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L'attività tipografica di Bassano è legata al nome dei Remondini. Giovanni Antonio Remondini (Padova 1634-1711) fondò la tipografia, che riuscì col tempo ad accentrare gran parte della produzione letteraria popolare, cui aggiunse quella iconografica. Nel '700 possedeva 18 macchine tipografiche, 24 torchi per la stampa in rame e 2 per le carte a fiori, 4 cartiere e una fonderia di caratteri. La sua produzione, detta "i santi dei Remondini", era diffusa in tutta Europa, compresa la Russia, e in America con didascalie in latino e italiano, francese, spagnolo, tedesco, slavo, greco, russo e così via a seconda dei vari paesi in cui veniva diffusa. Divenne tanto popolare da destare i timori dei due principali centri di produzione dello stesso genere, Augusta e Parigi, al punto che l'Accademia delle Arti Liberali di Augusta querelò i Remondini per plagio, ma con scarsi risultati.
Verso la metà del '700, cioè nel periodo di massimo splendore, la ditta aveva alle sue dipendenze più di 1.000 "tesini" (ambulanti di Castel Tesino) che vendevano le sue immagini sacre, cavalleresche, le "quattro stagioni", le "sette meraviglie del mondo", le carte da gioco, i soldatini da ritagliare e incollare, i ritratti, le ventole, i calendari... Produceva pure la carta da parati a colori detta carta di Varese. I Remondini utilizzarono via via i più moderni ritrovati della tecnica della stampa: nell'800 adoperarono la litografia, diffusero stampe dipinte a mano, usarono la policromia per impressione, la colorazione a spugna. La tipografia venne chiusa nel 1861. La raccolta Remondini, donata al Museo Civico, comprende 8.522 incisioni "nobili" e 20.000 stampe, fra cui incisioni rarissime o uniche come la "Fontana d'amore", che illustrano tutta la storia dell'incisione da Maso Finiguerra al secolo XIX.
Le case Remondini in Piazza Libertà
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