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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Question Time
Perché i sindaci contrari al Tribunale della Pedemontana si sono “svegliati” tutti assieme proprio adesso?
Pubblicato il 16-03-2025
Visto 9.510 volte
Ogni tanto, quando si continuano a scrivere articoli su una determinata vicenda, bisogna fermarsi un attimo, ricontrollare alcuni dettagli e porre qualche domanda, come nel Question Time al parlamento.
Le date, ad esempio. Sono sempre dei dettagli importanti.
Mi riferisco all’improvviso effetto domino di questi giorni che ha portato una sessantina di sindaci del Vicentino (Vicenza compresa), più i sindaci di Padova e di Treviso, a rivolgersi al ministro della Giustizia Carlo Nordio per stoppare sul nascere il progetto dell’istituzione del Tribunale della Pedemontana Veneta. Il tutto praticamente in contemporanea.

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio (foto: pagellapolitica.it - archivio Bassanonet)
Partiamo dalla notizia che è uscita per ultima e cioè dalla seconda (in ordine di presentazione) delle due lettere scritte al ministro e sottoscritte dai sindaci per esprimere la propria contrarietà al progetto giudiziario bassanese.
La lettera dei 31 sindaci della provincia di Vicenza, resa pubblicamente nota in conferenza stampa ieri, sabato 15 marzo, è stata trasmessa via Pec al ministro della Giustizia ancora lo scorso martedì 4 marzo.
Tre giorni dopo, venerdì 7 marzo, il sindaco di Vicenza Giacomo Possamai - che è uno dei 31 firmatari della lettera di cui sopra - si è incontrato a Padova con i sindaci di Padova e di Treviso, Sergio Giordani e Mario Conte, assieme ai tre presidenti dei rispettivi Ordini degli Avvocati, per esprimere la contrarietà congiunta delle tre città capoluogo al Tribunale Made in Bassano e richiedere un incontro al riguardo sempre al ministro Carlo Nordio.
Infine sempre tre giorni dopo, lunedì 10 marzo, è stata redatta la lettera al ministro dei 28 sindaci dell’Alto Vicentino che è stata resa pubblicamente nota l’altro ieri, venerdì 14 marzo.
Tre iniziative distinte, eppure strettamente collegate tra loro, che si sono concentrate nell’arco temporale di soli sette giorni, ovvero sei se togliamo la domenica in mezzo.
Si tratta solamente di una coincidenza?
Oppure è lecito chiedersi perché i sindaci contrari al Tribunale della Pedemontana si siano “svegliati” tutti assieme proprio adesso?
E perché tutti puntati con le antenne in direzione del ministro della Giustizia Nordio, dopo che sull’argomento si erano pubblicamente espressi finora solo i sottosegretari?
“Svegliati” è la parola giusta, perché fino ai primi di marzo il già consistente movimento contrario all’istituzione del Tribunale della Pedemontana, o “fronte del no” come lo chiama qualcuno a Bassano, è stato principalmente rappresentato dagli addetti ai lavori della giustizia: presidente della Corte d’Appello, procuratore generale della Corte d’Appello, Associazione Nazionale Magistrati, Ordini degli Avvocati, Comitato per una Giustizia di Qualità a Vicenza. Solo per citarne alcuni.
Su questa questione le amministrazioni pubbliche non favorevoli al progetto bassanese sono rimaste fondamentalmente dormienti.
Lo scorso 28 novembre il consiglio comunale di Vicenza aveva approvato una mozione che esprimeva “preoccupazione e contrarietà di fronte all’ipotesi di un depotenziamento e depauperamento del Tribunale di Vicenza nel caso in cui dovesse essere costituito il nuovo Tribunale della Pedemontana, con particolare riguardo alla paventata sottrazione di magistrati, personale amministrativo e risorse dal Tribunale di Vicenza”.
Ma dopo quel voto a Palazzo Trissino l’argomento non era più riemerso all’attenzione delle cronache. Né da allora si era avuta notizia di analoghe iniziative in altri Comuni.
E sì che i Comuni contrari all’ipotesi del circondario giudiziario pedemontano avrebbero già avuto ampiamente il tempo e il modo di sollevare le loro rimostranze al riguardo, indirizzandole al ministro.
Precisamente dallo scorso 9 gennaio, alla ripresa dei lavori parlamentari dopo la Befana.
Ovvero quando il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove, rispondendo in Senato a un’interrogazione del senatore vicentino Pierantonio Zanettin, aveva dato il famoso annuncio della “presentazione a stretto giro di posta, da parte del Governo, di uno schema di disegno di legge che prevede una revisione di quella che riteniamo politicamente essere stata l’infausta stagione della revisione della geografia giudiziaria, con la riapertura di alcune sedi soppresse rispetto alla riforma del 2012”.
