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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Politica

Cavolini di Bruxelles

Incredibile: per venire incontro alle esigenze di consiglieri “che lavorano a 1.000 chilometri di distanza”, la maggioranza Finco presenta una delibera di consiglio che consente di partecipare ai lavori consiliari e di votare da remoto

Pubblicato il 16-10-2024
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Oggi, egregi lettori, mi invento una storia.
Facciamo finta, così tanto per dire, che io mi candidi alle elezioni amministrative di Bassano del Grappa. E poniamo il caso che io venga pure eletto. Supponiamo inoltre che io mi sia candidato nientemeno che con la lista del sindaco, per cui conquisto il mio bel seggio tra i banchi di maggioranza.
Bellissimo, fantastico. Ma, accidenti, ho un bel problema da risolvere.

Una seduta del consiglio comunale di Bassano del Grappa (foto Alessandro Tich - archivio Bassanonet)

Ipotizziamo infatti che io non lavori a Bassano, ma all’estero. Magari, che so, ad esempio in Belgio: il primo Paese che mi è venuto in mente.
E immaginiamo che io abbia un lavoro soddisfacente dal punto di vista professionale ed economico.
Tipo, che so… Ah ecco, ho trovato l’esempio: l’assistente parlamentare accreditato presso il Parlamento Europeo a Bruxelles.
Dai, ho scelto come esempio questo tipo di mestiere perché fa s’cioco.
Caspita, però, non ci avevo pensato: sono più di 1.100 chilometri di distanza da Bassano.
È vero che il consiglio comunale si fa di media una volta al mese, ma quella volta mi toccherebbe prendere l’aereo o sciropparmi tutta quella strada in macchina o in treno andata e ritorno per non far mancare la mia presenza in sala consiliare e il mio voto.
Una volta va bene, due ancora ancora, ma a farlo ogni mese e per ben cinque anni di mandato sarebbero davvero cavolini di Bruxelles.
È vero: avrei dovuto pensarci prima di candidarmi, lo ammetto. Sono stato imprevidente.
Ma adesso che sono stato eletto non posso deludere il mandato conferitomi dai cittadini bassanesi, non penso minimamente a dimettermi per manifesta difficoltà a svolgere il mio ruolo sul territorio e allo stesso tempo non posso trascurare e perdere il mio lavoro con sfacchinate di trasferte dal Belgio fino a Bassano e ritorno a cadenza mensile.
Povero me, come riuscirò a farlo?
Ma ecco che, come per miracolo, l’amministrazione comunale bassanese mi viene incontro e risolverà il mio problema dello sfibrante andirivieni di pendolare del voto di maggioranza addirittura attraverso una modifica del regolamento del consiglio comunale.
In occasione del consiglio comunale, infatti, non servirà più che io faccia ancora una volta le valigie per tornare a Bassano, ma potrò partecipare alla seduta e votare collegandomi in videoconferenza in diretta e da remoto, comodamente dalla mia residenza all’estero.
E, per la mia somma soddisfazione, non saranno più cavolini di Bruxelles.

Concludiamo questo racconto inventato e narrato in prima persona.
E torniamo a Bassano del Grappa, la città dove ormai nulla ci deve sorprendere e dove tutto è possibile.
L’ipotetica storiella che vi ho raccontato qui sopra, in cui ogni riferimento a persone esistenti è puramente casuale, è infatti una fiction esemplificativa della reale notizia che è piombata nell’attualità politica e amministrativa cittadina.
Provare per credere: domani, giovedì 17 ottobre, alle ore 18.30 nella sala Ferracina del municipio, è nuovamente convocata una riunione della 1° commissione consiliare Affari Istituzionali, presieduta da Riccardo Poletto.
E ultimamente le commissioni - si rivedano i miei articoli dell’ultimo mese - sono diventate più interessanti dello stesso consiglio comunale.
I commissari si siederanno attorno al tavolone ovale per affrontare e discutere l’unico punto all’ordine del giorno, che è letteralmente il seguente:
“Modifica al vigente “Regolamento sul funzionamento del Consiglio Comunale” - Approvazione del “Disciplinare per lo svolgimento delle sedute degli organi da remoto in videoconferenza o in modalità mista”.”
Sì, avete letto bene: questa non è fiction.
Altro che ritorno al futuro. Dal punto di vista della partecipazione ai lavori, qui siamo al ritorno alla tanto vituperata e si sperava sepolta per sempre modalità Covid.
Intervistato dai colleghi di TVA Bassano Notizie, il sindaco Finco ha dichiarato che si tratta “di una modifica al regolamento già adottata da moltissime amministrazioni” e che la stessa consente agli amministratori comunali di seguire consigli e commissioni da remoto “per determinati casi o situazioni” come possono essere i motivi di lavoro o di salute.
“Se uno lavora a 1.000 chilometri di distanza o dall’altra parte del mondo - ha ancora affermato il sindaco nell’intervista televisiva -, non gli posso vietare di partecipare ai lavori consiliari e quindi può collegarsi da remoto.”
Eccolo qua, il nostro uomo di Bruxelles, che da figura immaginaria diventa personaggio reale, quello che “lavora a 1.000 chilometri di distanza” e che ovviamente nell’intervista non viene nominato.
Ma a questo punto lo nomino io, tanto è il segreto di Pulcinella: si tratta di Giovanni Baggio, consigliere del gruppo Finco Sindaco.
Ma così dicendo, il sindaco di Bassano ha fatto chiaramente intendere che prima ancora che una modifica al regolamento di carattere generale, si tratta di un provvedimento ad personam.

