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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Targato Cremona

Lettera al sindaco Finco degli insegnanti della primaria Don Cremona, in odore di taglio per l’annunciato riordino dei plessi scolastici. “Chiediamo di trovare un punto d’incontro tra le parti finalizzato a tenere aperta questa importante realtà”

Pubblicato il 24-11-2024
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Dire scuola primaria Don Cremona, in via Gobbi a Bassano del Grappa, vuol dire tante cose.
Vuol dire un esempio di sinergia tra pubblico e privato, un modello di metodo educativo innovativo e inclusivo, il progetto formativo Arabam e l'omonima biblioteca pubblica. E vuol dire anche e soprattutto il segno indelebile e l’eredità spirituale di quel gigante della pedagogia che è stato Tarcisio Frigo. Potrei continuare, ma mi fermo qui.
Ma anche la Don Cremona rientra nel novero delle scuole primarie pubbliche o a gestione pubblica in ambito privato, come in questo caso, su cui l’amministrazione comunale sta incominciando a compiere le proprie valutazioni in vista dell’annunciato riordino dei plessi scolastici, a fronte del calo della natalità.

La scuola primaria Don Marco Cremona (foto Alessandro Tich)

Alcune novità sono già all’orizzonte: come comunicato ai genitori da una mail dell’I.C.2 (Istituto Comprensivo 2) di Bassano del Grappa, dal prossimo anno scolastico la primaria partirà senza la classe prima e il funzionamento della scuola sarà garantito per due anni, in collaborazione per la gestione dei pomeriggi con la Fondazione Pirani Cremona.
Dopodiché, il destino dell’istituto scolastico sarà nelle mani dell’amministrazione comunale.
Per le famiglie degli alunni sono giorni caldi e come informa a Bassanonet il genitore di una bambina del Cremona, domani lunedì 25 novembre, alle 17, nella biblioteca Arabam, si terrà un incontro con l’assessore comunale all’Istruzione Marina Bizzotto per discutere del futuro della scuola primaria.
Intanto gli insegnanti del plesso Don Marco Cremona hanno trasmesso una lettera al sindaco Nicola Finco, inoltrata anche alla nostra redazione con richiesta di pubblicazione, per presentare il progetto educativo dell’importante realtà scolastica cittadina e per esprimere alcune considerazioni in merito all’ipotesi di chiusura o di trasferimento della scuola primaria.
La lettera - che pubblichiamo di seguito - è stata trasmessa per conoscenza anche all’assessore all’Istruzione Marina Bizzotto, al presidente del CdA “Pirani Cremona” e abate di Santa Maria in Colle Don Andrea Guglielmi e alla dirigente scolastica I.C.2 di Bassano del Grappa Carla Carraro.

