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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Politica

Justice League

“Giustizia è Sicurezza”: incontro di Fratelli d’Italia al Glamour. L’on. Ciro Maschio: “Tribunale Pedemontana, il disegno di legge del Governo sarà collegato a un emendamento sull’istituzione di una seconda Corte d’Appello in Veneto”

Pubblicato il 10-06-2025
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Caspita, che reunion. Altro che gli Oasis o i Nirvana, per quanto orfani di Kurt Cobain.
La supersquadra che si compone per l’occasione è davvero degna del Bassano Summer Festival.
E il palcoscenico su cui si esibisce è l’hotel Glamour di Cassola, tradizionale sede degli incontri e delle conferenze stampa di Fratelli d’Italia, nonché del centrodestra del territorio in generale.

Foto Alessandro Tich

Ci sono l’on. Silvio Giovine, deputato e coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia; l’on. Ciro Maschio, anch’egli deputato FdI e presidente della Commissione Giustizia della Camera; l’europarlamentare Elena Donazzan.
Si aggiunge, in collegamento video da uno dei suoi uffici, il sen. Luca De Carlo, coordinatore regionale per il Veneto di Fratelli d’Italia.
E ancora l’on. Sara Kelany, responsabile del Dipartimento Immigrazione di Fratelli d’Italia, in collegamento video da Lampedusa, dove si trova in visita con una delegazione del suo partito.
Con l’amichevole partecipazione del capogruppo FdI alla Camera Galeazzo Bignami e del deputato nonché responsabile nazionale dell’organizzazione del partito Giovanni Donzelli, che sempre da Lampedusa all’inizio del video fanno cucù dietro alla Kelany per salutare la folta platea dei presenti al Glamour, suddivisi tra iscritti, simpatizzanti e curiosi.
Bignami e Donzelli sono nomi noti alle nostre cronache: l’anno scorso entrambi erano giunti in visita elettorale a Bassano, a sostegno della candidatura a sindaco al primo turno di Elena Pavan, nel periodo precedente al salto della quaglia di FdI a sostegno di Nicola Finco al ballottaggio.
E c’è anche lei: proprio Elena Pavan, oggi responsabile provinciale del Dipartimento Giustizia di Fratelli d’Italia, che svolge il ruolo di moderatrice dell’incontro.
Sembra quasi di essere al cinema per assistere alla proiezione del sequel di “Justice League”, il film sulla squadra di supereroi che uniscono i loro superpoteri per salvare il mondo ovvero, nel caso descritto in questo articolo, per salvare l’Italia.
Anche perché è proprio di “Justice” che si parla nell’occasione.
“Giustizia è Sicurezza” è infatti il titolo della conferenza, che partendo di striscio dal decreto sul Pacchetto Sicurezza del Governo Meloni, che in 39 articoli spazia dal delitto di occupazione abusiva di immobili ai provvedimenti a tutela delle Forze dell’Ordine, vuole concentrarsi sulla Riforma della Giustizia, voluta da super Nordio in nome e per conto di super Giorgia, nel tentativo di arginare il potere politico delle correnti in magistratura.
Ma, come vedremo, suoneranno anche delle note angeliche per le orecchie dei sostenitori del Tribunale della Pedemontana.

