rolling Stones, siamo un gruppo pop-rock, più pop che rock, che ha cose da dire e che può parlare a un pubblico dai giovani ragazzi fino alle persone della mia generazione.”
“Le nostre canzoni esprimono la voglia di vivere e la speranza di andare avanti, un augurio per tutti - dice ancora il leader e co-fondatore della band -. Sarà una grande festa, come sempre. Non mi piace chiamarla “concerto”. Per me i concerti sono quelli di musica classica, dove il pubblico ascolta in silenzio e non vola una mosca. Coi Nomadi, invece, si canta.”
Un raggiante Ilario Baggio - hair stylist, canoista per hobby e primo animatore in ordine cronologico delle azioni di iniziativa popolare per il Ponte di Bassano - conclude gli interventi con un bilancio aggiornato ad oggi di “Aiutiamo il Ponte”: “Ormai lo sa il mondo che tutto questo movimento è nato con una canoa gialla - dichiara con orgoglio -. Ringrazio veramente tutti, da quelli che hanno dato 1 euro a quelli che hanno offerto somme importanti. Abbiamo raccolto 89.500 euro a questa mattina. Noi ci crediamo a questa cosa.”
E fortuna per il buon Ilario che per motivi anagrafici non abbia iniziato anche lui la sua attività 51 anni fa, mentre Beppe ed Augusto facevano partire il mito dei Nomadi. Avrebbe fatto ben magri affari con le sue forbici, nell'era dei capelloni.

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