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Quando una serie è più efficace della realtà
Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
Primo piano
Socraticamente
Nel primo appuntamento di B.Motion Teatri per Operaestate, Anagoor ha portato in scena al Teatro Remondini Socrate il sopravvissuto
Pubblicato il 29-08-2017
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Ieri sera, lunedì 28 agosto, per il primo appuntamento di B.Motion Teatri di Operaestate, Anagoor ha portato in scena Socrate il sopravvissuto - come le foglie, uno spettacolo denso, ambizioso, proposto da Anagoor, uno dei gruppi leader del teatro d’innovazione italiano contemporaneo.
Ispirato al romanzo Il Sopravvissuto, di Antonio Scurati (Premio Campiello 2005) e al classico Fedone di Platone, con inserti e citazioni da tratti dalle opere di Cees Nooteboom e da altri testi moderni e contemporanei che guardano alle problematiche della pedagogia e della formazione, lo spettacolo affronta il tema spinoso, senza tempo, della questione educativa intesa come snodo centrale per la formazione della coscienza sociale, civile e intellettuale dell’individuo giovane che, disarmato, viene a contatto con un bagaglio di informazioni e di conoscenze che raccontano la complessità del mondo reale.
Sul palco un’aula scolastica stilizzata, nove banchi, uno vuoto, occupati dagli studenti di un liceo, e quasi sempre di spalle un professore di storia e filosofia (Marco Menegoni) che parla, insegna, osserva i ragazzi, e che si sente inadeguato davanti al compito enorme che gli è affidato: deve fare i conti con scadenze che incombono e programmi ministeriali mentre traghetta consapevolmente — e non è scontato — l’enorme patrimonio di ricchezza della cultura occidentale e insieme l’indicibile caravanserraglio di violenza e di sconcezze che racconta la storia, che tutto lo scibile umano non riuscirà mai a spiegare.

Gli attori di Anagoor, sul palco del Teatro Remondini, per B.Motion 2017
Filosofia e storia fanno a pugni su un ring suonato, ma i ragazzi sentono l’autenticità dello sforzo del professore, del maestro che ricorda i grandi maestri dell’antichità vestendone i panni tutti i giorni nella recita che intraprende davanti a loro, e questo farà di lui “il sopravvissuto” nella tragedie che incombono: quella di cronaca nera raccontata da Scurati e quella dall’andamento perpetuo che fa da sfondo.
In un viaggio temporale, con un salto enorme di quelli a cui abitua la scuola, il racconto della morte di Socrate e il suo lungo dialogo con Alcibiade sul giusto e l’ingiusto vengono proiettati in un video, su una Lim “visionaria” davanti alla quale stazionano prima di agire in sincrono scolaresca e professore (e spettatori, non senza segni di smarrimento) ma la ricerca d’effetto è quella della tridimensionalità, della personalizzazione: da giovani occorre un contatto diretto con dei ed eroi, perché i libri, portati sul palco dai ragazzi zuppi d’acqua o pronti al macero, non bastano, non riescono a bastare. Un altro bel video nel finale scorre guardando la terra dall’alto, quasi un mondo a rovescio, con le fondamenta sulle nuvole, un mondo che ha bisogno di essere ricostruito.
Alcune azioni realizzate sul palco sono di grande suggestione e riuscita estetica, ormai un marchio di fabbrica per Anagoor, e la colonna sonora rimbombante creata da Mauro Martinuz contribuisce a sottolineare con efficacia la tragedia in corso, a cavallo nei millenni.
I temi affrontati dal progetto drammaturgico di Simone Derai e Patrizia Vercesi sono enormi, e lo spettacolo realizzato, proponendosi di rappresentali in un percorso così ricco, articolato e complesso, soffre forse di un eccesso di intensità che ricorda nei tratti l’effetto delle lezioni di maggio. Applausi, dal pubblico di Operaestate.
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