Organizzato - forse scientemente - nel secondo e ultimo giorno dei 5 Referendum e iniziato poche ore dopo la chiusura delle urne che hanno registrato la scarsa affluenza del 30% a livello nazionale, senza raggiungere il quorum e inficiando pertanto la validità dei quesiti referendari, l’incontro si svolge in un’atmosfera di compiaciuta celebrazione della vittoria annunciata.
Esulta De Carlo, collegato a distanza:
“L’Italia e i veneti hanno lanciato un segnale molto chiaro e cioè che non si fanno prendere in giro e sanno quando i referendum sono strumentali.”
Poi il coordinatore regionale di FdI per il Veneto allarga il tiro sull’Italia Meravigliosa di questa legislatura governativa:
“Sono stati creati 1 milione di posti di lavoro, abbiamo il record di disoccupazione più basso dopo 17 anni, nel 2024 i salari sono aumentati più dell’inflazione.”
Accidenti: ed io che non me ne ero accorto.
E sul Pacchetto Sicurezza, parlando della sinistra:
“Loro volevano essere d’accordo con chi occupa le case come la Salis e non con chi le case occupate le libera. La sicurezza è un valore a prescindere, che dovrebbe essere di tutti.”
Collegata invece da Lampedusa, l’on. Sara Kelany esibisce a parole i risultati ottenuti nell’isola degli sbarchi “grazie a quello che ha fatto il Governo in due anni e mezzo”.
A seguito di provvedimenti come la “lotta senza quartiere agli scafisti” e “gli accordi con i Paesi di provenienza”, il consuntivo 2024 registra a Lampedusa “il 70% di migranti in meno” e il “16% di aumento dei rimpatri”, con tanto di ringraziamento del sindaco Filippo Mannino: “La nostra isola è completamente cambiata”.
Kelany dice la sua anche sul Pacchetto Sicurezza:
“La sicurezza è la pre-condizione della libertà. Come si può dire che con le misure introdotte “comprimiamo la libertà”? Semmai, comprimiamo la libertà di delinquere. La sinistra ideologica e strumentale è scollegata dai bisogni dei cittadini.”
Scatta in sala l’approvazione dei Fratelli di Applausi.

L’intervento centrale della conferenza al Glamour è riservato al presidente della Commissione Giustizia della Camera Ciro Maschio, interpellato sulla Riforma della Giustizia in via di definizione, che trova tuttavia l’opposizione, come rileva la moderatrice Elena Pavan, “della magistratura politicamente orientata”.
“La Riforma - esordisce l’on. Maschio - non fa certamente piacere alla minoranza politicizzata della magistratura, suddivisa nel sistema delle correnti, di cui sono a loro volta vittima la gran parte dei 10mila magistrati italiani. È impossibile che un bravo magistrato non faccia carriera se non è affiliato ad una delle correnti.”
Da qui la “profonda crisi” della magistratura italiana, a cui dà fiducia, secondo i sondaggi e rilievi degli ultimi anni, appena il 30% dei cittadini.
Il tutto in conseguenza di una “logica spartitoria politica delle correnti”, a cominciare dal vertice di tutto e cioè dal CSM ovvero dal Consiglio Superiore della Magistratura, dei cui attuali 20 componenti togati ben 19 “sono militarizzati nelle correnti di appartenenza”.
Per non parlare delle “sentenze militanti” che vengono emesse da giudici “di corrente” come “braccio operativo della sinistra in materia di immigrazione”.
Senza scendere in ulteriori e più approfonditi dettagli sulla Riforma, per non attentare alla vostra pazienza, ne ricorderò solo i tre punti cardine, citati dallo stesso relatore.
Il primo è la separazione definitiva delle carriere: PM (Pubblici Ministeri) di qua e giudici di là, per evitare commistioni di carriere in seno alle correnti e incontri in Tribunale “tra un giudice e un PM che si danno del tu”.
La seconda è l’introduzione del “sorteggio secco” per nominare - e non più eleggere - i componenti togati del CSM, sorteggiati tra figure di magistrati “di alto profilo”.
Il terzo è la costituzione di una Alta Corte Disciplinare, terza ed autonoma, che sostituisce l’attuale “sezione speciale del CSM in cui i giudici giudicano i giudici”, col 99,5 per cento dei procedimenti disciplinari che finiscono in archiviazione in una sorta di “do ut des”, come fa capire Maschio, tra le rispettive correnti di appartenenza.
“Entro l’autunno - anticipa Maschio - il testo della Riforma passerà in doppia lettura alla Camera e al Senato.”
Tutto qui? Macché.
Trattandosi di una Riforma costituzionale, una volta approvata dalle Camere è previsto anche un Referendum confermativo, presumibilmente nella primavera 2026, “che siamo certi sarà molto partecipato - preconizza il parlamentare FdI -, diversamente dai referendum dell’8 e 9 giugno.”
Di certo, una Riforma non semplice, per usare un eufemismo.
Ma la sintesi più efficace della complessità della questione giunge dalle parole pronunciate da una voce femminile qualche fila di sedie più indietro di me, e colte dall’udito del sottoscritto, quando l’on. Maschio aggiunge che la Riforma prevede anche l’istituzione di due distinti CSM, uno per i PM e l’altro per i giudici:
“Che casin!”.