La modifica al disciplinare viene presentata nella forma di una delibera di consiglio comunale, su iniziativa della maggioranza.
Il documento si richiama al comma 6 dell’articolo 4 dell’attuale Regolamento sul funzionamento del Consiglio che consente di tenere le sedute consiliari anche in modalità telematica mediante videoconferenza “in situazioni di particolari necessità o in caso di emergenza, ma anche per esigenze organizzative”.
Ma quel comma era stato introdotto a seguito di delibera di approvazione del consiglio comunale del 30 luglio 2020: eravamo cioè in piena pandemia e in piena emergenza Coronavirus, come la chiamavamo in quel primo anno di quel triste periodo della nostra vita, con l’obbligo assoluto di svolgere qualsiasi tipo di incontro a distanza e in videoconferenza.
In sostanza e in breve, la proposta di delibera allega un documento di 7 pagine che è il nuovo “Disciplinare per lo svolgimento delle sedute degli organi da remoto in videoconferenza o in modalità mista”, con tutti i dettagli e le regole del caso, e modifica il comma 6 dell’articolo 4 del Regolamento, rendendolo applicabile sempre e comunque.
Nel nuovo testo da approvare viene infatti aggiunto un paragrafo che prima non c’era e cioè:
“Le sedute del Consiglio Comunale e delle Commissioni Consiliari nonché le riunioni di Giunta Comunale e dell’Ufficio di Presidenza possono essere convocate e svolte secondo l’allegato disciplinare per lo svolgimento delle sedute degli organi da remoto in video conferenza o in modalità mista.”
Così propose la bozza di delibera di consiglio comunale.
Scusatemi, ma dovevo scrivere almeno un verbo in passato remoto.

Questo, egregi lettori, è quanto.
Domani dunque nella seduta della 1° commissione, prima del vero e proprio passaggio di approvazione in consiglio comunale, sarà discussa la proposta della delibera di modifica al disciplinare che consente di passare magicamente dallo smart working allo smart voting.
I commissari svolgeranno il loro compito, la proposta di modifica al regolamento del consiglio comunale proseguirà il suo percorso e per il momento come giornalista non ho altro da aggiungere.
Ma come cittadino col potere di scrivere, sì.
Considerando che il vero problema, alla radice di tutta la questione, è un altro.
Perché comunque vada a finire questa storia, essa costituisce un inaudito precedente sui requisiti di rappresentatività richiesti ad un consigliere comunale.
Il quale, una volta eletto, non diventa un alieno il cui unico compito è quello di premere il bottone, in presenza o anche da remoto come si vorrebbe, per votare favorevole o contrario al documento di turno all’ordine del giorno del consiglio comunale.
Il suo ruolo di consigliere su mandato degli elettori si esplica anche e soprattutto al di fuori del Palazzo, nel costante incontro e confronto con la gente, con i quartieri, con la città, con il territorio.
È qui che si esercita e si consolida il concetto di “rappresentanza”.
Per cui non posso che concludere con una domanda che viene pungolata dal Tich Nervoso che è in me: ma se vivi per lavoro a più di 1.000 chilometri da Bassano del Grappa, ma cosa cavolo, anzi cavolino ti sei candidato a fare?

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