Ultimora
18 Oct 2025 10:59
Vaccino antinfluenzale, 6.261 dosi nelle farmacie del Veneto
18 Oct 2025 10:59
Cgia, crescono prestiti a imprese, in 9 mesi 5,5 miliardi in più
17 Oct 2025 19:14
Sciopero alla Fenice di Venezia, l'orchestra all'aperto
17 Oct 2025 18:47
Padre Cc Piffari a collega ferito, 'ti sei bruciato il naso'
17 Oct 2025 16:01
Mattarella giunto a Padova per i funerali dei tre carabinieri
18 Oct 2025 12:04
Chiara Appendino si dimette da vicepresidente del M5s
18 Oct 2025 12:04
Morta la professoressa Sofia Corradi, nota come 'mamma Erasmus'
16 Oct 2025 19:00
L'amore per Roma negli acquerelli di Maria Barosso
18 Oct 2025 11:36
Bocelli canta per Trump alla Casa Bianca
18 Oct 2025 11:14
Ningbo Open: Paolini sconfitta in semifinale. Stasera Sinner-Alcaraz al Six Kings Slam
18 Oct 2025 11:01
Bocelli canta per Trump nello Studio Ovale
Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
Primo piano
Modalità lettura 1 - n.16
Una recensione di Alessandra Caron del romanzo di Virgilio Scapin intitolato: "Il bastone a calice"
Pubblicato il 05-07-2020
Visto 2.691 volte
Il romanzo di Virgilio Scapin a cui nel 1995 fu assegnato il premio Selezione al Campiello è protagonista della recensione inviata a "Modalità lettura" da Alessandra Caron, che ringraziamo.
«Le storie di ogni famiglia, anche se taciute per tanto tempo, non muoiono, vivono nella tradizione, si tramandano come una eredità», afferma una serva nel romanzo Il bastone a calice (di Virgilio Scapin, Neri Pozza Editore, Vicenza, 1994, 161 pagine).

un filò (presepio di Bibano)
È lei che rievoca, e mette insieme, alcuni pezzi della storia di una ricca e prestigiosa famiglia veneta in progressiva decadenza. È lei che funge da memoria, per aver vissuto i fatti in prima persona o per averli scoperti nel diario della sua padrona o per averli ascoltati nei filò, le riunioni serali nelle stalle dove i contadini condividevano il fascino delle narrazioni. È lei la protagonista! È identificata da un nome proprio, seppure svelato solo alla fine del libro, mentre gli altri personaggi sono indicati da nomi comuni. In tono colloquiale, racconta di altri e di sé. Figlia di contadini, all’età di otto anni diventa cameriera personale di una signora della famiglia Rossi e per tale motivo è contrastata da una cuoca invidiosa e prepotente. La signora padrona trascorre le giornate con inquietudine e si comporta in modo distaccato. È vedova e ha cinque figli, quasi degli estranei, solo accennati, tranne uno – il cosiddetto avvocato – che vanta un ruolo decisivo in vista dell’epilogo. La padrona, inoltre, si caratterizza per il logorante conflitto con la suocera: accuse, indifferenza, dispetti, sfide in carrozza, piatti mandati per aria, insistenti colpi di bastone sul muro sono le uniche forme di comunicazione tra le due signore.
Scenario predominante nello svolgimento della trama è una villa circondata da campi condotti a mezzadria. Oltre il cortile c’è un giardino con alberi ombrosi. In vicinanza ci sono le colline, i paesi e i loro campanili, in lontananza le montagne. È spaziosa, con cinque granai, sette camerotti per la servitù, dieci stanze signorili. Al pianterreno: una sala da pranzo; una cucina con il focolare; un tinello poco illuminato dove sono custodite le foto solenni degli antenati; una stanza fresca per la conservazione della frutta. In alcuni momenti, la villa è avvolta da un tempo silenzioso e rallentato, in altri è animata dall’operosità obbediente dei suoi lavoratori in balia di ordini imprevedibili.
La protagonista, portavoce della sapienza contadina, vive la quotidianità con uno spirito di accettazione che mai si traduce in passività o pessimismo: si impegna con costanza nello svolgimento di varie mansioni e, con la sua paziente concretezza, dimostra forza d’animo e discernimento. È molto riconoscente alla padrona per averle insegnato a leggere e a scrivere e per averla salvata dalle fatiche e dalle miserie dei campi, si considera fortunata rispetto agli altri contadini, ma conserva l’umiltà originaria e non si crea illusioni in merito al proprio futuro.
Nel romanzo (finalista nel Premio Campiello 1995) gli avvenimenti non seguono un ordine strettamente cronologico, il loro intreccio è affidato all’impiego delle tecniche narrative dell’analessi per ritornare al passato e della prolessi per anticipare il futuro. Di fatto, passano due Guerre Mondiali che lasciano segni nei paesi, nelle menti e anche nella villa. Vecchiaia e malattie impongono il loro corso, senza distinzione di classe sociale. Sulla villa grava il peso degli anni. In tutto ciò, la protagonista, affezionata e dedita alla villa, non si perde di coraggio e continua ad agire senza recriminazioni. Fa una scelta e, a un certo punto, la sua vita cambia… eccome cambia! È l’inizio di una nuova storia per la famiglia Rossi che – privata dell’antico e ingente patrimonio materiale – si arricchisce del valore di nuovi affetti. E nessuno rivendica più un particolare ed emblematico bastone a calice!
Il 18 ottobre
- 18-10-2024Martini Shaker
- 18-10-2023Giaronji
- 18-10-2022La sindrome del Pi greco
- 18-10-2022Porta a Porta
- 18-10-2021Una storia di Frecce e di Orsi
- 18-10-2021Cari Alpini
- 18-10-2019Il Caffè allungato
- 18-10-2019Bronxite acuta
- 18-10-2019W la squola
- 18-10-2017Forza Italia a secco
- 18-10-2015Associazione Polìtes: “Polo Museale e Teatro, confronto aperto e trasparente”
- 18-10-2014Un Terraglio di scoasse
- 18-10-2013Niente letto a una piazza
- 18-10-2013Bassano, ladri nella notte in cinque scuole
- 18-10-2013Il gioco delle carte
- 18-10-2012I tesori nascosti
- 18-10-2012Mara McBizzotto
- 18-10-2011Sentanza ex Tricom: una mano alle famiglie
- 18-10-2010E Morena chiama Mariastella
- 18-10-2008"Scuole non statali: favorire le famiglie meno abbienti"