Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
4-11-18 Settembre 2025
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Redazione
Bassanonet.it
Pubblicato il 10-07-2013
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Tre giorni per assistere alla prima nazionale di Siena, lo spettacolo della compagnia catalana La Veronal guidata dal coreografo Marcos Morau, uno dei creatori spagnoli più interessanti della penisola iberica.
Lo spettacolo è inserito nel cartellone di Operaestate Festival Veneto 2013, promosso dalla Città di Bassano del Grappa con la Regione del Veneto e le altre città palcoscenico, in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Provincia di Vicenza - Reteventi Cultura, e le aziende del Club Amici del Festival.
Sesto capitolo di una serie di 10 che collega la danza alla geografia, Siena è un’esplorazione della storia dell’arte italiana, in un viaggio che inizia nel Rinascimento, quando l’umanità ha ritrovato la consapevolezza di sé, e finisce in un oggi dove l’individuo si confonde nella massa.
Siena è la necessità costante e assoluta dell’uomo di contemplare se stesso, è la volontà di osservarlo per sempre fino a quando il tutto si confonde. 12 danzatori di eccezionale bravura danno corpo alla nuova creazione di Marcos Morau, talentuoso coreografo spagnolo pluripremiato con gli altri capitoli di questo singolare viaggio danzato intorno al mondo.
Ma perché una compagnia spagnola sceglie di intitolare il proprio spettacolo con il nome di una delle più belle città italiane? Che di mezzo ci sia il patrimonio storico e artistico che contraddistingue la nostra nazione è chiaro sin da subito. Ma c’è dell’altro: una concezione dell’essere umano che affonda le sue radici nel Rinascimento - un periodo storico in cui l’uomo riacquisisce consapevolezza di se stesso - per estendere i suoi rami fino alla contemporaneità.
Nella Distilleria Nardini - accanto alla quale si stagliano le Bolle disegnate da Fuksas -, trasformata per l’occasione in spazio dedicato allo sguardo, il corpo umano diventa connessione tra passato e futuro.
Siena è il racconto della bellezza e della miseria umana attraverso un esercizio di descrizione verbale (ekphrasis) di ciò che vediamo o immaginiamo; è un viaggio che trae ispirazione da differenti discipline artistiche (il cinema, la letteratura, l’arte), per condurre in un luogo intimo e caloroso, che scava nella complessità dell’organismo sociale per mostrare l’invisibile dietro ciò che è palpabile visualmente.
Spettacolo a numero chiuso con prenotazione obbligatoria. Informazioni e prenotazioni Biglietteria del Festival tel. 0424 524214 - www.operaestate.it.