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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Il "Tich" nervoso

Il ballo del bla bla

La fantastica regola anti-Covid di una pizzeria di Bassano: “Si raccomanda di evitare di parlare inutilmente”. Un avviso che dovrebbe essere affisso all'ingresso del Comune

Pubblicato il 07-10-2020
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“Si raccomanda di evitare di parlare inutilmente”. Quando l'ho letta, non credevo ai miei occhi. Troppo bella per essere vera. È una delle regole anti-Covid stampate sull'avviso collocato all'ingresso di una pizzeria di Bassano del Grappa, dove domenica sera sono andato a cena.
Il severo decalogo dei comportamenti da adottare all'interno del locale spiega anche il perché di una simile prescrizione: “la fonazione avviene con emissione di goccioline droplet”.
Devo dirvi subito, a scanso di equivoci, che la regola non si rivolge ai clienti del pubblico esercizio. Cioè a dire: gli avventori possono mangiare la pizza o le altre proposte del menù e, tra un boccone e l'altro, possono anche conversare. Magari anche rispondere al telefono o raccontare una barzelletta. Per gentile concessione della direzione e del pizzaiolo.

Foto Alessandro Tich

Per i clienti c'è un secondo cartello di avviso, sempre allo stesso ingresso, con altrettante ma diversificate regole da seguire una volta varcata la porta di accesso della pizzeria.
Ci pensa poi lo stesso staff di ristorazione a mettere in riga la gente, misurando ad uno a uno la temperatura corporea degli avventori in entrata col termoscanner puntato sulla fronte, in stile “colpo di grazia”. Devo anche dire che le pizze fatte in quel locale, che negli ultimi tempi ha cambiato gestione e nel quale sono ritornato per la prima volta dopo anni, sono veramente molto buone e che il cameriere che ci ha servito al tavolo è anche spiritoso. Anche se il clima dell'accoglienza, con tutte quelle misure di prevenzione e di controllo, rischia di assomigliare a quello di una mensa ospedaliera.

Quell'avviso che - tra le altre cose - raccomanda di non buttare parole al vento è specificamente rivolto ai fornitori e ai lavoratori di aziende terze (come ad esempio manutentori o consulenti) che si recano all'interno della pizzeria per motivi di lavoro.
Sono loro che devono evitare di parlare inutilmente. La prescrizione si aggiunge alle altre ferree norme a cui i medesimi devono sottostare: come l'obbligo di indossare mascherina e guanti e di mantenere comunque la distanza interpersonale di 2 metri, più diverse altre regole restrittive come il divieto assoluto di utilizzo dei servizi igienici del personale interno o il divieto di scambi di documentazione con passaggio diretto a mano. E nonostante la mascherina davanti a bocca e naso e la distanza di sicurezza, tutti gli “esterni” - fornitori e affini - devono anche ridurre all'essenziale le parole.
Anche questo è un piccolo ma significativo segno dei nuovi tempi dominati dal virus, che dominano a loro volta la libertà delle nostre azioni, rendendoci schiavi della reciproca diffidenza. Va anche detto - a proposito di assembramenti - che nei fine settimana quella pizzeria è sempre strapiena, e che chi arriva dopo deve attendere all'esterno la fine del pasto di chi è arrivato prima nonché la conclusione delle operazioni di sanificazione del tavolo che si è appena liberato. Ma con tutti questi accorgimenti igienico-sanitari il rischio di contagio all'interno del locale sembra pienamente scongiurato, anche bevendo una birra Corona.

Precauzioni anti-Covid a parte, quella disposizione di “evitare di parlare inutilmente” mi ha colpito alla grande. Un autentico capolavoro. Perché quell'avviso della pizzeria con quella particolare regola dovrebbe essere affisso ovunque, in questa nostra società italiana che sul ponte del Titanic, in navigazione a vista sulla rotta della pandemia, continua ad esibirsi in un gigantesco ballo del bla bla. Siamo il Paese delle parole inutili e la città di Bassano del Grappa non fa eccezione. Quel cartello andrebbe affisso in primis all'ingresso del municipio in via Matteotti, per evitare la diffusione dei droplet delle dichiarazioni politiche dei nostri pubblici amministratori a cui non fanno seguito i fatti.
Acquisizione ancora “nell'aria” del Teatro Astra (è esattamente di un anno fa la notizia, da noi pubblicata, dell'incontro tra l'amministrazione comunale e la proprietà dell'immobile per dare inizio alla trattativa); riprogettazione del Polo Museale Santa Chiara dopo il ritiro del contributo di Fondazione Cariverona; progetto annunciato e al momento congelato del nuovo park interrato in Prato Santa Caterina; l'idea poi andata a monte della “Casa della Musica” da realizzare a San Giovanni al posto della già prevista sede all'ex Ospedale; mozione fino ad oggi disattesa del consiglio comunale che impegna il sindaco e la giunta a fare i passi necessari per riportare a Bassano la Pala di Sant'Anna; progetto di direzione in rete dei Musei Civici poi finito alle ortiche. Di questo e anche di altro si è parlato in questi primi 16 mesi di amministrazione Pavan. Parlato solamente.

Quelli sopra riportati sono solo alcuni importanti esempi - i primi che mi sono venuti in mente - dell'insostenibile leggerezza dell'essere sospesi tra il dire e il fare, collocati nella memoria delle cronache cittadine tra un bla bla e l'altro.
Più in generale, basterebbe avere la pazienza di rileggere i nostri articoli per renderci conto di quante parole siano state sprecate nell'ultimo anno a Bassano nei campi della cultura e di una pianificazione culturale che ancora non c'è, del turismo e di quel Marchio d'Area ancora lungi a venire, della sicurezza e di quella Polizia Locale ancora in attesa di cambiare casa, degli aiuti economici che avrebbero dovuto essere erogati subito dopo l'emergenza Covid, della politica viabilistica che non sembra essersi ancora accorta che tra qualche mese aprirà il casello di Bassano della Pedemontana, della presunta ma inesistente leadership di Bassano nel territorio. Parole Parole Parole, come cantava Mina con Alberto Lupo negli anni che furono.
Un ballo del bla bla che resta sempre di moda.
E fra i tanti esempi che si potrebbero ancora fare - ma qui mi fermo -, sono state parole inutili anche quelle di coloro che dal 2016 al 2019 hanno condotto delle autentiche battaglie mediatiche e tecniche sul discusso restauro del Ponte di Bassano e che adesso, dopo essere stati eletti tra i banchi della maggioranza in Comune, hanno smesso di battagliare.
Ma si sa: verba volant, e con esse anche le goccioline dell'incoerenza.

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