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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Politica

Licenziato in tronco

Dopo l’abbattimento del grande Cedro Deodara nel giardino tra via Marinali e via Roma interviene il consigliere comunale Paolo Retinò: “Serve un Regolamento per il verde urbano: pubblico e privato insieme per l’interesse collettivo”

Pubblicato il 24-04-2025
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E così, il grande Cedro Deodara che svettava con la sua chioma all’interno di un giardino privato tra via Marinali e via Roma, a cui da ieri abbiamo dedicato linfe d’inchiostro, è stato licenziato in tronco.
Come riferito nell’articolo precedente, questa mattina il maestoso e secolare albero è stato segato e abbattuto, laddove la proprietà privata ha in programma di realizzare un parcheggio interrato.
Il tutto nonostante le centinaia di firme raccolte da ieri (quasi 800 nel momento in cui sto scrivendo) dalla petizione online lanciata dal consigliere regionale di Europa Verde Renzo Masolo su change.org per salvare il Cedro quale “bene comune”, in considerazione degli “effetti ecosistemici degli alberi di queste dimensioni a beneficio degli abitanti del centro storico”, e per chiedere all’amministrazione comunale di istituire una Consulta del Verde e di approvare un Regolamento per il Verde Pubblico e Privato.

L’ormai “fu” Cedro Deodara tra via Marinali e via Roma (foto Alessandro Tich)

Partiamo dall’ovvio presupposto che chiunque nella sua proprietà privata può fare quello che vuole, sempre nel rispetto delle normative e dei regolamenti vigenti.
Ed è quello che hanno fatto i proprietari del giardino privato, visto che non esiste un regolamento comunale che riguardo al taglio dell’albero - che non era pericolante e non era malato - abbia potuto vietar loro alcunché.
Si sono tuttavia mosse al riguardo, inutilmente e in extremis, le coscienze delle molte persone che hanno risposto all’appello di Masolo aderendo alla petizione.
Da un punto di vista che possiamo definire liberista, l’iniziativa del consigliere regionale potrebbe apparire come una sorta di “ingerenza ambientalista” su una questione privata.
D’altro canto, è stata un’inedita presa di coscienza e di sensibilizzazione sul confine non così netto, come in questo caso, tra i legittimi interessi privati e l’altrettanto legittima pubblica attenzione nei confronti della tutela del verde in ambito urbano.
Spuntata con una tempistica last minute come una specie di “Salvate il soldato Ryan” in modalità arborea, ora la questione si rivolge all’amministrazione comunale cittadina e diventa ufficialmente politica.

Sul caso del grande Cedro “sacrificato” ad altri scopi interviene infatti, tramite una nota stampa trasmessa oggi in redazione, il consigliere comunale di Bassano per Tutti - Europa Verde Paolo Retinò.
“L’uomo distrugge in pochi minuti quello che la natura ha costruito in tanti anni - dichiara Retinò -. Per alcuni, evidentemente, solo una pianta, sacrificabile. Per altri (io, noi, tantissime e tantissimi) è invece l’abbattimento di un monumento naturale, di una risorsa per il benessere del centro, di una pianta con effetti ecosistemici che migliorano la vita delle persone (ombreggiamento, mitigazione climatica, qualità dell’aria).”
“Una petizione, lanciata dal consigliere regionale Renzo Masolo, ha ottenuto 670 firme in 24 ore, a riprova del pensiero di una maggioranza che silenziosa non è - continua -. Insieme al gruppo Bassano per Tutti - Europa Verde daremo voce a queste tante persone con una proposta concreta, articolata e già attuata in tanti Comuni, anche in Veneto.”
La proposta in questione - come anticipa il consigliere comunale, riprendendo quanto già richiesto dalla petizione - prevede “l’istituzione di una Consulta del Verde con esperti, cittadini e portatori di interesse e competenze” e “l’approvazione di un Regolamento per il Verde Pubblico e Privato, che contemperi gli interessi privati e gli interessi collettivi per un vero diritto collettivo al verde urbano”.
“È un cambio di prospettiva quello che propongo: abbandonare la visione individualista, in questo caso del verde, per adottare un approccio di comunità - sottolinea Retinò -. Anche il verde privato può avere una funzione collettiva e proprio per questo è giusto che venga regolamentato, così come viene regolamentata l’edilizia.”
“Sarebbe un grande passo in avanti - conclude - per costruire una città più sana, più bella e più sicura per tutte e tutti.”
Per la Cedronovela per il momento è tutto, a voi la linea.

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