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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Laura VicenziLaura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it

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Ullallà: e il teatro?

Un'intervista a Pippo Gentile, che con Ullallà Teatro propone da vent'anni rassegne e iniziative dedicate soprattutto ai bambini, per parlare dello stato attuale e del futuro dello spettacolo dal vivo

Pubblicato il 12-05-2020
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Brassaï. L’occhio di Parigi

La realtà dello spettacolo dal vivo dedicato ai bambini e alle scuole, con le sue rassegne storiche offerte al territorio da Ullallà Teatro, l’associazione ventennale bassanese che unisce attorno ai suoi progetti attori, musicisti, danzatori, scrittori, videoartisti e professionisti nell'animazione, ha subito dallo scorso febbraio lo stesso stop impresso per precauzione al teatro “per adulti”, anche più a ragione, data l’imprevedibilità e la difficoltà a rispettare lo distanziamento fisico dei piccoli spettatori.
Un iniziale posticipo degli appuntamenti primaverili previsti dalla rassegna “La scuola va a teatro” ha via via lasciato il posto alla cancellazione degli spettacoli in programma da marzo. Altre attività in atto e in programma, come il progetto P.O.P. (il laboratorio nelle scuole di formazione alla visione dello spettacolo dal vivo), tutti i progetti di promozione e animazione della lettura presso le biblioteche e le scuole, la tournée primaverile che avrebbe portato, tra gli altri, al Teatro Goldoni di Venezia e al teatro Verdi di Padova, una tournée all’Isola D’Elba, i numerosi corsi di formazione per lettori e la formazione sulla lettura per le mamme "con la pancia" e molti altri progetti hanno subito l’annullamento, per la gravità della situazione sanitaria e il rispetto dei decreti per le misure di contenimento del Covid-19.
Le difficoltà economiche che riguardano i professionisti e i lavoratori dello spettacolo dal vivo sono in questo momento ancora sopra il livello di guardia, ma Ullallà, insieme ad altre realtà del territorio, si rimbocca le maniche e guarda al futuro. Ne parliamo con Pippo Gentile.

Pippo Gentile in scena (foto di Paolo Cortesi)


I bambini delle scuole erano in attesa del consueto appuntamento annuale con il teatro Da Ponte, ma i sipari sono rimasti chiusi. Quali danni ha comportato in termini economici, e non solo, questa chiusura.
I danni sono stati numerosi: riguardo a quelli economici erano coinvolte nella rassegna sei compagnie per un totale di 12 repliche, che tra tecnici, attori e maestranze varie significa un movimento di una quarantina di persone. In particolare Ullallà Teatro lavorava da ben sei mesi alla realizzazione del progetto in stretta collaborazione con l’amministrazione comunale di Bassano e le scuole del territorio, per un impegno economico quantificabile in circa 15.000 euro. L’annullamento di tutta la rassegna, appuntamento atteso dalle scuole come ampliamento dell’offerta formativa, ha significato privare bambini, ragazzi e insegnanti di un momento di crescita fondamentale che si concretizza nell’incontro con il teatro dal vivo.

Mentre inizialmente la situazione aveva i connotati dell’emergenza, ora si guarda a misure precauzionali che devono entrare a far parte della vita delle persone. É necessaria una riorganizzazione totale delle modalità di fruizione degli spettacoli.
C’è ancora poca chiarezza in merito alla possibilità effettiva di poter svolgere attività di spettacolo nei teatri, ospitare compagnie provenienti da altre regioni, e via dicendo. Ecco perché abbiamo pensato a un progetto più piccolo a misura di bambino e di emergenza. Questo progetto si chiama DO.OR (dopo ora) e consiste in una doppia proposta: una prima laboratoriale che ci sembra molto importante per recuperare quell’universo di relazioni che portano a una crescita emotiva dell’essere umano; una seconda che riguarda la fruizione e visione di uno spettacolo (dalla struttura agile) direttamente nella classe in modo da poter consentire tutte le norme di distanziamento.

Cosa pensa del teatro “da remoto”?
Penso che lo spettacolo dal vivo abbia senso solamente in questa modalità: l’empatia che nasce tra l’attore e il pubblico è una esperienza e una magia che esiste solamente nella modalità “live”. Tuttavia stiamo studiando nuove metodologie di incontri efficaci che possano trasmettere emozioni anche ai più piccoli nella modalità che sta a metà tra il live e, per esempio, una storia Instagram. Questo progetto si chiamerà “Storie per giocare”, e lo attiveremo a breve.

Quali nuovi progetti ha pensato di mettere in campo Ullallà per il futuro prossimo?
Come accennato poc’anzi, il progetto “Storie per giocare” è uno di questi, inoltre stiamo lavorando a percorsi di formazione on-line. Ci preme molto pensare alla realizzazione, durante l’estate, di spettacoli dal vivo in sicurezza (col distanziamento, più repliche in una stessa giornata, e poi altro ancora).

C’è l’idea di fare rete con altre realtà del territorio che si occupano di teatro per bambini?
Prima del lockdown abbiamo avviato una collaborazione per un progetto che coniugasse narrazione e cibo rivolto a bambini e genitori con l’associazione Oncologica San Bassiano Onlus, in collaborazione con la nutrizionista Laura Faggian, speriamo di poterlo riprendere in quanto molto stimolante e utile. Inoltre è di questi giorni la collaborazione con la società del Quartetto di Vicenza per un progetto da “remoto” a sostegno della didattica scolastica intitolato “Musicare: una fiaba musicale al mese a scuola”. Con altre realtà avevamo progetti interessanti che, speriamo potranno essere realizzati più avanti.

Cosa le manca di più del suo lavoro, in questo momento?
Sembrerà banale, ma la cosa che mi manca di più è l’incontro con il nostro pubblico, insieme alla mancanza di relazioni con tutti i nostri collaboratori, i viaggi in furgone, le nuove creazioni, tutti gli imprevisti che rendono stimolante questo lavoro, e ultimo, ma non ultimo, mi manca il “sostegno economico” che il mio lavoro forniva a me e alla mia famiglia.

Un invito rivolto ai piccoli spettatori.
Prenderò a prestito le parole del grande Gianni Rodari: “Le belle storie fatte di belle parole creano bei pensieri”, mi auguro che molto presto possiate tornare ad ascoltare storie che possano ancora una volta riaccendere i bei pensieri che ci fanno ridere ed emozionare.

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