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Birra Morelli
“Misteri” a San Michele. Dal famoso tubo di scarico dell’acqua di via Morelli, punto di fuoriuscita e di monitoraggio e prelievo dei Pfas ovvero sostanze perfluoroalchiliche, compare ora un liquido color “birra” con tanto di “schiuma”
Pubblicato il 24-02-2025
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“Miracoli. A San Michele l’acqua si trasforma in birra, più o meno.”
Con questo messaggio amaramente ironico, trasmessomi su WhatsApp assieme alle foto e a un video che testimoniano la “stranezza”, il consigliere comunale di opposizione Roberto Campagnolo mi ha segnalato quello che sta accadendo da qualche giorno nella frazione di Bassano.
Il “birrificio” in questione, che per tonalità di colore sembra produrre più una “birra” Ale che non una classica bionda (e se guardate bene le foto c'è pure la “schiuma”), è il famoso tubo di scarico dell’acqua di via Morelli, già assurto nei mesi scorsi agli onori della cronaca quale punto di fuoriuscita e di monitoraggio e prelievo dei Pfas.

Si tratta delle sostanze perfluoroalchiliche, la cui presenza nelle acque di superficie (e non quindi di acquedotto e non della falda acquifera) a San Michele è stata al centro dei controlli periodici dell’Arpav.
Ma anche delle valutazioni dell’apposito Tavolo tecnico permanente istituito dall’amministrazione comunale e riunitosi in municipio il 29 agosto 2024, in quella che per il momento è stata la sua prima e ultima riunione, affermando che nelle acque superficiali della frazione non c’è “nessun pericolo o emergenza” e che gli enti preposti “concordano nel ritenere la situazione rassicurante”.
Il “tubo” di via Morelli, laterale della Strada Provinciale 72 a San Michele, è un condotto idrico parzialmente tombinato che in questo punto sbuca all’aria aperta, defluendo in scarico continuo dal suo tunnel di percorrenza.
È qui, in questo angolo seminascosto di campagna urbana, che è stata rilevata una concentrazione di Pfas nell’acqua “di qualche centinaio di nanogrammi per litro”, come aveva riferito l’assessore all’Ambiente Andrea Viero nel corso del consiglio comunale del 30 luglio 2024.
Adesso si aggiunge questa nuova amenità.
Dell’acqua che sgorga dal tubo, che da incolore si è trasformata in un liquido brunastro, se ne sono accorti i residenti in loco tra cui un agricoltore, Luciano Schirato, che questa mattina ha incontrato Campagnolo sul posto indicandogli quello che al momento è un inspiegabile accadimento.
E lo ha fatto non senza una motivata dose di preoccupazione, dal momento che “l’acqua del tubo”, già contaminata dai Pfas, finisce sulla roggia che attraversa i campi della zona.
Trattandosi di una scoperta di appena qualche giorno fa, qualsiasi ipotesi o possibile congettura sull’origine del nuovo inquinamento sarebbe ovviamente azzardata, in mancanza ancora dei prelievi di campioni di cotanta acqua sporca e dei relativi riscontri analitici.
Ma è quanto basta per lanciare un nuovo appello sulla necessità di un controllo più continuativo dei parametri ambientali nella frazione.
“In quel punto è stata certificata nei mesi scorsi la contaminazione delle acque superficiali con Pfas - dichiara a Bassanonet il consigliere Roberto Campagnolo -. È normale che i cittadini siano preoccupati. Vogliamo essere certi che non ci siano problemi per la nostra salute e ad oggi i dubbi purtroppo rimangono. Vedendo quella che dovrebbe essere acqua c'è da preoccuparsi.”
“In autunno - conclude Campagnolo - ci era stato comunicato che Arpav sarebbe intervenuta con monitoraggi periodici e sistematici in quel punto di prelievo. Ad oggi non si sono visti. Chiediamo al sindaco di intervenire per risolvere questa situazione di immobilismo.”
Di cosa sarà mai composta dunque la Birra Morelli, servita con schiuma?
Orzo, malto e luppolo sono esclusi: in attesa che agli enti preposti venga in mente di fare le analisi del caso, si accettano scommesse.
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