Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
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Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
Pubblicato il 07-01-2013
Visto 2.646 volte
Martedì 8 gennaio alle ore 21 il Teatro Remondini di Bassano accoglie Glauco Mauri che assieme a Roberto Sturno torna sui palcoscenici cittadini con lo spettacolo Da Krapp a senza parole, tratto da quattro atti unici di Samuel Beckett. Un atteso ritorno che ha già fatto registrare il tutto esaurito e che inaugura con stile gli appuntamenti 2013 della “Bella Stagione” teatrale promossa dal Comune con la Fondazione Atlantide - Teatro Stabile di Verona.
Il più recente lavoro teatrale della Compagnia Glauco Mauri-Roberto Sturno, è interamente dedicato a Samuel Beckett. Del padre di Aspettando Godot andranno in scena: “Respiro”, “Improvviso dell’Ohio”, “Atto senza parole” e “L’ultimo nastro di Krapp”. Fra i testi che compongono lo spettacolo i più noti sono gli ultimi due, testi relativamente brevi al confronto di altri famosi capolavori del grande drammaturgo irlandese, ma che sono forse le opere che più chiaramente esprimono gli aspetti peculiari del mondo di Beckett, un mondo popolato peraltro da molti altri linguaggi oltre a quello del teatro: quelli del cinema, della saggistica, delle sceneggiature televisive e radiofoniche, della poesia – Beckett è stato insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 1969. I testi nello spettacolo sono presentati nelle storiche traduzioni di Carlo Fruttero e Franco Lucentini.
Un impegno particolarmente significativo quello di Glauco Mauri, che si occupa anche della regia di Da Krapp a senza parole, e che ripercorre la sua lunga vicenda teatrale fino alle origini: Mauri fu infatti il primo attore italiano a portare in scena, negli anni ’60, “L’ultimo nastro di Krapp”, e la pièce, a cinquant’anni di distanza, è riproposta oggi riutilizzando sul palcoscenico proprio le registrazioni effettuate all’epoca realizzando così un interessante cortocircuito temporale tra realtà e messinscena. Samuel Beckett ha scritto pagine immortali in cui spesso compare una visione assurda, anche grottesca, della realtà che sfocia in una disperata/insperata comicità. Mauri e Sturno si confrontano con le sue parole con l’intento di far capire al pubblico che non è Beckett a raccontare con complessità la vita, ma che è la vita stessa che riesce benissimo a raccontare da sé la sua complessità.
Glauco Mauri e Roberto Sturno
Lo spettacolo avrà inizio alle ore 21.