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Un sacco bello

Ho visto cose…anche alla cena degli gnocchi per la festa di San Michele

Pubblicato il 28-09-2025
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Signore e signori, benvenuti a Fort Gnox.
Non è l’oro la preziosa riserva che vi è custodita ma le auree patate di Rotzo, ingrediente di base per gli gnocchi fatti a mano per l’evento gastronomico e culturale “Gnocchi et vino - L’arte del convivio”, prima assoluta nel programma della festa patronale del quartiere/frazione di San Michele.
Ne ho già scritto nel precedente articolo “Solo per i tuoi gnocchi”, a seguito della conferenza stampa di presentazione della serata svoltasi all’azienda agricola Vignaioli Contrà Soarda. Ma adesso è arrivato il momento di passare dalle parole ai pasti. Lo so, lo so: è uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare.

Foto Alessandro Tich

Sempre per restare in tema di riserve auree, il papillon dorato indossato sul colletto della camicia dal presidente di quartiere San Michele Enrico Feltrin fa subito capire che la serata sarà di quelle speciali, sia per quantità di partecipanti (123 commensali, più tre giornalisti pronti al duro sacrificio) che per qualità dei risultati del lavoro in cucina.
In realtà gli gnocchi fatti a mano con le patate di Rotzo sono il pretesto culinario per abbinare l’ampliamento dello stomaco - anche se le porzioni, a dire il vero, sono contenute - all’arricchimento della mente.
Il filo conduttore della serata è infatti un racconto a viva voce che alla fine di ciascuna delle tre portate di gnocchi del menù divulga in stile Superquark la storia degli gnocchi, anticamente detti “macaroni”, dai rispettivi punti di vista e di conoscenza dei tre relatori invitati per l’occasione.
Vale a dire lo storico e critico dell’arte Mario Guderzo - da cui ha avuto origine la pazza idea di questo incontro cultural-conviviale -, il presidente della scuola di grafica Remondini Flavio Reffo e il presidente dell’Associazione Internazionale Studi Folenghiani Otello Fabris.
A dire le cose come stanno, parlare di storia e di cultura della gastronomia, delle stampe sei e settecentesche a tema alimentare dei Remondini nonché della stessa figura del santo longobardo e patrono del quartiere San Michele Arcangelo durante una “magnada” con più di cento persone è un’impresa ai limiti delle possibilità umane.
E lo è in particolare dopo il terzo piatto di gnocchi, quando da parte di qualche commensale satollo si avvertono chiari segnali di cedimento dell’attenzione.
Ma i tre relatori, nonostante le occasionali interferenze ambientali, svolgono il loro compito egregiamente.
Non sarà stato come un incontro con l’Accademia della Crusca. Ma la crusca, del resto, non è tra gli ingredienti del menù.

Comunque sia, la serata scorre liscia come un purè di patate.
E in mezzo al pubblico seduto a tavola non mancano alcuni vips convenuti per l’occasione come gli assessori comunali Giada Pontarollo e Andrea Viero, oltre al regista della Partita a Scacchi Maurizio Panici, “cooptato” da Mario Guderzo da quel di Marostica.
Chi pure si accomoda al desco ma in contemporanea sovrintende alla buona riuscita dell’evento è il già candidato sindaco di Bassano ed attuale consigliere comunale di minoranza Roberto Campagnolo, nella sua veste di componente del comitato organizzatore.
Ma la vera direttrice del traffico, dall’aperitivo di benvenuto e verso l’infinito e oltre, è la coordinatrice della festa patronale Sabrina Pellanda.
La cena ospitata nel centro socio ricreativo di San Michele affida tutti i suoi destini alla bontà degli gnocchi preparati da una squadra di agguerrite cuoche nel Sancta Sanctorum della retrostante cucina.
Gli gnocchi sono sempre gli stessi, fatti a mano con 70 chili di patate di Rotzo, ma vengono proposti per l’appunto in tre distinti e successivi piatti: col ragù (strepitoso, NdR), con funghi e Asiago e con Gorgonzola e noci.
E in una cena comunque inserita in una festa patronale, accompagnata dalla musica dal vivo dei Maggie’s Mood, non può mancare la classica “lotteria” anche se in una forma del tutto originale.
È il concorso, che il mondo ci invidia, “Indovina il peso del sacco di patate”.
Un sacco di patate di Rotzo viene fatto girare tra i tavoli e chi vuole lo prende tra le mani e cerca di indovinare il peso, in chili e in grammi, scrivendolo su un foglietto col proprio nome e cognome.
Chi si avvicina di più al peso vince il sacco di patate.
Contributo per partecipare: 1 euro, da destinare all’obiettivo che il comitato di quartiere si è prefisso di raggiungere col ricavato delle varie iniziative della festa del patrono e cioè il restauro della cappella della chiesa di San Michele Arcangelo.
Per la cronaca: il sacco di patate di Rotzo, messo su una bilancia a fine serata coi giornalisti presenti a fare da “notai” (magari lo fossimo veramente), pesava 4 chili e 290 grammi.
Un sacco di complimenti e un sacco di patate al fortunato vincitore.

In conclusione, due “chicche” tratte dalle mie suggestioni giornalistiche all’evento gastronomico-culturale di San Michele.
La prima è una dichiarazione al microfono della cena del cordialissimo presidente di quartiere San Michele Enrico Feltrin, il quale afferma quanto sia importante per chi svolge il suo ruolo avere una brava squadra di consiglieri e di collaboratori.
Ma lo dice in modalità Cheope:
“Il presidente è in cima a una piramide. Ma se la piramide non ha una solida base, si ribalta tutto.”
Abbiamo finalmente scoperto il plurimillenario segreto della stabilità delle Piramidi di Giza. Roba che neanche Roberto Giacobbo.
Ma per la serie “Ho visto cose…” lo scoop della serata, per quanto mi riguarda, è una foto esclusiva del capogruppo del PD in consiglio comunale Roberto Campagnolo con un cartello, appeso attorno al collo, con la scritta:
“Indovina il peso del sacco di patate”.
Potrebbe essere il testo della prossima interrogazione al sindaco Finco.

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