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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
La carica dei 6000
Trasferta a Bruxelles dei portavoce di Radio Gamma 5 e LABC Laboratorio Civico. Consegnate al Parlamento Europeo, per il tramite dell'on. Andrea Zanoni, le 6000 firme raccolte contro il Traforo del Grappa della Nuova Valsugana
Pubblicato il 05-04-2014
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Sono partiti di mattina presto giovedì scorso dall'aeroporto di Venezia. Destinazione: Bruxelles, dove ad attenderli c'era il deputato europeo del PD (Gruppo Alleanza Progressista Socialisti e Democratici ) Andrea Zanoni.
Luca Trevisan, portavoce di Radio Gamma 5 e Maria Pia Farronato, portavoce di LABC Laboratorio Civico di Romano d'Ezzelino, si sono quindi recati nella sede del Parlamento Europeo dove assieme a Zanoni - membro della Commissione Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare dell'Europarlamento medesimo - hanno recapitato le oltre 6000 firme raccolte “per la tutela del Monte Grappa” in relazione al progetto della superstrada a pedaggio Nuova Valsugana.
Le firme - unitamente alla petizione e a uno studio sull'importanza naturalistica e sulle criticità geologiche del Massiccio del Grappa - sono state consegnate direttamente nelle mani del funzionario della Commissione Petizioni del Parlamento Europeo Giorgio Mussa “per esprimere il “No” degli abitanti della zona tra Castelfranco Veneto e Cismon del Grappa - informa un comunicato stampa di LABC Laboratorio Civico - alla superstrada Nuova Valsugana e al Traforo del Monte Grappa.”

Da sinistra: l'eurofunzionario Giorgio Mussa, l'eurodeputato Andrea Zanoni, Luca Trevisan e Maria Pia Farronato
Sotto accusa pertanto l’opera stradale che prevede anche il traforo del Monte Grappa, in un'area soggetta a vincolo paesaggistico ai sensi D.Lgs 42/2004 - Piano di Area del Massiccio del Grappa, a vincolo idrogeologico forestale (R.D. 3267/1923 -L.R. 52/78) e alla SIC/ZPS IT 3230022 "Massiccio del Grappa" della Rete Natura 2000 tutelata dall’Unione Europea (direttiva comunitaria 92/43/CEE e D.P.R. 357/1997).
L'iniziativa a Bruxelles fa seguito al sopralluogo compiuto lo scorso 22 agosto dallo stesso eurodeputato del PD sull'area dell'imbocco del previsto Traforo, dopo il quale - come rimarcano i promotori dell'iniziativa - “l'on. Andrea Zanoni si è unito al coro delle 6000 voci per dire: “Giù le mani dal Monte Grappa”. Proteggiamo il nostro Veneto da simili inutili, costose e dannose grandi opere fatte in project financing, vogliamo grandi opere di valorizzazione per restituire al Veneto identità, storia, paesaggio e turismo.”
“Si tratta di un'opera molto invasiva che avrà delle ricadute ambientali molto importanti sull'ambiente e l'intero assetto idrologico - commenta e conferma Zanoni - Bisogna ripensare l'intera progettualità delle grandi opere e fare solo quelle di cui i cittadini hanno veramente bisogno.”
“Il futuro dei luoghi - sostiene ancora il comunicato di Laboratorio Civico LABC - sta nell’intreccio di azioni personali e civili. Per evitare la morte di un paese occorre riscoprirlo e abitarlo con intimità e memoria storica. E questo vale per i cittadini e più ancora per gli amministratori. Bisogna intrecciare in ogni scelta importante competenze locali e contributi esterni se vogliamo veramente che il paesaggio diventi il motore del nuovo sviluppo.”
“6000 “No” - ribadiscono Luca Trevisan e Maria Pia Farronato - all'ennesima grande opera inutile dannosa e costosa che si vuole imporre quando, invece, si potrebbe ricorrere a delle alternative molto più sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico.”
I due promotori sottolineano il paradosso di un simile progetto “alla vigilia del centenario della Grande Guerra che rinverdirà di ricordi ciò che è successo sul nostro Monte Grappa con un traforo di ben 12 km, addirittura più lungo del Monte Bianco, anziché pensare a progettualità di tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico, atte a contribuire ad un rilancio concreto dell'area Pedemontana e dei luoghi della Memoria, perché finalmente consapevoli di essere custodi di un patrimonio culturale unitario che non ha eguali.”
“Non esistono due paesi uguali - concludono - e dunque le politiche devono essere fatte su misura per ogni luogo.”
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