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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Tribunali e campanili
Il tribunale di Bassano, inserito nel comitato “Sei da salvare”, spera ancora di non morire. Ma in campagna elettorale tutte le sedi giudiziarie cancellate dal colpo di spugna del governo hanno ripreso ad alzare la voce
Pubblicato il 30-01-2013
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A.A.A. tribunalini chiudesi. E' da oltre un anno che vi stiamo raccontando a puntate l'infinita telenovela “Anche gli avvocati piangono”, dedicata al taglio dei tribunali prima annunciato e poi messo in atto dal governo del Prof.
Ve ne parliamo, ovviamente, perché uno dei palazzi di giustizia condannati alla massima pena - soppressione e trasferimento degli uffici giudiziari nell'amata città capoluogo - è quello di Bassano del Grappa. Dovere di cronaca, ci mancherebbe altro.
Sembra tuttavia che il tribunale di Bassano, benché sottoposto a sentenza di morte, sia duro a morire. E a praticargli la respirazione artificiale, nella speranza di resuscitarlo davvero, è l'ennesima iniziativa che sta tentando di salvare il salvabile. Si chiama, per l'appunto, “Sei da salvare”: una sorta di super-comitato nazionale che vede riuniti i comitati pro-tribunale, coi rispettivi ordini forensi, delle sei città di Lucera (Foggia), Bassano del Grappa, Chiavari (Genova), Pinerolo (Torino), Rossano (Cosenza) e Tolmezzo (Udine).
Foto: archivio Bassanonet
Lo scorso 19 gennaio, guardacaso nella giornata di San Bassiano, i “sei da salvare” si sono dati appuntamento a Lucera in un incontro-dibattito per fare il punto della situazione, concordare un piano di azione e interrogarsi su “cosa è successo dopo il 13 settembre 2012” (data dell'entrata in vigore del decreto legislativo sul riordino della geografia giudiziaria) e “cosa succederà dopo il 25 febbraio 2013” (data delle elezioni).
Già: cosa succederà? Narrano le cronache degli organi di informazione pugliesi che all'incontro di Lucera “a parte la comparsa di due candidati, si è registrata la totale assenza della politica locale e nazionale sul palco che pure, come ha rassicurato il sindaco, era stata invitata con calore ed in largo anticipo” (da newsetvlucera.it). Della serie: se il buongiorno si vede dal mattino.
Ma gli aspiranti parlamentari della prossima legislatura devono stare bene attenti dallo snobbare l'argomento. Eh, sì: perché con l'avvicinarsi dell'appuntamento del voto, si è improvvisamente risvegliata dal torpore l'Italia dei 1000 campanili. Giudiziari, nella fattispecie.
Col risultato che l'azione di pressing messa in cantiere dai “sei da salvare” nei confronti del prossimo parlamento rischia di trovarsi circondata dalla controffensiva dei tanti altri angoli giudiziari d'Italia “bannati” dalla Severino, e dei rispettivi rappresentanti politici o aspiranti tali, che hanno ripreso ad alzare insistentemente la voce.
Sta accadendo tutto in questi giorni. In Liguria è di oggi l'annuncio che la Lega Nord, per voce del segretario regionale e candidata capolista alla Camera Sonia Viale, si batterà “con atti concreti in parlamento per evitare la chiusura dei tribunali di Albenga e Sanremo”. Con un affondo nei confronti del Pd ligure, che pensa “solo” al tribunale di Chiavari, e del deputato uscente e capolista Pd Andrea Orlando, firmatario di una mozione alla Camera del 20 dicembre 2012 che chiede di escludere dall'elenco dei tribunali soppressi, oltre a Chiavari, anche quelli di Pinerolo, Bassano del Grappa, Lucera, Rossano e Urbino (new entry, al posto di Tolmezzo).
Sempre oggi, il sindaco di Cortina d'Ampezzo Andrea Franceschi, con un comunicato trasmesso in redazione, annuncia l'ordine del giorno con il quale la giunta ampezzana fa propria la delibera del Comune di Pieve di Cadore contro la chiusura della sede distaccata di Pieve di Cadore del tribunale di Belluno. E questo perché, sostiene il sindaco di Cortina, “un bacino di oltre 40mila persone merita l'accesso al diritto”.
Sempre in queste ore, apprendiamo dal portale Cesena Today che i referenti locali del Pd hanno incontrato ieri sera una delegazione di avvocati per lanciare nuove iniziative contro la soppressione del tribunale della città romagnola, sezione distaccata del tribunale di Forlì.
La settimana scorsa, intanto, è stata consegnata in Senato la petizione (50mila firme raccolte) a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare “Riforma della geografia giudiziaria” contro la chiusura dei tribunali minori, relativa a tutte e 31 le città d'Italia, con rispettive circoscrizioni giudiziarie, cancellate dalla penna rossa del ministro della Giustizia. Alla consegna delle firme a Palazzo Madama, promossa dalla delegazione di Montepulciano (Siena), sono intervenuti anche i sindaci di Camerino, Ariano Irpino, Lanciano, Rossano e Sala Consilina.
Negli ultimi mesi sono inoltre sbocciati, inevitabilmente e rispettivamente: i ricorsi al Tar (annunciati o già presentati, tra gli altri, dai Comuni di Imola, Olbia, Pisticci, Poggio Mirteto e Porretta Terme e dagli ordini forensi di Sassari e di Tempio Pausania), i ricorsi presso i Tribunali del Lavoro (Rossano, Melfi, Sulmona) e i rinvii alla Corte Costituzionale (dai tribunali di Pinerolo e di Montepulciano).
Altro che “sei da salvare”: qui sembra di assistere alla corsa alle scialuppe del Titanic. Tutti insieme e tutti contro: e il risveglio dei mille tribunali, rispetto alle effettive priorità del Paese, rischia di trasformarsi in una nuova guerra fra poveri.
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