LETTERA AL SINDACO NICOLA FINO

Gentile Sindaco,

siamo gli insegnanti della scuola primaria “Don Marco Cremona” di Bassano del Grappa.
Le scriviamo per esprimere alcune considerazioni in merito all’ipotesi di chiusura o trasferimento della “nostra” scuola.
Partendo dal presupposto che una scuola è un luogo di istruzione e di educazione che va protetta e custodita come la “Nostra” casa siamo, tuttavia, consapevoli che le condizioni economiche del momento portano a prendere in considerazione decisioni certamente estreme e difficili.
Le rubiamo qualche minuto per presentare il progetto educativo che ha contraddistinto la scuola “Don Cremona” fin dalla sua nascita.
Il Cremona, o più comunemente “I orfani” nacque alla fine degli anni sessanta e fu il primo progetto di scuola a tempo pieno del bassanese.
L’intuizione geniale avvenne grazie alla sinergia di due realtà: da un lato una scuola pubblica (allora il 2° Circolo Didattico di Bassano), dall’altro l’IPAB “Don Cremona” unite da una progettualità comune finalizzata all’accoglienza dei bambini della città anche nelle ore pomeridiane. Fu una novità per Bassano, poiché dava respiro alle famiglie che necessitavano di tale servizio, ma soprattutto ai nuclei familiari in difficoltà (seguiti dai servizi sociali o dalla tutela minori).
La scuola era aperta a tutti senza discriminazioni: innovatore, negli anni novanta, di questo progetto fu il grande educatore Tarcisio Frigo che riuscì, grazie alla sua mente pedagogica e al suo grande cuore, a far coniugare tutti i bisogni educativi con progetti di doposcuola per alunni della scuola primaria e delle medie.
Alcuni di noi hanno visto nascere questa realtà che ha profondamente cambiato il nostro modo di intendere la scuola.
Riteniamo che il punto focale di questo progetto sia proprio la contaminazione tra la realtà privata e quella pubblica, con una vasta offerta formativa che pone al centro l’alunno e il suo processo di maturazione attraverso l’apprendimento di abilità e competenze finalizzate alla costruzione di una conoscenza critica e attiva e il doposcuola della Fondazione, che non si può considerare come un semplice e tradizionale servizio di mera esecuzione di compiti scolastici, ma che diventa un’estensione della scuola.
In questa realtà sinergica vengono accolti sia bambini che vivono in realtà familiari coese e positive, sia alunni che presentano background di difficoltà economiche, marginalizzazione ed esclusione socio-culturale.
Questi bambini da noi, non trovano solo una scuola, ma molto di più: una casa e una grande famiglia!
Tutto ciò, è possibile solo grazie al progetto educativo condiviso, da sempre finalizzato all'accoglienza, tra insegnanti della scuola pubblica ed educatori sempre pronti ad adottare un approccio inclusivo e sensibile nei confronti delle diverse necessità, creando così un ambiente accogliente dalla mattina fino alla chiusura, nel tardo pomeriggio, dei servizi educativi.
Proprio alla luce di queste riflessioni, pur tenendo in considerazione le difficoltà economiche del momento, La invitiamo a riflettere su due aspetti fondamentali:
● la chiusura di una scuola è sempre un fallimento perché, come insegna Don Lorenzo Milani “La povertà dei poveri non si misura a pane, a casa, a caldo. Si misura sul grado di cultura e sulla funzione sociale. La distinzione in classi sociali non si può dunque fare sull’imponibile catastale, ma su valori culturali”;
● la collaborazione tra la scuola pubblica e il doposcuola del Cremona è la prova tangibile di un progetto educativo efficace basato sulla costruzione di reti sociali, che ha preso vita in cinquant’anni di storia. Tutto ciò rappresenta un servizio per la città, che va oltre al semplice insegnamento e all’assistenza allo studio pomeridiano e che non può, a nostro avviso, essere sostituito o cancellato, proprio perché unico.
Vi chiediamo pertanto, di trovare un punto di incontro tra le diverse parti, finalizzato a tenere aperta questa importante realtà, che sa coniugare in maniera efficace il pubblico con il privato e che da sempre, come dimostrato anche dalle famiglie che scelgono e apprezzano tali servizi, si è rivelato un successo, un punto di riferimento per il territorio.
Non dimentichiamo neppure la rarità di avere uno spazio verde a disposizione, unico nel suo genere, dove poter sperimentare in modo diretto concetti legati alle scienze naturali e all’ecologia; per sensibilizzare le alunne e gli alunni alle tematiche ambientali e promuovere comportamenti sostenibili, argomenti molto attuali in questo momento, oltre che promuovere la collaborazione e il senso di comunità. Tutto ciò è possibile grazie anche alle svariate associazioni del territorio che collaborano con le due realtà, garantendo così un’educazione di qualità e il benessere delle future generazioni.
La serenità dei nostri alunni ci sta a cuore e auspichiamo che entrambe queste realtà possano continuare ad operare insieme contribuendo alla formazione e alla crescita di altri futuri cittadini. Intanto ci auguriamo che i nostri alunni possano continuare il loro percorso di studi insieme ai compagni e agli educatori con i quali lo hanno intrapreso.

Cordiali saluti
Gli insegnanti del Plesso “Don Marco Cremona”

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