Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Pubblicato il 21-02-2013
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Loro, la faccia, ce la mettono comunque. Anche e soprattutto in queste ore di tsunami - a soli quattro giorni dal voto - che hanno visto Fare per Fermare il Declino finire sulle prime pagine dei giornali non per i contenuti del suo programma elettorale, ma per l'incredibile mazzata capitata al suo leader Oscar Giannino, costretto a dimettersi da presidente del partito, restando comunque il candidato premier, per l'assurda vicenda del suo curriculum di studi taroccato.
E così, questa mattina, nell'ultimo giorno di mercato prima del silenzio elettorale, tra tutti i gazebo elettorali allestiti in fila indiana in via Verci a Bassano del Grappa, c'erano anche loro: i due candidati alla Camera di “Fare” Aldo Agostini, di Bassano e Elisa Baù, di Tezze sul Brenta che assieme ai volontari e agli attivisti del movimento hanno continuato a distribuire ai cittadini i volantini col programma della lista.
“E' un momento difficile, ma lo abbiamo superato - ci dice Elisa Baù -. Oscar Giannino si è dimesso e ha chiesto scusa. Penso che il modo in cui il partito ha gestito questa situazione di crisi, con la nomina di Silvia Enrico a nuovo coordinatore nazionale, sia stato un segno di coerenza e di maturità. Fare per Fermare il Declino non è solo Oscar Giannino, ma siamo noi: io candidata e tutti i volontari che da mesi si impegnano per portare avanti il nostro programma che è un programma valido, scritto da Oscar Giannino ma anche da altri economisti competenti, tra cui Michele Boldrin.”
I candidati Elisa Baù (terza da sinistra) e Aldo Agostini (quarto da sinistra) con gli attivisti al gazebo di "Fare" in via Verci (foto Alessandro Tich)
“E' un brutto momento - afferma Aldo Agostini -, però sul nostro simbolo non c'è Oscar Giannino. Non siamo mai stati un partito leaderistico e personalistico. In questo momento di difficoltà il nostro punto di riferimento è il programma. Noi andremo avanti assolutamente, indipendentemente dal risultato delle elezioni, forti anche dell'attestazione di solidarietà da parte delle persone. Il nostro movimento ha 25mila militanti e sono quasi 100mila i firmatari del manifesto. Il movimento non è proprietà di Giannino o di Zingales, ma è proprietà di tutti.”