Annuncio che poi era stato trionfalmente rilanciato, come noto, dall’altro sottosegretario alla Giustizia, il Bassano Friendly Andrea Ostellari, come la notizia dell’avvenuta istituzione del Tribunale della Pedemontana.
Non era così, ma è stato sufficiente a scatenare le dichiarazioni di giubilo dei supporter del progetto bassanese, governatore Luca Zaia in primis.
Eppure, dopo quel doppio annuncio dei sottosegretari, nei vari Comuni dell’universo extra-bassanese della provincia di Vicenza - dalla A alla Z e cioè da Agugliaro a Zovencedo - e tantomeno nella zona “intra Ulss 7” dell’Alto Vicentino non era stata registrata la benché minima reazione ufficiale.
Ma ecco che, per tutti quanti e solamente adesso, è suonata improvvisamente la sveglia.
Come ben sapete, io non sono un adepto di Dietrology e pertanto aborro le teorie di presunte cospirazioni ordite da non meglio specificate regie occulte.
Lungi da me, quindi, immaginare chissà quale “mega accordo trasversale” tra le amministrazioni estranee alla Repubblica di Bassano per scatenare un improvviso attacco a eserciti riuniti contro le aspirazioni giudiziarie bassanesi.
Ma come ho già avuto più volte occasione di scrivere, sono ormai convinto della tesi di un mio carissimo amico secondo la quale nulla accade mai per caso.
E non è un caso che un articolo uscito proprio in questi giorni sulla stampa nazionale abbia ripreso l’argomento del disegno di legge annunciato lo scorso 9 gennaio dal sottosegretario Delmastro Delle Vedove.
“Passato oltre un mese, il ddl non ha ancora visto la luce - scrive il quotidiano Domani, in un editoriale del 13 marzo (occhio sempre alle date) firmato da Giulia Merlo - ma ci sono state ulteriori conferme da fonti governative che gli uffici siano al lavoro sul fronte ministeriale e anche su quello parlamentare, visto che ha completato i lavori una commissione ristretta sulla geografia giudiziaria.”
“Ancora incerto dentro la maggioranza se l’iniziativa sarà del governo o del parlamento - continua l’articolo -, il testo dovrebbe arrivare dopo la metà di marzo e non riguarderà solo Bassano, ma anche altre sedi.”
L’articolo di Domani è ovviamente più lungo e articolato, è anche ben scritto e per approfondimenti vi giro il link:
www.editorialedomani.it/giustizia/riforma-geografia-giudiziaria-nordio-tribunalini-bassano-ozmlrzoa
Avete letto? “Dopo la metà di marzo”, anche se col verbo al condizionale.
È praticamente adesso.
Ricordo che la presentazione del ddl non vorrà dire automaticamente “istituzione del Tribunale della Pedemontana”, in quanto il disegno di legge prevede un iter di discussione e approvazione in sede parlamentare.
Ma è chiaro che presentando un testo del genere la tanto annunciata (soprattutto dal sottosegretario Ostellari) “volontà politica” del Governo di riaprire il Tribunale di Bassano del Grappa verrebbe ufficialmente sancita nero su bianco, col prevedibile avallo di una solida maggioranza parlamentare.
E col sigillo del ministro guardasigilli Carlo Nordio, a cui portano adesso tutte le strade dei Comuni contrari al Tribunale pedemontano.
Ecco dunque, per concludere, che tutte le date vengono al pettine.
4 marzo lettera al ministro dei 31 sindaci della provincia di Vicenza; 7 marzo incontro a Padova dei tre sindaci del triangolo PaTreVi; 10 marzo lettera al ministro dei 28 sindaci dell’Alto Vicentino; 13 marzo articolo del quotidiano Domani che riferisce di un’imminente conclusione del testo del ddl del governo; 14 marzo presentazione pubblica della lettera al ministro dei 28 sindaci dell’Alto Vicentino; 15 marzo presentazione pubblica della lettera al ministro dei 31 sindaci del resto della provincia di Vicenza.
Tu chiamale, se vuoi, combinazioni.
Ma se davvero lo schema di disegno di legge del governo è in dirittura d’arrivo - e a Roma gli informatori diretti del territorio sicuramente non mancano -, l’improvvisa discesa in campo dei sindaci “No Ped” nel giro di appena sette giorni, tutti assieme e proprio adesso, si spiegherebbe da sola.
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