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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Fermi e dinamici

“MuseOn”: realizzata dagli studenti dell’indirizzo informatica dell’ITIS Fermi un’App per le visite virtuali del Museo Civico di Bassano del Grappa. Realizzati tre percorsi distinti, con ricchezza di opzioni, alle tre sale principali del Museo

Pubblicato il 07-06-2025
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Sigla in codice di questo articolo: QMQM. Ovvero: “Quando Mai, Quando Massa” (traduco per i nostri lettori al di fuori della Repubblica Serenissima: “Quando Mai, Quando Troppo”).
Lo scorso 28 maggio ero tornato dopo tre anni all’ITIS Fermi di Bassano del Grappa, per raccontare della donazione all’istituto di un braccio robotico antropomorfo per gli studenti dell’indirizzo Meccanica e Meccatronica ad opera della benefattrice Angela Mangano, e oggi ci ritorno nuovamente dopo appena pochi giorni.
Ma per un altro motivo: questa volta i protagonisti sono gli studenti dell’indirizzo Informatica che hanno realizzato un progetto dedicato al nostro Museo Civico.

Foto Alessandro Tich

Nome del progetto: “Museon”.
Che non è un’espressione veneta per dire “grande museo” ma è l’unione delle due parole “museo” e “on” (in effetti la grafia giusta è: “MuseOn”).
Coniugando l’attenzione per il patrimonio culturale e museale all’aspetto tecnico e progettuale della realtà informatica, una classe di studenti dell’ITIS ha portato a compimento il progetto per l’anno scolastico 2024-25.
L’iniziativa - che si è avvalsa del patrocinio del Comune di Bassano del Grappa e del sostegno della direzione dei Musei Civici - ha accompagnato il loro percorso formativo del triennio e ha riguardato la costruzione di un percorso di visita virtuale delle sale del Museo.
Sono tutti studenti di quinta, per l’esattezza della classe V BI.
Al momento della presentazione dei risultati del loro lavoro, nell’aula magna del Fermi, sono al penultimo giorno di scuola e sono anch’essi in procinto di affrontare le benefiche Forche Caudine dell’Esame di Stato.
L’idea è nata sulla scorta di esempi già validi e storicizzati come i “Quaderni di Informatica e Beni Culturali” dell’Università degli Studi di Siena e di modelli significativi di “virtual tour” che emergono dal contesto nazionale ed internazionale, come quelli della Galleria Borghese di Roma, della Pilotta di Parma e del Rijksmuseum di Amsterdam.
Ne sono scaturiti tre percorsi di visita differenti al Museo Civico di Bassano, realizzati dai 18 studenti della classe, suddivisi in tre gruppi da 6.
Ciascun gruppo ha preso “in consegna” - visitandola fisicamente e studiandola, fotografandone i contenuti e rielaborandoli in modalità informatica - una delle tre sale principali del Museo: la sala Canoviana, la sala del 6-700 e la sala di Jacopo Bassano.
Vale a dire tre diverse “suggestioni” che sono emerse dalle sale museali e dalle opere esposte, per essere trasformate in altrettanti percorsi virtuali che guidino il visitatore curioso, o impossibilitato a recarsi in Museo, in una nuova “gita d’artista” fruibile anche attraverso lo smartphone.
Si sono quindi dati veramente da fare, per portare a compimento il progetto entro la fine dell’anno scolastico, questi studenti dell’indirizzo di Informatica dell’ITIS Fermi.
Fermi e dinamici.

“Sono sempre orgoglioso di quello che i miei ragazzi possono fare”, esordisce all’incontro di presentazione il dirigente scolastico Mauro Lago.
Gli fa eco la presidente della Commissione comunale Cultura Chiara Tessarollo, che interviene a nome del Comune di Bassano:
“L’amministrazione è molto soddisfatta del progetto. La cultura è un elemento essenziale per la formazione di un buon cittadino.”
Intervengono quindi i docenti coinvolti nell’organizzazione didattica dell’iniziativa.
“È un percorso che è nato dalle discussioni con i nostri studenti, con un approccio tecnico per avvicinarli al fattore dei beni culturali - spiega il prof. Stefano Franzo -. Ne sono sorte tre idee progettuali differenti, riferite alle tre sale maggiori del rinnovato assetto museale, per creare dei percorsi virtuali per la valorizzazione del patrimonio.”
“È una commistione della tecnologia che può essere a servizio della cultura - afferma il prof. Salvatore Franchina, docente e capo del dipartimento di Informatica -. La nostra è una didattica per progetti e i ragazzi devono essere il futuro del territorio e mettere le proprie competenze a servizio del territorio.”
“Gli studenti hanno sviluppato le competenze sul lato informatico ma anche della progettazione e della fotografia - aggiunge il prof. Matteo Martini -. Sono state così create delle piattaforme per la visita virtuale del nostro Museo a 360 gradi, con un sistema di gestione implementabile per nuovi percorsi e nuovi musei.”
La parola - e anche il mouse del computer - passa quindi ai tre gruppi di studenti che hanno realizzato i tre “virtual tour” e che a turno li presentano, spiegandone in dettaglio caratteristiche e dintorni.
Freccette, pulsanti, opzioni, tour virtuali e “stanze”, info e pagine dedicate sulle opere, audio in tutte le lingue grazie a Google Translate, archivio, tutorial per l’utilizzo del sito, sezione “admin” oppure un portale a parte per modifiche e aggiornamenti o per la creazione di nuovi musei virtuali, eccetera.
C’è di tutto e di più, dunque, nelle tre piattaforme informatiche realizzate dai tre gruppi di studenti della classe V BI, al termine del loro ciclo di studi all’Istituto Tecnico Industriale Statale “Enrico Fermi” di Bassano del Grappa.

Intervenendo per ultima e nel complimentarsi con gli studenti e le studentesse per il loro impegno e per un risultato “che non è scontato”, la direttrice dei Musei Civici Barbara Guidi, riprendendo un aspetto evidenziato da uno dei docenti, ribadisce come la tecnologia “dà modo di democratizzare il patrimonio artistico che è comunque frutto dell’ingegno umano e che appartiene a tutti noi”.
“La tecnologia ci può aiutare a condividere l’arte con più persone possibile - aggiunge -. Ma la tecnologia non è ancillare all’arte e l’arte non è ancillare alla tecnologia.”
Bella questa cosa del rapporto reciproco “non ancillare” e cioè non subordinato.
Dal punto di vista del mio libero lavoro di giornalista, mi sento molto “non ancillare” anch’io.
Ed è stato bello anche vedere l’autentico spirito di coinvolgimento con cui questi giovani hanno voluto approcciarsi alle collezioni permanenti del nostro Museo Civico, che sono patrimonio di tutti noi e quindi anche loro.
Da qui la nuova interpretazione della sigla in codice QMQM:
Quanto Merita Questo Museo.

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