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Rinascimento in bianco e nero

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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Politica

Disco Inferno

Riccardo Poletto trasmette una lettera aperta ai membri del consiglio comunale di Bassano del Grappa, rivendicando a nome di tutti il rispetto della posizione di ciascun consigliere e replicando agli attacchi all’assemblea cittadina

Pubblicato il 01-08-2023
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Rinascimento in bianco e nero

Burn baby burn…”. “Brucia baby brucia…”.
Se dovessimo trovare una colonna sonora per il clamoroso bailamme scoppiato a seguito del voto Baxi/Pengo in consiglio comunale, il pezzo ideale sarebbe Disco Inferno, travolgente successone della disco music di fine anni ‘70 firmato dai The Trammps.
Perché, tra le varie reazioni alla decisione politica dell’assemblea civica, c’è stata anche una citazione infernale.

È quella del presidente del Raggruppamento di Bassano di Confindustria Vicenza Alessandro Bordignon, come riportato su Bassanonet dall’articolo “Il Gran Consiglio” del collega Luigi Marcadella.
Nella sua durissima reprimenda nei confronti degli oppositori alla proposta di accordo tra il Comune e le due aziende, Bordignon - tra le altre cose - prende di mira, senza nominarla, la capogruppo di Forza Italia-Cittadini di Bassano Chiara Tessarollo che si è astenuta dal voto (che è diverso dal “votare astenuto”) uscendo dalla sala consiliare.
“La maggioranza aveva la possibilità di annullare il voto contrario “di parte” e invece ha fallito. Bell’esempio... - ha dichiarato Bordignon nel Day After della seduta consiliare -. L’ignavia poi di chi si è sottratta al voto è ancora peggio: se non decidi, non puoi stare nella stanza delle decisioni! Pure Dante ha messo gli ignavi nell’Antinferno. In Consiglio stia chi ha il coraggio di prendersi le proprie responsabilità e abbia le idee chiare, ma dopo ieri pare un’utopia.”
Ritornello: “Burn baby burn...Disco Inferno...burn baby burn…”.
E così, tra un’accusa di ignavia da una parte, con conseguente collocazione della “peccatrice” nell’Antinferno dantesco, e un’accusa di infamia dall’altra (leggasi il mio articolo precedente), interviene adesso - anche se, per la verità, è intervenuto ieri in tarda serata - il consigliere comunale di minoranza Riccardo Poletto, già sindaco di questa città, che in veste di vicepresidente del consiglio comunale ha anche presieduto la seduta consiliare del 27 luglio a seguito delle dimissioni del presidente Stefano Facchin.
Poletto ha trasmesso una “lettera aperta ai membri del Consiglio Comunale di Bassano del Grappa”. Lettera che, in quanto “aperta”, è stata inoltrata anche in redazione.
Nel testo, il consigliere di Bassano Passione Comune abbatte la barriera tra maggioranza e opposizione nel rivendicare a nome di tutti il rispetto della posizione espressa da ciascun consigliere e nel replicare agli attacchi rivolti all’assemblea cittadina.
“Altrimenti - afferma riferendosi al “rispetto delle persone e dei voti espressi” - le cadute di stile rischiano di diventare mancanza di rispetto, le mancanze di rispetto atteggiamenti di intolleranza e poi peggio…”.
“Attenzione - ammonisce Poletto in un passaggio della lettera -: siamo nel 2023, non nel 1923, e non ci vogliamo ritornare in nessun modo.”

LETTERA APERTA AI MEMBRI DEL CONSIGLIO COMUNALE
DI BASSANO DEL GRAPPA

Gentilissime/i membri del Consiglio Comunale,

mi sento in obbligo di scrivere due righe veloci per esprimere a tutti voi un ringraziamento per la lunga e sofferta seduta di giovedì scorso e per rinnovare immutata stima in riferimento a tutte le posizioni che nel corso della serata abbiamo espresso, motivato con forza, confrontato con passione e alla fine finalizzato in un voto.
Ogni nostro singolo voto merita sempre e comunque rispetto, prima che vada a sommarsi o no con altri voti e prima di capire quale esito avranno le somme finali.
Perché in ogni singolo voto i consiglieri comunali, che sono liberi da interessi personali e/o di bottega, mettono in gioco la propria faccia, la propria storia e spesso anche la propria coscienza. Col convincimento di porre al di sopra di tutto il bene comune.
Mi tocca aggiungere oltre al ringraziamento e alla stima anche la solidarietà.
Nei confronti di chi tra noi è duramente attaccato e bersagliato in questi giorni, un po' tutti per la verità.
Tra gli attacchi abbiamo letto l'accusa di “ignavia” da parte di un rappresentante di una importante categoria economica locale, che si è assunto il compito di fare il processo alle intenzioni e anche di assegnare i gironi infernali corrispondenti.
Se davvero volesse capire le motivazioni di ogni singolo voto dovrebbe avere l'umiltà di ascoltare gli interventi in Consiglio, se poi volesse anche capire il perché, fino all'ultimo, chi poteva fare piccoli passi in avanti verso una soluzione, che avrebbe visto favorevoli un numero sufficiente di consiglieri comunali, non li ha fatti, allora dovrebbe farsi raccontare della trattativa del giorno precedente la seduta e chiedere conto a chi ha preferito rimanere fermo nella sua posizione. Ne è stata fatta menzione durante il Consiglio, proprio per motivare uno dei voti espressi.
Ancor più grave è che uno di noi, la sindaca, o il sindaco come preferisce, abbia tollerato, accettato e quasi rilanciato il termine “infami” in un suo profilo social, riferito a suoi colleghi, membri del consiglio comunale. È davvero molto grave e fa star male.
Tra noi la dialettica può essere aspra e i toni possono diventare accesi, possiamo anche chiederci reciprocamente le dimissioni, ma il rispetto delle persone e dei voti espressi non dovrebbe venire mai meno. Servono delle scuse.
Altrimenti le cadute di stile rischiano di diventare mancanza di rispetto, le mancanze di rispetto atteggiamenti di intolleranza e poi peggio... Come in una china scivolosa.
Attenzione: siamo nel 2023, non nel 1923, e non ci vogliamo ritornare in nessun modo.
Una vicinanza particolare a Chiara Tessarollo che ha espresso il voto più difficile e delicato: stare nel mezzo, non schierarsi apertamente per una delle due parti maggioritarie in un mondo fatto di tifoserie è come abitare una terra di confine, difficile in tempi di presunte identità forti e chiare.

Un caro saluto a tutte/i.
Riccardo Poletto

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