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La Giustizia di Erika
Il Tribunale di Bassano del Grappa, orfano di reali padrini politici in grado di perorarne la causa, trova un nuovo strenuo difensore: la senatrice Erika Stefani, capogruppo in Commissione Giustizia della Lega Nord
Pubblicato il 07-06-2013
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Il Tribunale di Bassano del Grappa - bastonato dal governo Monti, ri-bastonato (a quanto pare) dal governo Letta e orfano di reali padrini politici in grado di perorarne autorevolmente la causa - scopre di avere un insospettabile difensore.
Erika Stefani, 42 anni, senatrice della Lega Nord, avvocato di professione, residente a Trissino (Comune di cui è anche vicesindaco e assessore all'Urbanistica), capogruppo leghista in Commissione Giustizia al Senato: è lei la nuova “pasionaria” della causa dei tribunalini segati nel nome della spending review.
Lo aveva già fatto capire trasmettendo un comunicato alla nostra redazione in cui dichiarava la “forte opposizione della Lega Nord sulla soppressione dei tribunali”, sostenendo che “la politica di revisione della geografia giudiziaria adottata dal precedente governo rischia di aggravare la già drammatica situazione in cui versa il sistema”. “A fronte di un risparmio quasi impercettibile - aveva dichiarato nella nota -, ci ritroveremo a fare i conti con macro strutture che comprometteranno ulteriormente il carente servizio della giustizia. Basti pensare all'accorpamento di sedi importanti come quella di Bassano del Grappa.” “Abbiamo sollecitato con tutti gli strumenti a nostra disposizione il ministro Cancellieri - continuava Stefani - affinché ripristini la giustizia di prossimità, fondamentale per il buon funzionamento del sistema.”
La senatrice Erika Stefani, capogruppo Lega Nord in Commissione Giustizia del Senato
Sollecitazioni che il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri - una autentica iron lady come la sua “predecessora”, Paola Severino - non ha accolto, benché il nostro territorio lo conosca molto bene essendo stata negli anni passati prefetto di Vicenza. Del resto, era già ministro dell'Interno nell'esecutivo Monti, che dei tribunali periferici ha decretato la condanna a morte.
Lo scorso 24 maggio, come ricorderete, la Commissione Giustizia del Senato - su proposta dei senatori del Pd - aveva votato parere favorevole al rinvio di un anno dell'efficacia del Decreto taglia-tribunali, convertito in Disegno di legge, con lo scopo di trovare il tempo e il modo per approvare le opportune misure “correttive” al riordino della geografia giudiziaria.
Ma il governo - come già accadde con Monti rispetto ai pareri favorevoli delle Commissioni Giustizia di Camera e Senato circa la necessità di salvare i tribunali periferici principali, Bassano del Grappa compreso - delle indicazioni del parlamento se ne può anche infischiare.
La conferma è arrivata dallo stesso ministro Cancellieri, che ha definito “catastrofico” l'eventuale rinvio del Disegno di legge sulla geografia giudiziaria.
“La linea del governo - ha affermato il Guardasigilli - è della fermezza più assoluta, non possiamo permetterci di fermare quel Ddl. Fermarlo ci creerebbe problemi all'esterno perché è una delle cose che abbiamo richiamato per ridare fiducia al nostro Paese, e all'interno perché le piante organiche sono ormai state fatte e i trasferimenti effettuati.” Insomma: per la titolare del dicastero il Disegno di legge “è come un treno in corsa, e se lo fermi deraglia”.
Il governo Letta va dunque per la sua strada - o, se preferite, per il suo binario - e l'osservatore esterno non può fare a meno di annotare un aspetto politico non di poco conto. E cioè che gli ultimi sviluppi della vicenda mettono chiaramente in difficoltà l'unico rappresentante del territorio bassanese eletto in parlamento: la senatrice del Partito Democratico Rosanna Filippin, membro della stessa Commissione Giustizia del Senato e dichiarata sostenitrice del rinvio della riforma per tentare di salvare il Tribunale di Bassano.
La Filippin è la portavoce a Roma del nostro territorio, e in quanto tale è tenuta a rappresentarne le istanze, ma è anche esponente di un partito di governo, di cui riveste anche la carica di segretario regionale: si trova quindi tra due fuochi contrapposti, non certamente facili da gestire. E dalle ottimistiche dichiarazioni delle scorse settimane, riguardo alla tutela della sede giudiziaria cittadina, la senatrice Pd è passata a un atteggiamento più prudente, se non rassegnato.
“A questo punto - ha dichiarato Filippin nella sua più recente nota stampa - non è escluso un tentativo di rinvio della riforma con una legge ad hoc che congeli i tagli per un anno. Il problema è che il governo ha già annunciato il proprio parere negativo a questa proposta ed è chiaro che la posizione dell'esecutivo peserà.”
La senatrice Stefani, rispetto alla collega Filippin, ha il vantaggio di trovarsi all'opposizione: può quindi sparare a zero sulla questione tribunali, come su altri argomenti, senza dover tener conto degli equilibri interni di un partito che fa parte della maggioranza di governo. Ed ecco che, dalla “lontana” Trissino, l'esponente leghista ha preso improvvisamente a cuore le sorti del palazzo di giustizia di via Marinali. Una questione sulla quale, con un nuovo intervento diffuso alle redazioni, ha rincarato la dose.
“La riforma geografica dei tribunali così come strutturata dal governo Monti e portata avanti pervicacemente dal ministro Cancellieri è penalizzante per i cittadini - dichiara la parlamentare del Carroccio -. Il paventato risparmio dietro il quale si è nascosto il governo ricadrà sulle spalle degli utenti delle circoscrizioni soppresse in un periodo di pesante crisi economica. L'entrata in vigore della norma toglierà molti presidi di legalità su tutto il territorio ma in particolare al Nord e, nella mia provincia, a Bassano, dove è prevista la soppressione di un tribunale particolarmente efficiente.”
Ma il comunicato della Stefani, datato 4 giugno, la dice lunga anche sull'attuale atteggiamento in commissione dei partiti di maggioranza rispetto ai temi del riordino della geografia giudiziaria.
“Abbiamo chiesto in commissione - rivela la senatrice della Lega Nord - che venisse deliberata la proroga del decreto al fine di rivedere l'impianto normativo e con un emendamento abbiamo anche chiesto la proroga della soppressione dei giudici di pace. La strana maggioranza che appoggia l'esecutivo Letta anche oggi non ha votato rinviando ogni decisione correttiva al ministro sancendo di fatto la morte di molti tribunali. Pd e Pdl votino in commissione le proroghe da noi richieste oppure dicano chiaramente ai loro elettori cosa intendono fare e si dichiarino responsabili per l'ennesimo malfunzionamento della giustizia.”
Così è, se vi pare: per i parlamentari che sostengono il governo Letta - riguardo alla questione delle sedi giudiziarie, così fortemente legata al consenso locale - è meglio comunque non pestare troppo i piedi.
Cosa che fa invece la senatrice Stefani della Lega Nord, che sta battendo sempre di più il chiodo su un argomento grazie al quale ha trovato spazio e modo di farsi sentire anche dalle nostre parti, approfittando del siderale vuoto di rappresentanza della Lega del Bassanese nei Palazzi romani.
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