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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Il mercato fuori mercato
Quando la qualità supera la decenza: prezzi alle stelle per i prodotti esposti tra gli stand di Bell'Italia, la manifestazione di Confesercenti dedicata alle tipicità gastronomiche del Bel Paese e allestita questo weekend in piazza a Bassano
Pubblicato il 27-10-2013
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Adesso ho capito perché in dialetto veneto, per dire che una cosa costa troppo, si dice: “Xe caro impestà”. Perché il vasetto di pesto in vendita allo stand della Liguria e Lunigiana alla fiera “Bell'Italia”, allestita in piazza Libertà e in piazza Garibaldi a Bassano, è caro impestà veramente: 10 euro per 180 grammi della tipica salsa genovese, pari a più di 5 centesimi al grammo. E c'è anche la promozione speciale: tre vasetti 25 euro.
A poche decine di metri di distanza, al negozio di ortofrutta e generi alimentari di via Marinali, un vasetto di pesto originale del Tigullio e della stessa dimensione costa 2 euro e 60. Qualcuno, prima o poi, mi dovrà giustificare i 7 euro e 40 di differenza.
Ma di prezzi fuori mercato, o comunque superiori alla decenza, tra le bancarelle che propongono le tipicità gastronomiche dello Stivale ne trovo ovunque. Trasformando la manifestazione, promossa da Confesercenti Vicenza e dedicata al gustoso e variegato mondo delle specialità italiane, in una vetrina

Uno degli stand dell'edizione 2013 di Bell'Italia in piazza a Bassano (foto Alessandro Tich)
sovradimensionata per l'attuale potere d'acquisto della maggior parte dei consumatori.
In quanto a prodotti dal prezzo oversize, non c'è che l'imbarazzo della scelta.
Allo stand della Pro Loco di Montagnana - tanto per cominciare con la nostra regione - un trancio di prosciutto Dop è venduto a 21 euro; 18,50 euro invece se il prosciutto è “normale”. Passiamo alle Fattorie di Norcia della ridente Umbria: 12 euro per 500 grammi di salsiccia di cinghiale. Sempre la Liguria chiede 12 euro per un vasetto di vongole veraci o di misto scoglio.
E gli immancabili tarallucci pugliesi? 17 euro al chilo. Non scherza neppure l'espositore di Mantova: 4 euro al pezzo per la focaccina contadina con cipolla, 6 euro per la sbrisolona mantovana. Nell'angolo della pasta fresca emiliana, un vassoietto di cappelletti reggiani fatti a mano è venduto a 10 euro.
Vi piace il pesce in conserva? Allo stand della Sicilia, un barattolo di pesce di Sciacca sott'olio è proposto a 15 euro, 25 se ne prendete due.
Tornando al nord, e cioè alla bancarella del Trentino, con 7 euro potete mangiarvi uno strudel. Per carità, come strudel è anche un bel quareo, ma sono sempre 14.000 delle vecchie lire.
Potrei andare avanti ancora per molto. Mi limito quindi a riportare ancora solo alcuni dei miei appunti sul “paniere” della manifestazione: 8 euro al vasetto per la salsa piccante “Super dinamite” della Calabria, 10 euro per mezzo chilo di salsicce di Norcia, 39 euro al chilo per il Pecorino al tartufo della Toscana, 25 euro al chilo per il Lardo di Colonnata, 29 euro al chilo e 10 euro alla vaschetta per il Gorgonzola cremoso Dop del Bresciano.
Insomma: per portarsi via un sacchetto con 4-5 specialità del Bel Paese, se ne va via dalle tasche come minimo un cinquantone.
Certo, lo so: bisogna tener conto delle spese affrontate dagli espositori per l'allestimento dello stand, delle spese di benzina per arrivare a Bassano dai quattro angoli d'Italia, che i prodotti in vendita sono tipici e tutelati dal marchio, che la qualità si paga, eccetera eccetera.
Ma il risultato è questo: il solito viavai di gente che passa per la solita passeggiata domenicale in centro storico, e ben pochi affari per i commercianti in piazza.
E' una Bell'Italia mordi e fuggi, nel senso letterale del termine: molte persone assaggiano, ringraziano, e poi scappano via. Chiedo a un espositore come stanno andando le cose. “Siamo qui”, è la sua enigmatica risposta.
E il bello è che in contemporanea, a una manciata di chilometri di distanza, si sta svolgendo la fiera “Gustosa”, la manifestazione di Bassano Expo che questa volta è a ingresso gratuito e che per questo - per una volta tanto - sta facendo il pienone, e che propone le stesse identiche cose: e cioè i prodotti tipici locali delle varie regioni italiane.
Come dire: un capolavoro di tempismo e di coordinamento territoriale.
Comunque sia, alcuni tra i prodotti più buoni del “Paese più bello del mondo” sono qui davanti a noi. E chi può permetterselo, può concedersi un piccolo Giro d'Italia fatto di gusti e profumi che, listini prezzi a parte, sono davvero speciali.
E che quello in piazza a Bassano non sia un mercato da quattro schei, nel senso dei soldi che si possono spendere, lo conferma il cartello esposto alla bancarella dei prodotti della Sardegna: “Si accettano PagoBancomat e carte di credito”.
A questo punto la domanda sorge spontanea: ma è proprio impossibile portarsi a casa qualche prodotto tipico della nostra Bell'Italia senza un bagno di sangue per il portafoglio?
In realtà, guardando con attenzione in mezzo a tutto il carissimo ben di Dio in esposizione, qualche buona occasione la si può cogliere.
Ad esempio al banchetto dei salumi dell'Umbria, con la modica spesa di 2 euro e 60, si può comprare un etto dei tipicissimi Coglioni del mulo di Norcia.
E per fortuna che sono del mulo.
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