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Laura VicenziLaura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it

Interviste

40 e una notte de Il Bandito

L’appuntamento dell’11 gennaio, dedicato allo scrittore Vitaliano Trevisan, ha concluso il primo ciclo della rassegna nata nel 2022. Da marzo l’alba numero due. La nostra intervista a Gianfranco Gandolfi

Pubblicato il 18-01-2025
Visto 5.563 volte

“3 senza Trevisan”, omaggio allo scrittore e drammaturgo vicentino morto tre anni or sono, è stato il primo appuntamento targato 2025 della rassegna Le Notti de Il Bandito, format ideato e curato da Gianfranco Gandolfi. In realtà, si è trattato della chiusura di un cerchio, ha dichiarato tempo fa “Il Bandito”, riguardo al ciclo di eventi che ha portato in tre anni “40+1” appuntamenti culturali, musicali e artistici sul territorio.
L’ipotesi ventilata, e non senza cognizione di causa, di un vero e proprio the end dopo l’11 gennaio, e poi invece l’arrivo di nuova energia e di nuove idee, a dare impulso all’iniziativa.
Ne parliamo direttamente con l’artefice delle Notti.

Gianfranco Gandolfi (Il Bandito) - foto Giulia Gasparin


“Certe notti…”, verrebbe da dire, pensando anche al taglio musicale di tanti appuntamenti. Insieme ad altre realtà locali, la rassegna ha portato linfa e proposte di qualità al territorio. Quali le sue caratteristiche nella prima edizione?
L’idea originaria era quella di creare un festival fine a se stesso, di sei serate, che in epoca di fine pandemia doveva servire a riportare la voglia di uscire di casa, di incontro e di bellezza, a far ripartire un movimento culturale, una rassegna che proponesse eventi diversi rispetto alla proposta più istituzionale e mainstream, che nel Bassanese non è mai mancata. Poi si è deciso di continuare affiancandoci alla programmazione di eventi e concerti dell’associazione di promozione sociale Uglydogs, i cui soci per tanti anni hanno arricchito il territorio sul piano della proposta musicale di qualità. Il proposito era anche quello di offrire al pubblico iniziative artistiche e culturali che fossero tarate in maniera particolare, anche irriverente se si vuole, senza timori reverenziali rispetto al consenso generale, inclinate sul piano della rottura. Ricordo per esemplificare che la prima Notte del festival il cantautore Pierpaolo Capovilla lesse un testo forte come La religione del mio tempo, di Pier Paolo Pasolini.
Nel 2024 abbiamo inserito nel programma due serate dedicate alla satira e alla comicità “scomoda” di Arianna Porcelli Safonov, e poi due appuntamenti pieni di contenuti e profondità, titolati contro le guerre, fino ad arrivare allo splendido evento recente in omaggio a Trevisan, un grande autore amato o odiato, poche le vie di mezzo. Insomma, la rassegna ha incluso eventi che hanno incarnato un po’ anche lo spirito del “Bandito”, in tutte le sue accezioni.

In merito all’appuntamento dell’11 gennaio: sono sempre di più le persone vicine a Trevisan e interessate alla sua opera.
Sì, ci tenevo in modo particolare e personale a realizzare questo evento, che ha richiamato molte persone oltre che dal Bassanese da Vicenza, Padova e altre località della regione. L’affluenza è stata tale da richiedere un cambio di sede.
3 senza Trevisan - 3 without Trevisan, si è sviluppato in tre momenti distinti suddivisi in spazi d’incontro con la figura e l’opera di Trevisan ideati per esplorare la complessità artistica e umana dell’autore. Lontana l’ottica della celebrazione, un omaggio ma anche un’occasione di approfondimento e di dialogo tra passato e presente che ha confermato quanto sia viva la sua eredità artistica. Il primo momento ha visto protagonisti l’attore Pino Costalunga e il critico letterario Marco Cavalli: una conversazione piena di aneddoti, letture, note e critiche sull’opera, sfociata al termine in un dibattito interessante e partecipato col pubblico. La serata ha offerto un reading musicale intitolato “Leggendo Works”, che ha intrecciato la voce dell’attore Gianluca Meis con le sonorità calde e vibranti del sax del musicista di fama Michele Polga. Il dialogo tra musiche e testi ha attraversato alcune delle pagine più intense e drammatiche di Works (libro uscito nel 2016), tra queste il brano toccante in cui affronta il tema del suicidio.
Il programma si è concluso con uno “studio” intitolato Oscillazioni - un riverbero, ideato e diretto dall’attore e regista Livio Pacella. Interpretata dalla voce straordinaria di Pacella, la lettura integrale del monologo teatrale di Trevisan è stata offerta all’ascolto in un allestimento meccanico e sonoro che ha dato realtà al “riverbero” evocato dal titolo. In scena, anche l’attore Pippo Magnaguagno, a scandire tempi e pause come un metronomo e a far risuonare le didascalie originali del testo; stagliata sullo sfondo un’enigmatica presenza femminile. Un momento che ha restituito a pieno il ritmo e la musicalità della scrittura di Trevisan, permettendo al pubblico di entrare completamente nel racconto e nella sua poetica.

Dall’osservatorio privilegiato di un organizzatore di eventi: di cosa ha sete, il Bassanese?
Direi che l’esito dell’ultimo evento ha sottolineato l’attualità e l’importanza di continuare a esplorare le opere e le voci più autentiche del territorio e del nostro tempo. Dal punto di vista artistico e musicale, obiettivamente mi pare di capire che la città continui a far fatica ad accogliere serate dove sul palco non ci siano volti già noti, possibilmente televisivi e che rispecchino un rassicurante senso di nostalgia o di voglia di rivivere i bei tempi passati. La preferenza attualmente è accordata a eventi di nicchia o a eventi nostalgici. Quindi il coinvolgimento sul piano della semplice curiosità o del desiderio di cose diverse rimane operazione molto ardua.
Non a caso i due eventi musicali da tutto esaurito all’Auditorium Vivaldi sono stati quelli con ospiti Nada e Alberto Fortis, due nomi molto noti e con un passato importante. Per fortuna alla comunità delle Notti fa riferimento un pubblico più regionale che cittadino; tra loro, molte persone attratte anche dalla possibilità di unire una visita a Bassano con la partecipazione all’evento culturale proposto nella serata.

La nuova alba della rassegna, cosa vede in cantiere?
Il 2025 nei nostri propositi ci vedrà necessariamente frenare rispetto al numero delle serate che abbiamo allestito nel recente passato, ma da qui a fine maggio non mancheranno proposte con situazioni musicali interessanti. Dopo l’estate capiremo meglio se sarà utile esplorare a margine del concerto musicale e cercare di creare dei contenuti più esclusivi, imbastendo una maggiore contaminazione tra varie forme d’arte. Sarà come sempre un work in progress, il mio staff e io siamo spinti sempre molto dall’aspetto più vivo dell’incontro, del sentire emotivo e dal coinvolgimento personale. Intanto abbiamo deciso di ripartire a contare da zero le serate e quindi quella del primo marzo che avrà come protagonista Francesco Tricarico, ospitata al Teatro “G. Gnoato” di Sacro Cuore, a Romano d’Ezzelino, sarà la prima del nuovo ciclo de “Le Notti de il Bandito” — titolazione che conserveremo a tempo indeterminato.

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