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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Colpo d’A.RI.A
Nuova vendita all’asta dei terreni di Riva Bianca a San Lazzaro: interviene A.RI.A bassanese. “Non è cambiata la perizia di stima e prezzo di vendita troppo alto per le imprese agricole che dà di fatto spazio ad altri tipi di interessi”
Pubblicato il 30-06-2025
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La notizia è stata data in anteprima da Bassanonet lo scorso 12 maggio.
La ripeto e la riassumo: il Tribunale di Vicenza, Sezione Fallimenti, ha nuovamente messo all’asta i terreni di circa 150mila mq di superficie dell’area cosiddetta “Riva Bianca” o “Rivabianca” che dir si voglia, in quartiere San Lazzaro a Bassano.
Il nuovo avviso di vendita all’incanto con procedura telematica è stato pubblicato sulla piattaforma online della società d’aste immobiliari Gobid International Auction Group per conto del Tribunale di Vicenza con riferimento al concordato preventivo della Campagnolo Commercio in liquidazione, ex proprietaria dell’area in questione.

Fonte immagine: gobidreal.it - archivio Bassanonet
Si tratta della stessa area che nel 2022 era stata suddivisa in tre lotti e che i giudici fallimentari avevano aggiudicato alle tre aziende MEB, AGB e Brunello Salumi.
L’aggiudicazione era provvisoria perché subordinata alla presentazione di un progetto di trasformazione dei tre lotti di terreno aggiudicati da area agricola ad area produttiva, mediante una variante urbanistica in deroga da presentare al SUAP (Sportello Unico Attività Produttive) ai sensi della Legge Regionale n. 11/2004 sull’edificabilità in zona agricola.
Come è andata a finire lo ricordiamo tutti: dopo un anno di manifestazioni e proteste l’operazione Riva Bianca non è andata in porto, affossata dai “no” definitivi al progetto espressi in sede di Conferenza dei Servizi dalla Provincia di Vicenza e dal Comune di Bassano del Grappa.
Il terreno è quindi ritornato nella disponibilità giuridica del Tribunale che quest’anno lo ha rimesso in vendita nell’ambito del concordato preventivo ex Campagnolo Commercio: lotto unico (e non più tre lotti distinti), prezzo a base d’asta di 2.541.279,00 euro con offerta minima di 1.910.000 euro e - particolare non indifferente - perizia di stima identica a quella del 2022.
Diversamente dal primo bando di tre anni fa, l’attuale vendita all’asta non indica la dicitura “Terreni agricoli con progetto edificatorio a Bassano del Grappa” ma l’intestazione, priva di riferimenti sull’edificabilità nell’area, “Terreni agricoli all’asta a Bassano del Grappa”.
Tuttavia, la perizia di stima allegata prevede esplicitamente la possibilità di trasformazione urbanistica del lotto messo in vendita con cambio di destinazione d’uso da area agricola a produttiva o commerciale.
Siamo ormai agli sgoccioli per le offerte di acquisto del terreno di San Lazzaro: l’asta online si chiuderà alle ore 12 di lunedì prossimo 7 luglio 2025.
Sull’improvviso “revival” del caso Riva Bianca si registra la nuova discesa in campo - di nome e di fatto, trattandosi della vendita di un’area agricola - di A.RI.A bassanese, l’Associazione bassanese per il Rispetto Ambientale che tanto si era spesa contro il progetto edificatorio in occasione delle vicende di tre anni fa.
Con un comunicato stampa trasmesso in redazione, prendendo spunto dal fatto che “è stata diffusa nelle scorse settimane la notizia che i terreni di Riva Bianca sono tornati all’asta”, l’Associazione ripercorre gli aspetti principali della questione, con le analogie e le differenze rispetto all’asta del 2022, da me già sintetizzati nelle righe precedenti.
“Era la zona - afferma il comunicato - che aveva visto giocare il primo tempo della partita ‘San Lazzaro’ che si è poi svolta in un secondo round sull’area adiacente ad ovest della Roggia Rosà, coinvolgendo altre due imprese, le cui vicende hanno tenuto banco sui media per diverso tempo fino allo storico consiglio comunale del 27 luglio 2023.”