Ma ecco, egregi lettori, che le nubi stratiformi della Riforma della Giustizia si diradano al cospetto della questione del Tribunale della Pedemontana, evocata dalla moderatrice Elena Pavan nella sua seconda domanda al presidente della Commissione Giustizia della Camera.
Già l’on. Silvio Giovine, che per la cronaca è di Vicenza, nel suo saluto di apertura aveva affermato che “il Tribunale della Pedemontana sarà riaperto entro fine legislatura”.
L’on. Ciro Maschio conferma e rilancia:
“A breve sarà approvato dal Consiglio dei Ministri il provvedimento che riforma la geografia giudiziaria. Questo testo, che io ho già visto in bozza, che subito dopo l’approvazione in Consiglio dei Ministri arriverà al voto in Parlamento, ripristina 5 o 6 Tribunali, a seconda di quello che sarà poi il testo finale, dei 31 Tribunali soppressi nel 2012, e cioè solo i Tribunali che ha senso ripristinare o riorganizzare. Uno di questi 5 o 6 è il Tribunale della Pedemontana, che è già esplicitamente nominato in questo testo che poi dà la delega al Governo per la sua attuazione.”
“Aggiungo, da veneto, che su questo tema sono d’accordo anch’io - continua Maschio, che è veronese -. Perché questa riforma si inserisce in un altro tassello che manca nella giustizia veneta, per una giustizia più efficiente, che è la costituzione di una seconda Corte d’Appello. Il Veneto è l’unica delle grandi Regioni che ha solo un distretto di Corte d’Appello, che è quello di Venezia, che è di fatto il terzo in tutta Italia come carico di fascicoli e di lavoro anche arretrato sulle spalle.”
“C’è una proposta di legge a mia firma - rivela l’on. Maschio - che andrà abbinata al testo del Governo sulla riforma della geografia giudiziaria, e che quindi si trasformerà probabilmente in un emendamento al testo approvato dal Governo, che prevede la costituzione di una nuova Corte d’Appello in Veneto.”
“La Corte d’Appello, per esistere come distretto, deve avere tre Tribunali - continua il presidente della Commissione Giustizia della Camera -. E l’idea nostra sarebbe di fare una Corte d’Appello che comprenda Verona, Vicenza e il Tribunale della Pedemontana.”
L’annuncio fa scattare l’applauso di tutti i presenti in sala, tra cui l’ex sindaco e attuale consigliere comunale di Vicenza Francesco Rucco e il presidente della Provincia di Vicenza Andrea Nardin.

Il compito di concludere le danze spetta ad Elena Donazzan, che della “Justice League” di Fratelli d’Italia rappresenta senza dubbio Wonder Woman.
“Oggi - dichiara - dimostriamo la volontà di provare a spiegare agli elettori che ci hanno dato grande fiducia, che questa fiducia è ben riposta.”
Sulla giustizia e sul Tribunale della Pedemontana:
“C’è stato il richiamo all’Italia della Commissione Europea a riformare la giustizia, in particolare quella civile, ma è un’accelerazione che non è mai avvenuta fino all’avvento del Governo Meloni. Il nostro Tribunale non è un capriccio del territorio, ma è frutto di circostanze di un governo di centrodestra che nella giustizia ci crede.”
Arriva quindi la benedizione ufficiale della Donazzan nei confronti di Elena Pavan:
“Se non ci fosse stata l’amministrazione Pavan, con circostanze diverse, il Tribunale della Pedemontana non sarebbe rinato. Lei e la sua amministrazione ci hanno creduto e hanno aperto istituzionalmente la pagina, assieme alle associazioni di categoria e alle amministrazioni del territorio, creando condizioni diverse e un progetto da inseguire con determinazione e grande serietà.”
E l’attuale sindaco di Bassano Nicola Finco, che pure ha preso parte alla recente trasferta della delegazione pedemontana per incontrare il ministro Nordio a Roma?
Per tutto l’incontro di Fratelli d’Italia all’hotel Glamour, è come il celebre personaggio dei Promessi Sposi: l’Innominato.

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