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Debutta il 2 settembre, alle 21 nella Chiesa di San Francesco a Bassano del Grappa, Il Paradiso di Dante nella nuova versione delle Musiche per il Paradiso di Dante scritte di Salvatore Sciarrino, che vede collaborare per la prima volta l’Orchestra di Padova e del Veneto, diretta da Marco Angius, ideatore e curatore del progetto culturale, e la compagnia teatrale Anagoor, Leone d’Argento alla Biennale di Venezia 2018.
Una co-produzione Operaestate Festival e OPV, inserita nel cartellone di Operaestate Festival.
Nell’anno del settimo centenario della morte di Dante Alighieri, il festival prosegue l’omaggio al Sommo Poeta con una nuova produzione musicale e teatrale, che vede protagonista una partitura fin qui inedita, scritta da Salvatore Sciarrino, uno dei maggiori compositori contemporanei al mondo.

Quando il 31 luglio del 1981, nell’approssimarsi dell'anniversario della strage di Bologna, Carmelo Bene eseguì la sua Lectura Dantis dalla Torre degli Asinelli, le musiche di Salvatore Sciarrino che accompagnavano la performance prevedevano l’utilizzo di un nastro magnetico: un supporto di memorizzazione a memoria magnetica che restituiva risonanze di strumenti a percussione sotto forma di nebulose sonore e frammenti di brani medievali. Nello stesso anno, in settembre, fu trasmesso dalla RAI l’originale radiofonico La voce dell’inferno concepito come opera musicale per nastro magnetico ad accompagnare i versi di Dante Alighieri.
Oggi, quarant’anni dopo, in questa restituzione de Il Paradiso di Dante vengono presentate interamente le tre parti da cui è composto: un grande affresco centrale intitolato L’invenzione della trasparenza, anticipato da un prologo, Alfabeto oscuro, seguito da un epilogo, Postille. Secondo le parole dell’autore, si tratta di una «sorta di musica-ambiente, stilizzata a porgere gli spunti che il verso tace e richiama». Un caposaldo della riflessione musicale di Sciarrino sulla Commedia dantesca, in cui è la parola, la lingua, ad emergere insieme alla musica.
Anagoor intreccia il pensiero dantesco con quello della filosofa e teologa moderna Simone Weil - filosofa di ispirazione cristiana, scomoda a tutte le chiese - sull’assenza di Dio, sulla rinuncia che rende possibile la creazione, quindi la decisione di aprirsi al vuoto.
“Tutto il percorso creativo - scrive Simone Derai nelle note di regia - ha come chiave il vuoto, la trasparenza, l’impossibilità di dire”.
Mentre l’Orchestra di Padova e del Veneto diretta dal Maestro Angius darà voce alla composizione di Sciarrino, tendendosi verso l’estremo del linguaggio musicale, cercando di cogliere o comporre la sintassi oscura del suono, e di riflesso della stessa esistenza umana, l’ascoltatore, al centro di una camera acustica disegnata da Anagoor - insieme a Mauro Martinuz, che ne cura anche il suono - è invitato a contemplare la trasparenza dello spazio e del tempo, aiutati anche dal disegno luci di Fabio Sajiz. In scena i performer Ferole Stebane Dongmo Noumedem e Marco Menegoni, che saranno anche le voci che il pubblico sentirà, oltre a quelle di Gayané Movsisyan e Monica Tonietto.
Un’opera-concerto in un evento unico e irripetibile nella duecentesca Chiesa di San Francesco a Bassano del Grappa, luogo ideale per immergersi nella dimensione di elevazione spirituale per Operaestate Festival Veneto (e successivamente il 5 settembre nel Palazzo della Ragione di Padova).
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