Il “secondo tempo” è ovviamente quello che ha interessato il confinante terreno di proprietà della Pengo lungo via Rambolina, dove la Pengo era intenzionata a costruire un nuovo centro logistico, e che ha direttamente coinvolto anche le dichiarate esigenze di espansione logistica della Baxi nei contigui capannoni di Pengo in via Trozzetti: altra storia infinita delle nostre cronache cittadine.
Ritornando però al caso Riva Bianca, A.RI.A bassanese evidenzia “come nell’avviso di vendita venga ancora allegata la famosa planimetria già inserita nel precedente provvedimento e dalla quale si evinceva l’idea di trasformazione dell’area da agricola ad industriale (supposizione evidentemente sottesa al prezzo di vendita elevato), nonostante sia prerogativa del Comune pronunciarsi sull’eventuale variante”.
“Segnaliamo anche come il prezzo proposto sia ancora assai superiore rispetto al valore di mercato medio con cui vengono offerti i terreni agricoli - prosegue il comunicato -. Non c’è più traccia dell’intero studio di fattibilità da cui la planimetria era tratta, quello che riportava di interlocuzioni con la pubblica amministrazione che avrebbero fatto trovare terreno fertile all’idea di costruire una nuova zona industriale alle porte di Bassano.”
“Ma sottolineiamo come non sia sostanzialmente cambiata la perizia di stima - continua il testo -. Ci chiediamo come sia possibile che l’ente incaricato dal Tribunale riproponga ancora una volta un prezzo così alto per dei terreni che, abbiamo ribadito più volte, non debbano cambiare destinazione d’uso.”
Osserva A.RI.A bassanese:
“Che il Tribunale riproponga in vendita questi suoli ad un prezzo così alto esclude di fatto dalla partecipazione le imprese agricole che sarebbero le vere destinatarie di quei terreni, che non possono ritenere vantaggioso lo spendere una cifra così alta. E dà di fatto spazio ad altri tipi di interessi.”
“Ricordiamo - incalza l’Associazione - che nel 2022 quasi 3.000 firme raccolte in un breve lasso di tempo sono state depositate in una petizione che chiedeva all’amministrazione comunale di preservare i terreni agricoli a sud di Bassano esprimendo un netto parere negativo nei confronti delle richieste di urbanizzazione a carattere produttivo di tipo industriale/artigianale/logistico: petizione che non ha mai ricevuto la discussione e la risposta previste dallo Statuto comunale (che è stato pertanto disatteso), ma che è ancora depositata presso gli archivi del Comune assieme alle sue sottoscrizioni.”
“Intendiamo ricordare a chiunque abbia fini speculativi sui terreni proposti all’asta - ammonisce il comunicato - che le nostre argomentazioni rimangono salde e che continueremo a difenderle e ad esternarle, e a lavorare, chiedendo anche il coinvolgimento di tutte le parti civili costituenti la Città e i suoi dintorni, affinché i terreni agricoli a sud di Bassano si uniscano al Parco delle Rogge per formare un’unica area agro-paesaggistica che costituisca quella cintura verde urbana che ogni città che voglia garantire salute e benessere per i suoi cittadini dovrebbe implementare.”
Quindi A.RI.A bassanese allarga il tiro:
“Riteniamo che una tale progettualità non possa che essere in linea con una città che si fregia quest’anno della nomina a Città veneta della Cultura 2025, assegnata tramite decreto del Presidente della Regione Veneto nei mesi scorsi. Un riconoscimento, annunciato il 5 marzo, che ‘fa sintesi di un percorso pluriennale dedicato al patrimonio culturale materiale e immateriale, alla necessità di conservarlo, valorizzarlo, promuoverlo, impegnando tutte le componenti della società cittadina, con un approccio improntato alla partecipazione, alla sostenibilità, all’intersettorialità, alla creazione di valore durevole per la comunità’.”
E conclude:
“Auspichiamo quindi che il Patrimonio dei Cittadini bassanesi - non solo ambientale ma anche culturale, come lo è il suo paesaggio rurale - non venga venduto agli interessi economici di pochi con l’idea di trasformarlo in area industriale.”
Questo è quanto, per il momento.
Vado a coprirmi il collo con un fazzoletto perché dopo due anni, conclusasi (?) a San Lazzaro anche la vicenda Pengo, non ero più abituato ai colpi d’A.RI.A.
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